Ci sono un italiano, un indonesiano, un colombiano e un montenegrino. È una barzelletta? No, è la trattativa di mercato ai limiti dell’inverosimile avvenuta tra Lunedì e Martedì tra la società dell’Inter e della Juventus. Della serie ”questo scambio non s’ha da fare”, dopo il tira e molla della squadra milanese cerchiamo adesso di fare chiarezza e ripercorriamo tutte le tappe della trattativa.
I dirigenti nerazzurri contattano i torinesi e propongono uno scambio alla pari, la Juve è incredula, c’è il consenso dei giocatori ma la cosa assurda è che la presidenza interista è all’oscuro di tutto. Non passa molto tempo che l’entourage indonesiano ne viene a conoscenza ed è su tutte le furie così interviene Moratti che propone allora uno scambio più conguaglio. Dopo una breve trattativa nel primo pomeriggio di Lunedì sembra che ormai lo scambio sia perfezionato: Vucinic più conguaglio di 3 milioni per Guarin. Lo scambio ormai volge al termine tant’è che il montenegrino alle 14 aveva svoutato l’armadietto a Vinovo e salutato i compagni ma nel mentre che vengono resi noti i dettagli dell’operazione, sul web i tifosi nero azzurri si ribellano alla decisione societaria.
La curva interista emette sul proprio sito internet un duro attacco alla dirigenza e dunque in primis al neo presidente, reo di aver ceduto uno dei giocatori più forti in rosa all’acerrima nemica. I tifosi sono scatenati e tra loro siede anche Fiorello che ironicamente twitta così:”Volevo ricordarvi che il figlio di Thohir è Juventino!”. A seguito di questa protesta, la società clamorosamente si lascia condizionare dai propri tifosi e blocca la trattativa; sembra che tutto sia saltato ma adesso sono i giocatori ad alzare la voce e da Guarin tuona una minaccia: ”Io alla pinetina non ci torno!”. I giocatori e i relativi agenti premono per il riavvio delle trattative e infine i dirigenti dell’Inter cedono e decidono di risiedersi al tavolo coi colleghi bianconeri.
Pare nuovamente che la conclusione sia ormai prossima, infatti Vucinic si reca a Pavia per compiere le visite mediche ma i supporter milanesi annunciano una manifestazione in Piazza del Castello (dove si stavano svolgendo le trattative), l’area tecnica interista non sa che pesci prendere e aspetta il sì del presidente, l’indonesiano non si fa attendere e risponde ai tifosi rimandando all’indomani la decisione definitiva. Così le trattative sono riprese ieri mattina e si sono susseguiti vari incontri con protagonisti gli agenti dei rispettivi calciatori ma verso l’ora di pranzo avviene una fase di stallo a causa del nodo conguaglio.
Ormai dopo le varie prese di posizione dei giocatori e dirigenti nessuno può più tirarsi indietro e l’Inter deve salvare la faccia ma Thohir e l’entourage indonesiano sono infuriati e preso atto della situazione sembrano costretti ad ingoiare il rospo. Questo è ciò che emerge nella mattinata ma nel bel mezzo del pomeriggio accade la svolta: la curva interista va a protestare sotto la sede dell’Inter e Thohir messo alle corde intende bloccare lo scambio. Poco dopo le 18 giunge la conferma, tramite un comunicato ufficiale, l’Inter, asserisce di aver deciso di interrompere definitivamente le trattative.
Quel che è certo è che la società milanese non ne esce bene da questa storia: dirigenti che prendono iniziative senza il consenso del presidente, lo stesso Thohir che assume una decisione poi ci ripensa salvo poi ripensarci ancora e infine una tifoseria che protesta duramente e fa mercato in vece della società. Se l’indonesiano doveva portare ordine nella squadra, la realtà dei fatti è che questa società sia in preda all’anarchia ora più che mai. Intanto quest’oggi a Torino, digerita la dipartita dalla Coppa Italia, è in corso un vertice ove la dirigenza bianconera è impegnata a decidere sul da farsi e come reagire allo sgarbo subito ma le sensazioni sono che la storia potrebbe avere degli strascichi, dunque non finirà qui.
Insomma alla fine questo benedetto scambio non s’è fatto e la delegazione dei tifosi interisti festeggia ma la verità è che nessuno ne è uscito vincitore, la Juve è molto infastidita per esser stata sedotta e abbandonata, Thohir è infuriato con la sua area tecnica (e probabilmente qualche testa cadrà) infine non si sa quale sorti aspetti Guarin che ha giurato di non voler più tornare in quella che doveva essere la sua ex squadra. Alla fine i nero azzurri se la suonano e se la cantano, fanno l’offerta e poi si ritirano, una barzelletta sì ma non fa ridere neanche un po’.
Alessio Nicolosi
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