21 Novembre 2024

969998_741920595841525_8072431200690309979_n[1]1.Come ha iniziato ad occuparsi di politica? In cosa è consistita la sua attività politica in questi anni? 2.In cosa è consistita la sua attività politica in questi anni?

Se dovessi datare l’inizio direi con la discesa in campo di Silvio Berlusconi nel 1994: avevo 13 anni e qualche mese e iniziai a fare una goffa e appassionata campagna antiberlusconiana tra compagni di classe e insegnanti. Ero ovviamente influenzato da quello che sentivo dire intorno a me, dagli adulti. La mia famiglia è sempre stata di sinistra, legata all’esperienza del PCI e dei suoi … postumi. Ma se dovessi segnare la data d’inizio della politica fatta con la mia testa, allora direi il 2000, grazie alle conoscenze fatte all’università, ad alcuni insegnanti, al movimento dei social forum. Il mio attivismo, per quanto appassionato, durò poco, un anno e qualche mese: si spense alla fine del 2001, dopo aver toccato l’apice nelle settimane dopo il G8 genovese e nei giorni immediatamente successivi all’11 settembre. Si spense quando mi resi conto che il movimento stava affrontando la minaccia del terrorismo internazionale in modo sbagliato, ideologico, privo di senso di realtà, e che questo avrebbe prima o poi segnato la fine del movimento stesso, che di quel mio attivismo era l’orizzonte di senso. Fine dell’attivismo, ma non dell’impegno, che si spostò sul piano del giornalismo e del lavoro come insegnante e operatore culturale. A questo mi sono dedicato con dedizione fino al giorno in cui non ho letto l’appello pubblicato sul sito www.buongiornolivorno.it


3.Da chi e perché è così composta la lista con cui si presenterà alle prossime elezioni?
Da persone che i problemi li conoscono perché li vivono ogni giorno sulla loro pelle e ogni giorno sono abituate a rimboccarsi le maniche per risolverli. I criteri di composizione variano da lista a lista, ma la parola d’ordine è stata Discontinuità.

4.Quali sono i punti più significativi?
Salute, Lavoro, Futuro. Livorno vive un’emergenza su questi temi. Ha livelli di morbilità per tumori, diabete e malattie cardiovascolari superiori al resto delle città toscane e una disoccupazione doppia rispetto alla media regionale. Noi vogliamo promuovere una rete di servizi di prevenzione, assistenza e cura efficienti e vicini ai cittadini, vogliamo progettare la riconversione ecologica delle attività produttive del territorio, definire un Piano di Mobilità che riduca il traffico e soprattutto gli incidenti e punti sul trasporto pubblico, vogliamo più spazi verdi e meglio manutenuti, attività sportive davvero educative. Sul fronte occupazionale abbiamo avanzato varie proposte per attirare investimenti attraverso un accorto marketing territoriale basato essenzialmente su sgravi fiscali per le attività produttive, un rilancio del turismo e del commercio e l’adeguamento info e infrastrutturale del porto. Grande attenzione è dedicata all’iniziativa giovanile e, in una prospettiva di medio e lungo periodo, all’istruzione e alla formazione.

5.Quanto pensate di prendere in percentuale alle prossime elezioni? E’ un risultato soddisfacente?

Non abbiamo sondaggi e non ci fidiamo di quelli degli altri, somministrati in modo ambiguo per ammissione di media non proprio imparziali. Noi puntiamo al ballottaggio.

6.Come sceglierà l’eventuale squadra?
Sulla base della competenza politica e tecnica. Serve la prima per non scadere nella tecnocrazia. Serve la seconda per non finire in balia di dirigenti tecnicamente preparati ma abituati all’esercizio di un ruolo politico che non spetta loro.

7.Cosa farebbe nei primi cento giorni?


Innanzitutto un’analisi gestionale dei processi di comunicazione e lavoro all’interno della Pubblica Amministrazione, un’analisi mirata a rivelare inefficienze e sprechi e a valutare, attraverso l’istituzione di un’apposita commissione, i costi in termini economici e di servizio alla comunità. Se non facciamo del Comune una macchina efficiente, che funziona secondi i tempi del lavoro e non per ere geologiche, qualunque progetto metteremo in campo finirà per arenarsi in qualche ufficio. Il Comune deve diventare un partner affidabile per i privati che vogliono investire sul territorio. E senza i privati che investono, possiamo dire addio alle nuove prospettive occupazionali di cui Livorno ha bisogno per uscire dalla crisi attuale.

8.Qual è la posizione che assumerete nei confronti di associazioni o gruppi di persone come, ad esempio, l’ex-Caserma e le azioni che essa sta portando avanti?

L’ex Caserma, al di là dei toni e dei modi, copre un vuoto politico. Non dovrebbe esistere un’emergenza casa delle dimensioni attuali. Dobbiamo essere franchi e ammettere che senza l’ex Caserma la situazione a Livorno sarebbe diventata esplosiva. In merito al rivendicare una collocazione fuori dal sistema, la trovo grottesca e tragica allo stesso tempo, e allo stesso tempo mi suscita antipatia e simpatia. Ma al di là delle parole, è un movimento che sta maturando verso forme sindacali e cooperative. Livorno, allo stato attuale, ne ha bisogno.

9.È fra quelli che vogliono modificare la macchina amministrativa?

Sì, nel senso di una sua efficientizzazione. Dobbiamo puntare su strumenti di moral suasion mutuabili da esperienze rivelatesi efficaci altrove, anche nel settore privato. La trasparenza sugli obiettivi, sullo stato della loro lavorazione, sui i loro risultati associati a una buona comunicazione istituzionale e a un processo di decentramento amministrativo che integri le istituzioni della democrazia rappresentativa con percorsi partecipativi è cruciale in questo senso.

10.Il porto e l’Autorità portuale sono punti nevralgici per la vita della città. I livornesi si aspettano delle risposte! Non sarebbe l’ora in cui la politica pressi con determinazione per giungere più celermente a obiettivi ambiziosi? Sarà sempre Gallanti alla guida dell’Authority? Il sindaco non è l’unico a indicare il presidente, ma se toccasse a lei cosa deciderebbe?

Il porto deve essere adeguato strutturalmente ai nuovi traffici e sottoposto a un attento progetto di razionalizzazione che distingua lo scalo commerciale da quello turistico. Perché tutto questo avvenga in tempi ragionevoli è necessario che l’AP e il Comune lavorino di concerto riducendo al minimo le inefficienze, le lentezze e gli sprechi. Le persone contano, ma cambiare le persone senza intervenire sui processi di lavoro e comunicazione è inutile. Ripeto che è prioritario efficientizzare il funzionamento della Pubblica Amministrazione e definire chiare regole d’ingaggio per tutti i soggetti in gioco.

11.E i dirigenti al vertice delle società partecipate come Aamps e Asa? Non crede che serva un’idea di partecipate con vertici nuovi, motivati?

Sì, ma qui quello che conta è definire nuove modalità di selezione dei vertici. Se lasciamo all’arbitrio esclusivo della politica le nomine non riduciamo il rischio che un domani i vecchi clientelismi riprendano piede o se ne creino di nuovi. Serve che elaboriamo percorsi di selezione della classe dirigente trasparenti, partecipati, e che i cittadini possano verificare l’operato dei dirigenti delle partecipate dalla fase di definizione degli obiettivi a quella del loro raggiungimento. Gli elettori devono poter avere accesso alle informazioni sui beni pubblici, su chi li amministra e sui risultati del suo lavoro.

12.La Sua posizione riguardo l’Ospedale? La polemica non si è ancora placata fra i concittadini labronici!

Siamo convinti che un nuovo ospedale serva ma che debba essere costruito in viale Alfieri, ristrutturando quello attuale. Il progetto di spostamento a Montenero, che per altro allo stato attuale è irrealizzabile (rispetto a quando fu fatto l’accordo di programma la situazione economica di Asl e Regione è molto mutata e in peggio) risponde a logiche che non hanno niente a che vedere con la salute dei cittadini e con la qualità dei servizi. Non sono pregiudizialmente contrario al Project Financing, di fatto un indebitamento del Pubblico, ma lo sono fermamente quando si tratta di servizi fondamentali come la sanità. La ristrutturazione costerebbe molto meno e permetterebbe di rafforzare l’attività dei distretti e l’assistenza domiciliare, che devono essere garantite anche attraverso una sinergia con realtà e operatori del terzo settore.

13.Come vuole gestire il rapporto con i comuni della costa per il gestore unico dei rifiuti?

Siamo per la racconta differenziata e per una progressiva riduzione del conferimento in discarica. Un programma che deve essere condiviso da tutti i Comuni dell’Ato.

14.Un altro punto caldo che la ormai passata amministrazione non è riuscita ad affrontare adeguatamente è sicuramente il Piano Strutturale. Cosa intende proporre?

Il nostro PS è vecchio, dobbiamo elaborarne uno nuovo, che sia il risultato di un progetto industriale, urbanistico ed energetico preciso, realistico. Dobbiamo stabilire criteri di insediamento e riqualificazione, ma non è possibile farlo al tavolino: dobbiamo coinvolgere i cittadini, i lavoratori, le associazioni di categoria.

15.E’ favorevole alla pedonalizzazione del centro cittadino? Potrà, a suo parere, essere una tattica per valorizzarlo?

Certamente. Andate a vedere, per la serie Ted Talks, la video conferenza di Jeanette Sadik – Khan, commissario ai trasporti della giunta Bloomberg a New York, lo trovate su internet. Per me è stato illuminante.

16.Quali sono le azioni che applicherà per far ripartire il commercio del centro città? E’ difficile avere una competizione genuina con le grandi distribuzioni quando queste sono più facilmente raggiungibili e hanno parcheggi gratuiti. Non crede?

Rimando al video di cui sopra. La pedonalizzazione di alcune zone del centro di New York, associato a semplici espedienti estetici (arredi inconsueti, pavimentazione colorata) ha portato a picchi di vendite e aperture di nuovi servizi commerciali incredibili. E noi stiamo qua a chiederci se riaprire al traffico o no piazza Cavour?!? Ma di cosa stiamo parlando? Il centro deve tornare ad essere un posto in cui valga la pena andare. Puntare sul consumo è perdente: la gente oggi va in città perché ha bisogno di questo o quel prodotto, di questo o quel negozio, e un prodotto o un negozio non sono una motivazione sufficiente, per forza vince la grande distribuzione. Le persone devono voler stare in centro perché è piacevole e poi, collateralmente, consumeranno, faranno acquisti. Stessa cosa per i centri commerciali naturali: dobbiamo riqualificarli definendo criteri di insediamento che li rendano particolari e quindi attraenti. Se l’unico loro appeal è la merce generalista che trovo anche all’ipermercato è ovvio che non reggono la concorrenza, mi spiego?

17.La mobilità pubblica sta cambiando. Spesso non sono più sufficienti le tratte coperte dal servizio dei mezzi pubblici. Come intende provvedere a questa mancanza?

Serve innanzitutto un Piano della Mobilità realizzato sulla base di uno studio della mobilità reale e potenziale dei cittadini e non fatto al tavolino dall’ingegnere di turno. Obiettivo del piano deve essere l’aumento dello split intermodale, cioè l’integrazione di vari mezzi: piedi, bici, auto, bus… Dobbiamo rivedere le tratte sulla base dello studio di cui sopra, ma dobbiamo anche rilanciare il servizio pubblico riducendo al minimo la promiscuità tra mezzi pubblici e privati, che va tutta a detrimento dei primi, ricorrendo a corsi protette e a un piano di graduale pedonalizzazione del centro.

18.Riguardo la discarica del Limoncino i comitati non vogliono arrendersi. E’ un progetto che deve essere portato avanti? Utile o dannoso?

Ultimamente se ne parla come di uno scontro tra periti, roba da aule di tribunale. C’è invece un aspetto politico che viene trascurato nel dibattito pubblico, e riguarda la gestione del territorio e dei beni naturali. Noi siamo contrari alla discarica.

19.Quali sono gli altri problemi che dovrà affrontare il nuovo sindaco di Livorno? Cito il problema della conservazione dei beni culturali della nostra città, ad esempio.

Il tema culturale è complesso. Il settore pubblico deve rivedere il suo ruolo, abbandonando la logica della conservazione, che non ci emancipa dalle situazioni emergenziali nelle quali ci dibattiamo da anni, per aderire a un nuovo paradigma: la Pubblica Amministrazione come investitore sociale e culturale. Per quanto riguarda il patrimonio monumentale, dobbiamo intercettare i finanziamenti europei per la riqualificazione dei quartieri storici, dei cimiteri e delle chiese delle Nazioni, dobbiamo mettere in condizione le due fortezze di essere luoghi pubblici a tutti gli effetti, luoghi aperti alla cittadinanza e ai turisti. Per quel che riguarda la produzione culturale (musica, cinema, teatro) serve che si rivedano ruolo e funzione dei grandi istituti come terminali di una Pubblica Amministrazione che stimoli una sinergia tra di essi, il mondo della scuola (vero e proprio potenziale polo di committenza pubblica) e il tessuto associativo e privato cittadino, vivace e diversificato. Al sindaco e alla giunta spetta il compito di elaborare un progetto culturale sulla base del progetto complessivo di città che si intende realizzare articolando tra loro in modo creativo i due livelli della cultura: la Cultura con la C maiuscola, e la cultura come insieme delle categorie che mediano il nostro rapporto con la realtà e gli altri. Livorno ne ha un bisogno vitale. Se c’è un compito che mi attribuisco è proprio quello di promuovere una nuova cultura della cittadinanza tra gli abitanti della nostra città. Nel caso diventassi sindaco, è per questo che vorrei essere ricordato.

Ringraziamo il candidato Sindaco Andrea Raspanti del gentile tempo concessoci! Non ci resta che aspettare il voto!

Matteo Taccola

matteo.taccola@uninfonews.it

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Matteo Taccola

Sono uno studente della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Pisa, curioso, estroverso, mi piace scrivere.
Ho voluto accettare la sfida postami da “Uni Info News”, mettermi alla prova e scrivere quello che penso con l’intenzione di potermi confrontare con tutti quelli che ci leggono.

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