Uncharted : The Nathan Drake Collection
Era il 7 Dicembre 2007 il giorno in cui Uncharted : Drake’s Fortune faceva il suo dirompente ingresso sugli scaffali di tutti gli stores specializzati (e non) diventando, ben presto, il primo capitolo di una trilogia destinata a dettar legge sul mercato di quella che al tempo era l’attuale generazione di console, vale addire la tanto amata e desiderata Playstation 3. La storia di Drake, firmata dai Naughty Dog, aveva delle grosse responsabilità sulle proprie spalle, fardelli che avrebbero messo sotto pressione numerose case videoludiche, a cominciare dal fatto che Sony considerasse il lavoro della nota casa californiana la prima vera grande esclusiva Playstation.
Se oggi siamo qui a scrivere questo articolo è inutile dire come Uncharted non solo abbia conquistato il pubblico e la critica, ma sia persino rimasto impresso nel cinico mondo dei videogiochi ritagliandosi uno spazio tutto suo, arrivando, con il tempo, ad essere considerato come una delle più grandi esperienze mai provate da un videogiocatore che si reputi tale.
Prima di addentrarci in quella che oggi abbiamo tra le mani, la remastered delle recenti avventure di Nathan Drake, ripercorriamo la storia del brand, dando all’iconico personaggio virtuale, il background narrativo ed il rispetto che merita. Dopo Drake’s Fortune, che oggi, in definitiva, poteva sembrare per l’epoca un episodio introduttivo, che fungesse da preambolo alle potenzialità della saga, Naughty Dog ha impiegato ben due anni prima di poter rilasciare la seconda avventura del noto cacciatore di tesori: Il Covo dei Ladri.
Ai tempi, stiamo parlando di un periodo temporale che spazia dal 2007 al 2009 il balzo in avanti sotto il profilo della sceneggiatura e del gameplay, ma sopratutto dell’aspetto grafico, lasciò tutti di stucco, mai prima di allora si era visto un prodotto definito come il secondo Uncharted e, sebbene lontano dall’ultra definizione dei PC, l’operato fatto dai creatori di Crash risultava impeccabile, grazie alla incredibile mole poligonale ed ai tanti elementi sulla scena, la cui diversità e varietà segnavano motivo di orgoglio e gioia per i fans.
Il Covo dei Ladri, ad oggi, rimane un capolavoro, un episodio che sapientemente mescola videogame e cinema, amalgamando il tutto in un cocktail micidiale, ove la componente cinematografica si sposa perfettamente ad una messa in scena che riesce a far divertire, grazie a sparatorie e fasi stealth, ogni gamer.
Passando dalla giungla panamense alle foreste della Francia orientale, ai monti del Tibet, innevati in maniera realistica, minuziosa e curata, la saga virò con il terzo capitolo, L’Inganno di Drake, alle sabbie del deserto, richiamando, persino sotto alcune tematiche, quasi come una palese citazione, quell’Indiana Jones e L’Ultima Crociata di Spielberg, dal cui universo Nathan attinge a piene mani. La conclusione dell’allora trilogia giunse finalmente nell’autunno del 2011, forte ancora una volta di un comparto tecnico esemplare, sebbene meno lontano dai fasti del secondo capitolo e di gran lunga meno distaccato come era avvenuto per il primo episodio, ricco di una trama sempre in linea con le precedenti storie e coerente con la visione dei Naughty Dog. Tuttavia, destino vuole, che Drake’s Deceptions non sia ricordato come il fiore all’occhiello e che, nei siti specializzato, a causa di una certa prolissità nel combat system, questo venga inserito subito dopo Il Covo dei Ladri. Parliamo sempre di una produzione importante, esteticamente impressionante, ma che giunge a mettere la parola “Fine” con un po’ di fiato corto, magari conscia di aver dato il massimo all’appuntamento precedente.
Oggi, in virtù dell’uscita di quella che, stando alle dichiarazioni ufficiali, rappresenterà l’ultima storia di Nathan, La Fine di un Ladro, abbiamo occasione di avere tra le mani la remastered della trilogia originale di Uncharted, che indirizza il pubblico videoludico a quel quarto capitolo che uscirà il prossimo Marzo 2016, i cui filmati hanno lasciato, nelle fiere apposite, già a bocca aperta.
Senza andar a parlare troppo della trama di ogni episodio, vi basti sapere che Nathan Drake, a suo dire discendente del corsaro inglese Sir Francis Drake, è un cacciatore di oggetti antichi, che in alcuni momenti richiama il lato più avventuroso di Indiana Jones e la Lara Croft dei primi Tomb Raider, risultando però più ambiguo e cupo. Assieme a lui prendono parte, nelle molte disavventure, il mentore Victor Sullivan e la reporter Helena Fisher.
La Nathan Drake Collection comprende tutte e tre i capitoli visti su Playstation 3, completamente rimasterizzati dai Blu Point Games, convertiti a 1080p e con un frame rate stabile a 60fps. Questo comporta una pulizia grafica senza precedenti, una maggior cura e definizione nelle textures e dei modelli poligonali nettamente più definiti e marcati. Data l’ottima base di partenza su cui i Blu Point hanno lavorato, l’impegno maggiore è stato richiesto essenzialmente per il primo capitolo, ormai vecchio di otto anni, che oggi si presenta a noi tutti come un assaggio del potenziale e della bellezza che i Naughty Dog hanno saputo dar vita in seguito, rivelando il proprio estro creativo e grandi capacità tecniche. Graficamente il titolo è valido, sebbene mostri senza alcun dubbio la propria età, ma a livello di gameplay Uncharted : Drake’s Fortune resta un prodotto capace di divertire e vivere di luce propria, rivelandosi essere un’opera importante e basilare, che ha saputo dare una svolta nell’industria dei videogiochi così come pochi altri hanno fatto tra la concorrenza. Ai protagonisti e comprimari è stato applicato il modello poligonale della loro controparte videoludica presente nei capitoli più recenti, affinché risultassero, nei movimenti, fluidi e al passo con i tempi, dato il distacco temporale netto.
Se oggi il primo capitolo di Uncharted dimostra tutti i suoi anni, portando con eleganza il tempo che su di esso si è abbattuto, inarrestabile e crudele, dall’altro lato non possiamo che rimanere piacevolmente colpiti da Il Covo dei Ladri e L’Inganno di Drake; sia chiaro, si tratta pur sempre di una remastered, quindi non grideremo al miracolo, ma non c’è ombra di incertezza nel dire che per alcuni aspetti i lavori dei N.D. siano stati, fin da subito, curati in maniera tanto encomiabile che, ad oggi, sembrano quasi potersela dire con produzioni dell’attuale generazione. I difetti, se così possiamo chiamarli, risiedono principalmente in una compenetrazione poligonale a volte fastidiosa, specialmente in Drake’s Fortune, ed una messa a fuoco furba che evita di evidenziare gli acciacchi degli anni concentrandosi principalmente su primi piani, mettendo in disparte sfondi o oggetti che riempiono lo schermo. Anche l’interazione con l’ambiente, per quanto sempre affascinante e visivamente straordinario, rimane assai limitata in certi frangenti.
Poco male, perché per chi non ha mai messo mano ad una storia di Nathan Drake ed è intenzionato a prendere il quarto capitolo, con questa Collection potrà godersi appieno tutte le vicende narrate prima di Uncharted 4, con la consapevolezza che il meglio, per una remastered, che si poteva fare è stato fatto. Piccolo, grande neo, resta la totale assenza del multiplayer, non che sia il vero motivo di vanto della produzione, considerando che questi tre titoli si giocano soprattutto per la storia e la brillante sceneggiatura, ma questa assenza resta quasi inspiegabile e fonte di una pigrizia che potrebbe far storcere il naso a chi cerca un po’ di “sana” competizione online.
Essere, tuttavia, crudeli nei confronti della Nathan Drake Collection per la mancanza di un reparto multiplayer vorrebbe, ad ogni modo, significare di non essere sinceri, dato che quello che ci apprestiamo a giocare resta un must have per tutti coloro che non hanno avuto la possibilità di averlo in passato o che non trovavano grande ispirazione in una storia che, senza tanti giri di parole, si palesa essere una pseudo produzione hollywoodiana stile anni ’80 alla Indiana Jones.
Tornano, tra le altre particolarità, i trofei, i bonus, i bozzetti e le skin sbloccabili, mentre sono stati aggiunti dei nuovi obbiettivi, una nuova modalità di gioco chiamata “Speed Run” e due nuove difficoltà, una estremamente facile (chiamata “esploratore”) ed una estremamente difficile (chiamata “brutale”). Conclude, infine, la ormai classica modalità foto, grazie alla quale è possibile scattare istantanee durante il gioco arricchendole con effetti particolari e cornici di vario tipo. Piccolo particolare degno di nota, si fa per dire, sta poi nella possibilità di accedere alla Beta di Uncharted 4, per un periodo limitato di tempo, non appena sarà disponibile su Playstation Store.
Uncharted – The Nathan Drake Collection è una remastered ben fatta, che offre ore ed ore di divertimento puro, indirizzata a tutti coloro che non hanno messo mano alle tante avventure di Nathan Drake e dei suoi compagni per i più impensabili motivi. Se, invece, avete già giocato o persino platinato la trilogia originale, su PS3, il consiglio è quello di aspettare il prossimo imminente capitolo, a meno che non siate dei fan sfegatati di Nate o non possediate più una Playstation della scorsa generazione. Il lavoro fatto sotto il profilo tecnico è ottimo, specialmente per quel che riguarda il primo capitolo, Drake’s Fortune, finalmente giovato e dotato di una nuova veste grafica capace di far apprezzare appieno la storia da cui nacque una delle più belle saghe videoludiche di sempre. A discapito di qualche mancanza tecnica, sopra riportata, e la mancanza totale dei multiplayer per il secondo e terzo videogioco, Uncharted resta oggigiorno un prodotto impressionante, che stupisce e convince anche dietro le interminabili intemperie del tempo che su di esso si sono abbattute cinicamente ed i progressi giganteschi fatti in questi 8 anni. E’ un classico, e come tale va rispettato per quello che è, un testamento videoludico di bellezza sconfinata, e, per fortuna, oggi torna a noi sotto nuove spoglie, pronto a condurci al capitolo conclusivo il prossimo anno nel miglior modo possibile.
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