Site icon Uni Info News

Un quadro ieri, un selfie oggi e domani-Narcisismo e autorappresentazione

Il narcisismo e l’autoesaltazione dell’Io sono, probabilmente, sempre esistiti ma è evidente che oggi siano comportamenti più diffusi.
Di fatto, mentre nel passato si avevano quadri con in mostra le parti più intime, specie delle donne, oggi abbiamo i cosiddetti “selfies” a portata di tutti e visti da tutti grazie al web e ai Social-Network, e, mentre i dipinti sopracitati erano fatti per ammirazione, adesso, le donne si mettono in mostra per ricevere insignificanti “mi piace”, e quindi approvazioni, che aumentano esageratamente la loro autostima.
Per questo, credo sia inevitabile, oggi giorno, volere la pubblicizzazione dell’intimo, perché, come dice lo psicanalista Galimberti, in una società così consumistica, dove le merci devono essere pubblicizzate, si propaga un costume che contagia il comportamento dei giovani.
Esso, appunto, è influenzato dalle televisioni dove tutti si mettono in mostra diventando “uomini e donne schermo” e, talvolta, mettendosi in ridicolo.


Guardate infatti le persone che, non accettando la vecchiaia, o i loro difetti, si riempiono di “botulino” sottoponendosi a molti interventi di chirurgia estetica.

Allora sì che si diventa superficiali se pensiamo solo all’aspetto esteriore.

In contrapposizione a questi aspetti negativi, stando a ciò che sostiene Nereide Rudas (docente di psichiatria), esistono anche dei risvolti positivi.

Durante l’adolescenza, per esempio, i ragazzi scoprono le loro potenzialità, proprio sulla base di una spinta narcisistica, riuscendo, così, ad aprirsi all’esplorazione del mondo esterno e all’analisi più sottile e profonda di quello interno.

Tornando, però, agli aspetti negativi che l’autoesaltazione, l’autoammirazione, possono causare c’è il fatto che possano sfociare nel puro egoismo, che si manifesta come uno dei peggiori risvolti patologici, solo se c’è un eccessivo narcisismo che porta le persone a credere che tutto e tutti siano al loro servizio.
Il che, è, senza dubbio, frutto di cure non ricevute, che, a loro volta causano l’incapacità di prendersi cura degli altri e del mondo. (Ciò ci viene detto da C. Cattaneo e C. Terreno)
A tal punto è lecito pensare che i lati negativi siano di più (numericamente parlando) di quelli positivi e che la società sta peggiorando “day by day”.
Arriva in mio aiuto il testo “L’arte d’amare” di Erich Fromm, sociologo e psicanalista di origini tedesche, che, riflette sul narcisismo, scovando altri lati vantaggiosi a cui esso può portare.
Controbatte, di fatto, la teoria di Cattaneo e Terreno scritta sopra, distinguendo narcisismo ed egoismo.
Non è detto che se una persona ama sé stessa non possa amare anche gli altri, bensì, la frase che riassume nel migliore dei modi il pensiero di Fromm è: “Per amare gli altri, devi prima amare te stesso” e quindi l’idea o di un amore corrisposto o un amore per sé e per gli altri, perché ognuno di noi ha bisogno di ricevere delle attenzioni.
La domanda che Fromm si pone è la seguente: “Se l’amore per sè stessi non è disgiunto dall’amore per gli altri, come ci spieghiamo l’egoismo che ovviamente esclude qualsiasi interesse genuino per gli altri?”
Egli, inoltre, si trova a discutere anche il pensiero di G. Calvino e di Freud che, seppur in termini e campi differenti, trattano l’amore per sé stessi come una “peste”, ritenendo un errore che l’amore per gli altri e quello per noi stessi siano reciprocamente esclusivi.

Concludo, quindi, banalmente con un’osservazione oggettiva: “ è giusto che ognuno di noi abbia abbastanza autostima da rendersi conto delle proprie potenzialità, ma, allo stesso tempo, impariamo a essere umili, rendendoci conto anche dei nostri limiti personali, cercando di migliorarci”.

Angelica Lo Porto

Exit mobile version