Stanotte ho fatto un brutto sogno: “C’erano degli uomini che avevano creato una cosa strana, astratta non tangibile, alla quale avevano affidato un valore immenso: il denaro. La loro vita era basata tutto su quello, anche il valore delle persone dipendeva dal suo possesso. Avevano creato un qualcosa al quale avevano permesso di impossessarsi di loro. Addirittura c’era chi per averne di più creava armi di distruzione, tradendo persino la preziosità della loro vita umana. C’erano anche degli Stati che in nome della pace avevano promosso una guerra, armando popolazioni locali contro altri Stati, sempre in nome della libertà senza andare a scomodare nessun interesse proprio. Poi queste armi erano finite in mani sbagliate, di qualche ribelle, che ha deciso di fare la guerra della paura: 30 uomini contro il mondo intero… e purtroppo c’erano riusciti.”
Per fortuna dopo ho aperto gli occhi e ho visto davanti a me una civiltà evoluta, che ha avuto bisogno dell’esperienza, però tramite essa ha capito che la guerra non aveva mai portato a niente. Né la Grande Guerra, né lo sterminio, avevano risolto le cose. La gente continuava a soffrire: chi è
era morto era morto, e chi era vivo era sconfitto. Si perché davanti alle vittime di guerra non ci sono vincitori, ma solo persi. Ogni vita è una vita, e non esistono buoni o cattivi, esistono vite umane perse, persone che non possono più godere della bellezza e del dolore della vita, per le quali sei venuto al mondo.
Non importa se sei europeo, asiatico, australiano, africano: tu sei biologicamente uguale a qualsiasi altro individuo della tua stessa specie. La tua cultura, il tuo credo, il tuo carattere, la tua identità non possono prescindere dal sentirti appartenente al genere umano.
E’ una responsabilità universalmente condivisa, proteggere la nostra specie, mantenerla in vita, e tale responsabilità è individuale, riguardante ognuno di noi.
Siamo responsabili noi, come i terroristi dell’ISIS, riguardo all’attentato del 13 Novembre. Ogni cittadino del mondo è responsabile, perché ha permesso che questi uomini potessero essere armati, e ha ancora permesso che si combattesse per la pace in nome della guerra.
Purtroppo il passato non può essere cambiato, ma il presente si.
Elisa Grimaldi
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