23 Novembre 2024

11289950_10207042092635870_530650804_n[1]Uni Info News oggi ha il piacere di parlare con i giovani inventori di MeetU che hanno dato un nuovo senso alla parola “social“, oggi dominata dalle grandi realtà che sembrano chiudere l’orizzonte a possibili modi di interpretarla. Attraverso questa intervista invece ci siamo convinti che le potenzialità offerte dal web e in particolar modo da questi siti non sono ancora esaurite e che cambiando la prospettiva in cui si guardano certi fenomeni essi possono essere reinterpretati in una visione effettivamente sociale. MeetU, quindi, è una un modo di connettersi con gli altri, una collegamento però che non vuole rimanere astratto, ma concretizzarsi attraverso incontri reali!

Come nasce l’idea di Meet U?


MeetU nasce per dare risposta ad un’esigenza, quella di farsi nuove amicizie in quello che ormai è il Mondo 2.0, un mondo interconnesso che è riuscito ad avvicinarci alle persone anche più distanti da noi in termini geografici ma che contemporaneamente ci sta allontanando da quelle più vicine, magari il nostro vicino di casa. Impegnati come siamo ad interagire via “web” ci stiamo dimenticando del piacere di farsi nuovi amici nella vita reale, guardandoci negli occhi e ridendo per una battuta sentita con le nostre orecchie. MeetU vuole quindi essere lo strumento che ci permette di passare dei momenti con persone prima d’allora sconosciute, ma che abbiano come noi la volontà di farsi nuovi amici. Motivo per cui gli eventi MeetU sono organizzati per “tema” e fasce d’età, così da far riunire nella stessa sera e nello stesso luogo persone che abbiano interessi ed età simili, sicuramente più propense ad interagire tra loro.

L’idea nasce da tre giovani menti livornesi. E’ stato difficile metterle d’accordo o il progetto era già ben definito?

Il progetto parte da lontano e prima di trovare la forma attuale ha subito varie trasformazioni. All’inizio pensavamo ad una struttura completamente diversa, per seguire quella che era la moda delle “nomination”, si nominava un amico su Facebook, magari mai conosciuto nelle realtà, che a sua volta ne nominava un altro e via così, fino a raggiungere un certo numero di persone e poi si organizzava una serata. Ma ci accorgemmo subito che la cosa diventava troppo complicata e poco gestibile. Il format attuale è quello che ci garantisce miglior organizzazione e un prodotto più fruibile per gli utenti. Fortunatamente il nostro team è molto affiatato e non ci sono mai state discussioni accese sul progetto, ma solo sani scambi d’opinione.

Quali sono le caratteristiche che lo contraddistinguono dagli altri social?

La definizione che più amiamo è quella di “Social on the road”, perché è questo il suo spirito. Diciamo che fino ad ora siamo abituati ad avere tanti “amici” sui social, ma che spesso sono un numero sterile e privo di significato, poi magari ad un aperitivo conosciamo una ragazza e ci accorgiamo di avere già la sua amicizia virtuale. MeetU vuole ribaltare il concetto e fare in modo che si torni alle origini: prima si conoscono le persone nella vita reale e poi si utilizzano i social per mantenere i contatti. Credo sia questa la grande differenza rispetto ai social tradizionali, con noi si respira aria fresca.

In definitiva la cosa che ci contraddistingue dagli altri “creatori di eventi” è il fatto che MeetU è un vero e proprio aggregatore sociale, poiché gli eventi sono realizzati non per riunire un gran numero di persone per farle assistere ad uno spettacolo, ma per far sì che loro stese siano al centro dell’attenzione, che ogni partecipante possa interagire con ogni altro.


11639139_10207042090635820_1839114623_o[1]Credete che in una città come Livorno possa funzionare la formula da Voi proposta o la vostra città di origine sarà solo un banco di prova per esportare poi il progetto fuori dai confini cittadini?

Livorno è la città perfetta per un progetto simile, ci sono diverse “barriere” culturali che noi cerchiamo di abbattere e il target al quale ci rivolgiamo è molto ampio. E’ chiaro che la nostra ambizione sia quella di diffonderci a macchia d’olio sul territorio, città dopo città, ma sapere di essere riusciti a sfondare proprio da qui ci riempirebbe doppiamente d’orgoglio. E poi Livorno è la nostra città, che amiamo a prescindere dai suoi limiti.

Quali sono le difficoltà maggiori che avete dovuto affrontare nella realizzazione di questo progetto?

Sicuramente lo scoglio maggiore è rappresentato dal lato economico. Nonostante il fatto che il nostro progetto abbia anche un ritorno economico, è difficile in una realtà come la nostra trovare finanziatori disposti ad investire, un po’ per la diffidenza del mezzo (internet? Ah no!) un po’ perché qui da noi manca proprio il concetto di “investitore”. Quindi tutto dai domini internet, alle grafiche, i volantini, le bandiere, i gadget sono fatti a spese nostre, il che ci riempie ancora più di orgoglio per il bel lavoro che stiamo facendo. Anche se un aiuto sarebbe sempre ben gradito!

Immagino stiate lavorando a qualche evento. Il prossimo a cui invitiamo i nostri lettori a partecipare quale sarà?

Gli eventi stanno prendendo forma e il loro numero aumenta di settimana in settimana. “l’evento zero”, quello di presentazione del progetto, avrà luogo il 30 Agosto e sarà un aperitivo che riunirà i fan di una pagina Facebook molto popolare in città, ovvero “Spotted Livorno”. Sarà un evento più “mondano” ed aperto ad un numero di persone ben maggiore rispetto a quelli futuri, ma è anche un modo per far prendere confidenza alle persone e far conoscere loro il progetto. Presto cominceremo anche con degli eventi a Pisa e Firenze in quanto abbiamo ricevuto richieste di affiliazione, non vediamo l’ora di allargare la “famiglia”.

Per il programma degli eventi e tutte le novità vi invitiamo a visitare:

– il nostro sito internet www.meetuitalia.it

e

– la pagina Facebook www.facebook.com/meetuitalia

Matteo Taccola

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Matteo Taccola

Sono uno studente della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Pisa, curioso, estroverso, mi piace scrivere.
Ho voluto accettare la sfida postami da “Uni Info News”, mettermi alla prova e scrivere quello che penso con l’intenzione di potermi confrontare con tutti quelli che ci leggono.

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