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True Detective 2×07 : Black Maps and Motel Rooms

True Detective (2×07)

Black Maps & Motel Rooms 

Si inizia a intravedere la parola fine, anche per questa seconda stagione, dello show della HBO, nato dalla mente di Nic Pizzolatto, su cui se ne sono dette tante nelle settimane passate, forse troppe, e sul quale ormai si iniziano a buttar giù i primi giudizi generali su questa seconda annata.

Con l’arrivo del penultimo episodio, Black Maps & Motel Rooms, ci imbattiamo in quello che sarà il preludio ad un finale tutt’altro che prevedibile e completamente diverso da quello della stagione scorsa. Se, infatti, un anno fa o poco più, le gesta di Marty e Rust parevano ormai indirizzare verso un preciso obbiettivo, con tanto di rivelazione del colpevole in questione, oggi quello che abbiamo tra le mani è un episodio che va oltre le aspettative, compiendo il passo più lungo della gamba, spingendosi ben oltre i limiti, sotto alcuni punti di vista, e riuscendo, grazie alla propria “arroganza”, nell’intento di ribaltare parte di una season un po’ zoppicante ed in alcuni casi addirittura, verrebbe da scrivere senza riserve, deludente.

Perché la morte, a sorpresa, nei minuti conclusivi, di un personaggio principale, che segue a sua volta l’eliminazione di altro elemento fondamentale per le indagini, danno il giusto senso del pericolo, la giusta tensione e fanno dimenticare elementi e situazioni magari non del tutto riuscite nemmeno questa volta.

Dopo ben 3 episodi di dubbio gusto, intrisi di un’eccessiva lentezza, True Detective mostra il suo vero valore, benché lontano dai fasti passati, la puntata punta tutto sugli svolgimenti della storia, arridendola nei contenuti, iniziando a curare tutti i dettagli, anche quelli più insignificanti, limitando i dialoghi, lasciando che siano i personaggi, con la loro personalità capace di fuori uscire e impressionare, senza molte parole in bocca, ad avere la meglio, attraverso le loro azioni, ma al contempo cercando di costruire strade sicure su cui portare lo spettatore al gran finale e, date le premesse, con un ultima scena prevedibile, ma efficace, sarà impossibile, a tanta carica emotiva, non ottenere una conclusione con i fuochi d’artificio, di tutto rispetto e, chissà, adrenalinica ed esplosiva come sarebbe giusto chiedere dopo una stagione costituita errori e cadute che mai, fino a poco tempo fa, ci saremmo potuti aspettare.

La scacchiera, oramai, è pronta, e sebbene alcuni elementi continuino a godere di una certa artificiosità e siano proposti in modo poco chiaro, la resa dei conti è imminente; se Pizzolatto è quel genio su cui tutti speculano, avrà prova di dimostrarlo la prossima settimana, negli ultimi 60 minuti, con un ultimo gesto, disperato, per mettere una firma finale degna del suo nome, dimostrando al pubblico che il suo noir non è uno “tra i tanti”, ma uno prodotto di ottima fattura e raffinatezza, per aprire le porte ad un futuro migliore di una serie tv che non ha mai smesso, comunque la si veda, di affascinare.

Voto: 7 (su 10)

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