Nei boschi altoatesini, sulla Strada del Vino, a poca distanza dal confine con la provincia di Trento, sono stati avvistati due giovani orsi bruni, poco propensi al letargo visto il caldo e le piogge primaverili di questi ultimi mesi, da un residente della frazione di Sella, sopra l’abitato di Termeno; probabilmente i due animali sono gli stessi avvistati a Favogna in autunno e quasi sicuramente gli stessi che nei terreni adiacenti alla fattoria di un agricoltore hanno ucciso una pecora e ferite altre due.
L’orso è piuttosto opportunista per quanto riguarda il cibo, nonostante preferisca animali già morti, erba, germogli, foglie di arbusti, frutta selvatica e insetti al predare; l’orso bruno in inverno va in letargo, vero, ma è anche noto che il letargo non sia così regolare, infatti ci sono brevi periodi in cui, a volte perché disturbati, questi si “svegliano” e cercano del cibo al di fuori del circondario della loro tana, tra l’altro solitamente poco visibile quanto loro; al contrario di quanto si pensi l’orso è un animale molto schivo e si guarda bene dall’attaccare l’uomo, attacca solo se non crede di avere vie di fuga in situazioni di pericolo, e per paura svolge le sue attività di notte, al riparo dai nostri occhi, sostanzialmente.
Dalla metà del 18° secolo questo plantigrado è stato perseguitato dagli esseri umani che lo braccavano per laute ricompense, ma a partire dal 1996 con il progetto “Life Ursus“, finanziato dall’unione Europea, si è attivato un processo di tutela dell’orso bruno (animale molto importante anche sulle Alpi Italiane) per ripopolare il territorio; la strada per il reinserimento è ancora lunga, nonostante si siano già ottenuti vari successi, soprattutto a causa dei difficili rapporti che gli uomini tendono a instaurare con gli orsi. Parliamo quindi del caso Termano (provincia di Bolzano).
Un mese fa il sindaco Dissertori, convinto che i poveri orsi rappresentino una minaccia per i suoi concittadini, ha dichiarato di essere disposto a sguinzagliare i cacciatori per fucilarli; buona parte dei concittadini non ne sono stati particolarmente entusiasti e lo hanno manifestato con numerose lettere fino a che il sindaco non si è recentemente corretto dicendo di volerli solo deportare perché, a parte l’accaduto della pecora, è stato saccheggiato da loro addirittura un alveare (chi lo avrebbe mai creduto che gli orsi amino il miele!). Il primo cittadino di Termano ci ha messo veramente poco a cambiare idea, visto che qualche mese fa, alla luce degli accadimenti che ho già enunciato, aveva detto che la comunità era stufa dell’idea di avere orsi, seppure con chip, nei boschi vicini o vicino a zone abitate e l’Ufficio Caccia e Pesca aveva fatto istallare una trappola, ovvero un grande tubo ferreo dotato di sensori e di un boccone per addormentare l’animale malcapitato (che poi sarebbe stato munito di specifico collare).
Purtroppo ancora molti sono schierati col primo cittadino, molti sono infuriati e proprio non sopportano l’orso ma, io credo, le paure di queste persone sono certamente naturali, ma un po’ prive di logica. I cittadini residenti vivono lì, dovrebbero essere già ben informati sui comportamenti dell’orso e avrebbero già dovuto imparare a conviverci e ad esserne felici. La prudenza è necessaria, ma il terrore (soprattutto se armato di fucile) non serve a niente al contrario della cultura e dell’informazione che sembrano davvero scarseggiare!