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Tiziana, libertà e sicurezza.

Che l’italiano medio abbia un rapporto piuttosto particolare con il sesso non è cosa nuova. Siamo il paese più moralista, bigotto eppure più patologicamente legato al sesso di tutta l’Unione Europea. Per questo quando Saviano scrive che “la bigotteria italiana ha ucciso Tiziana Cantone” mi trova d’accordo, così come mi trovano d’accordo tutti quelli che affermano a gran voce che Tiziana non è morta per la sua leggerezza ma perché vittima del bullismo 2.0, quello del web. Un bullismo crudele, spietato e davvero molto invasivo. Oserei dire quasi irreversibile: una volta che hai regalato la tua intimità a Youtube, Youporn, Google, Facebook e compagnia, non c’è alcuna via di ritorno. Il diritto all’oblio esiste certo, ma non sana il passato.

A questo trovo una spiegazione abbastanza condivisibile se penso a come la società stia giustamente mutando. È vero, fino a circa 50 anni fa le donne –non tutte- erano sottomesse agli uomini, soprattutto dal punto di vista sessuale. Oggi invece il maschio medio si trova davanti ad una cosa che non aveva mai visto: la possibilità che la donna viva una vita sessuale libera e frenetica quanto quella del migliore dei Casanova. Una donna può fare sesso con chi vuole, quanto vuole, e se proprio dobbiamo dirla tutta ha anche molte più possibilità rispetto ad un uomo. Questo prima non succedeva, e non perché non fosse giusto ma perché la donna in virtù della società maschio-centrica preferiva la sicurezza alla libertà.

Poi qualcosa è cambiato. L’uomo ha scoperto la libertà della donna -libertà anche sessuale- e non l’ha accettata. Non è più in grado di controllare la donna, di possederla quasi fosse un oggetto e di vivere una vita sicuro nella certezza di un rapporto amoroso –e intimo- con lei. Questo è il fulcro del problema. Non è di femminismo che si parla ma di parità, la cosa è ben diversa.

Alla fine mi vien da pensare che forse aveva ragione il grande sociologo Bauman, tutto è legato al mutamento del rapporto tra libertà e sicurezza. Se infatti il disagio della modernità stava nel “dover pagare la sicurezza restringendo la sfera della libertà personale”, il disagio della postmodernità, cioè del tempo in cui la sicurezza è sacrificata per la libertà, “deriva invece da una ricerca del piacere talmente disinibita che è impossibile da conciliare con quel minimo di sicurezza che l’individuo libero tenderebbe a richiedere”.

Finché l’uomo non verrà educato o non si metterà l’animo in pace accettando le altrui libertà, di Tiziane distrutte dal webetismo maschilista (tanto per dirlo alla Mentana) ce ne saranno ancora molte.

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