A Livorno, al giorno d’oggi, non vi è persona che, sentendo nominare il The Cage Theatre, non pensi immediatamente a eventi culturali di spessore, caratterizzati da un’ampia partecipazione popolare e, soprattutto, giovanile, dunque non deve sorprendere come l’ultimo evento TEDxLivornoSalon, svoltosi, nella serata di ieri, proprio in tale cornice, abbia richiamato una platea assai vasta e dall’età media ben al di sotto dei trent’anni. Dalla collaborazione intercorsa tra il sempre più instancabile Luca Leonardini, leader dell’associazione Livorno 2020 nonché volto del marchio TED in città, e Toto Barbato, direttore artistico del The Cage, è scaturito un confronto costruttivo, visionario e carico di positività, del quale Uni Info News è stata onorata di rivestire il ruolo di media partner ufficiale.
In un’epoca contraddistinta dal carattere sempre più liquido della realtà, con i valori e i punti di riferimento del passato inesorabilmente in declino, la creatività e l’innovazione, abbinate alla perseveranza, non possono che assurgere a un ruolo fondamentale, soprattutto in un contesto, quello livornese, che troppo a lungo si è adagiato sugli allori della propria tradizione, confidando nel fatto che ironia e spirito beffardo potessero bastare, da soli, a superare qualunque momento di crisi.
Alla proiezione dei TED Talks di Bill Gross e di Simon Sinek, relativi all’innovazione, ha fatto seguito l’atteso momento delle domande del pubblico, inviate via SMS al numero creato appositamente dai ragazzi di Uni Info News e presentate agli ospiti dal nuncius Riccardo Fara. In particolare, il pubblico è stato trascinato dall’ironia di Barbato, il quale, tra una battuta e l’altra, ha raccontato, rispondendo a un quesito concernente le difficoltà incontrate lungo il suo percorso di imprenditore, della soluzione creativa e, sotto certi aspetti, folle, con cui, anni addietro, nell’organizzazione di un importante concerto in terra inglese, si era trovato a risolvere un problema logistico apparentemente insormontabile, suscitando la sorpresa e l’ammirazione dei suoi omologhi d’Oltremanica. Ricollegandosi a quanto affermato da Arienti all’inizio della serata, ha indicato, poi, tale episodio come un esempio lampante della capacità tutta italiana e, segnatamente, livornese, invidiatissima all’estero, di far fronte agli imprevisti con la forza delle idee.
La serata si è, infine, conclusa con i saluti di rito di Luca Leonardini, mai domo nel confrontarsi costruttivamente con gli ospiti sul palco e sempre più il punto di riferimento per una Livorno che, nel solco della tradizione, prova a guardare al futuro con speranza e con ottimismo, ignorando la vulgata secondo cui, all’ombra dei Quattro Mori, sia impossibile, al giorno d’oggi, costruire alcunché di bello e di duraturo, in un clima disfattista e sfiduciato che i giovani, purché adeguatamente stimolati, come sottolineato dal professor Persico, avranno il compito di cambiare con la forza delle loro idee, della loro creatività e del loro desiderio di innovazione.