Se avete vissuto gli anni ottanta o ne siete appassionati, il “Synth Pop”, musica elettronica combinata con quella pop, non dovrebbe certo esservi un mistero; le musichette spensierate e tipiche di quel decennio, quali ad esempio quelle degli “A-Ha”, “Eurythmics” e “Alphaville”, erano la cornice ad un periodo percepito come positivo in tutto il mondo occidentale, socialmente, economicamente e politicamente.
“La moda passa, lo stile resta” sosteneva la celeberrima Coco Chanel, in effetti anche la moda del “Synth Pop” iniziò a calare, molte delle band menzionate scomparvero, altre riuscirono a sopravvivere per qualche anno, pochissime conservarono il loro prestigio rinnovando il proprio stile e le proprie influenze.
I Depeche Mode sono proprio tra queste.
Definiti come la “Quintessenza della musica elettronica degli anni ottanta”(Rolling Stones), i Depeche Mode sono nati sulla falsariga della corrente Synth Pop ma sono riusciti a innovarsi nel corso di trent’anni di attività senza perdere il loro stile inconfondibile, caratterizzato dal contrasto tra il freddo della musica elettronica e il calore della voce del frontman della band David “Dave” Gahan.
Proprio per questa ragione, vederli dal vivo allo Stadio Olimpico di Roma in compagnia di sessantamila persone, molte delle quali fans della prima ora con figli e famiglia dietro, è stato uno spettacolo unico e paragonabile solo ad altri concerti di vere e proprie pietre miliari della musica di qualsiasi genere come Bruce Springsteen, Bob Dylan e Rolling Stones.
“Dave“ Gahan, accompagnato dal chitarrista e tastierista Martin Gore, dal tastierista Andy Fletcher e dai due membri aggiuntivi per il tour Peter Gordeno e Christian Eigner, ha incantato la piazza romana interpretando alcuni dei migliori singoli tra i quali “Precious”, “Enjoy the Silence”, “Personal Jesus”, “Just Can’t Get Enough” e “Walking in My Shoes” , intervallandoli con pezzi estratti dal nuovo album “Delta Machine” come “Heaven”, “Welcome To My World” e “Soothe My Soul”.
(Poco prima dell’inizio del concerto)
Fra gioie ed emozioni del pubblico, soprattutto a “Enjoy the Silence” E “Personal Jesus” abilmente accoppiate, splendide immagini realizzate dal fotografo storico della band Anton Corbijn proiettate sui maxischermi e balletti dello stesso Gahan in grande spolvero, la droga sembrerebbe oramai un ricordo lontano, i Depeche Mode hanno dimostrato ancora una volta di non essere semplice moda passeggera ma vero e proprio stile musicale.
E Coco Chanel, se fosse ancora viva, senza dubbio concorderebbe.
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