Vi lasciamo alla sue risposte.
Buongiorno Alessandro, parliamo di questa tua prima esperienza di scrittura, come l’hai vissuta?
A dire che me ne sono reso conto probabilmente mentirei. Sono felicissimo e soddisfatto, è successo tutto molto velocemente e a livello di “pubblico” (parola che mi imbarazza alquanto) sembra esserci stata una buona reazione.
Quando hai incominciato a pensare di pubblicare un libro?
In realtà io non ci avrei mai pensato se non fosse stato per Vincenzo Paliotto, direttore della collana “Offside” di Urbone Publishing e blogger di “L’altro calcio”. Tutto è partito dal mio blog “Minuto Settantotto” che era piaciuto molto a Vincenzo e la proposta indecente di scrivere un libro è arrivata solo in estate. Grazie ovviamente anche a Gianluca, direttore di Urbone.
Perché nessuno ne aveva mai parlato, almeno in Italia. Inizialmente volevo parlare di politica, poi mi sono accorto che non era possibile scindere le due cose. Liam Coyle durante Irlanda del Nord-Cile viene accusato di essere un Provo, mentre Best viene minacciato dall’IRA…per parlare di calcio in Irlanda del Nord dovevo parlare sì di Coyle e Best, ma anche spiegare chi fossero i Provos e cosa è l’IRA.
In sintesi di cosa parla il libro? Qual è il messaggio che vuoi trasmettere ai tuoi futuri lettori?
Il libro parla dell’eterno e inscindibile legame tra calcio e società in determinati posti, uno su tutti Irlanda del Nord. Si passa dal Derry City del treble all’ultima partita del Belfast Celtic, dalle marce con gli Orange di un George Best dodicenne al rifiuto di indossare il poppy di James McClean. Il messaggio è quello che la si smetta una volta per tutte di etichettare e limitare il calcio a quello delle creste di Balotelli o dei mondiali in inverno voluti dalla FIFA. Il mio calcio e quello di tanta altra gente è tutt’altro.
Quindi credi che il calcio possa offrire un substrato culturale molto più approfondito di quello che ci vendono solitamente i mass media?
Il calcio è tutto tranne questo. Il calcio è la DDR che vince in casa della Germania Ovest dopo aver sofferto tutta la partita, è la lotta al fascismo sui gradoni dello stadio del St. Pauli, è il comandante partigiano e calciatore della Fiorentina Bruno Neri e un altro milione di cose. Tutte cose però che non vedrete sulla Gazzetta o SKY.
Parlaci di questa esperienza nelle terre verdi in questo posto sottratto agli irlandesi da parte degli inglesi
Il libro va inserito in un contesto di, appunto, un viaggio in Irlanda con tappe Dublino, Derry e Belfast. Personalmente il cuore l’ho lasciato a Derry, sia per la città (un gioiellino) che per le persone. So di aver coltivato sentimenti di amicizia sinceri in quei giorni.
E’ stato un approccio storico-culturale non mi ha lasciato lezioni “morali”.
Come hai svolto questo tipo di approccio storico-culturale?
L’interessarsi da casa e il vedere i buchi dei proiettili inglesi nelle mura accanto al pub dove hai appena bevuto una pinta sono due cose con una differenza abissale. Ti faccio un esempio: in un pub c’era un poster in onore di tutti i caduti originari di Derry morti per mano degli inglesi. Siamo stati piantati lì davanti minuti e minuti perché chiunque ti indicava una persona “Mio zio, mio cugino, mio padre..”. Basta mettere un piede nel Bogside per venire inondato di storia e cultura.
Non possiamo che augurarti allora buona fortuna per il libro!
Matteo Taccola