Finalmente il 15 Dicembre è arrivato nelle sale italiane Spider-Man: No Way Home, l’ultimo attesissimo cinecomics dedicato all’Uomo Ragno. Attesissimo perché tutti i rumors che circolavano intorno al film hanno alimentato l’hype dei fan a livelli vertiginosi, tanto da scatenare una vera e propria caccia ai biglietti. Basti pensare che le prevendite per Spider-Man: No Way Home hanno addirittura superato quelle di Avengers Endgame. Un risultato davvero incredibile se consideriamo che quest’ultimo rappresentava la tappa conclusiva della fase 3 Marvel, un viaggio iniziato nel 2008 con il primo film di Iron Man.
Aspettative altissime. Sì perché se Endgame rappresentava la fine di un viaggio durato più di 10 anni, questo Spider-Man rappresenta un nuovo inizio per i film Marvel che adesso volgono il loro sguardo al multiverso e ai viaggi dimensionali. E adesso che la Marvel ha rimosso anche questo ostacolo, non ci sono davvero più limiti a quello che potrà succedere. Ma già la serie di Loki uscita tempo fa su Disney Plus era stata profetica.
Questo terzo capitolo ha avuto uno sviluppo travagliato, in primis per alcune difficoltà legate ai diritti del personaggio tra la Disney e Sony che addirittura nel Settembre 2019 avevano messo in pericolo la riuscita del film. Pericolo poi rientrato grazie ad un nuovo accordo raggiunto tra le due major. E poi per tutta una serie di voci, avvistamenti, foto rubate dal set che hanno alimentato a dismisura le attese dei fan. Tanto che non c’era trailer che non venisse scandagliato, analizzato in ogni singolo fotogramma alla ricerca di indizi su ciò che sarebbe potuto accadere. E in tutto questo, la svolta è stata senz’altro il trailer che mostrò ufficialmente il ritorno di alcuni dei vecchi villain dei precedenti film di Spiderman. Tra tutti il ritorno di Alfred Molina e Willem Dafoe, rispettivamente nelle parti di Dottor Octopus e Green Goblin.
Ma torniamo a Spider-Man No Way Home. Il film prende immediatamente il via dalla fine del capitolo precedente, Far From Home, dove Mysterio annunciava al mondo l’identità segreta di Spider-Man. La vita del giovane Peter Parker subisce così una svolta inaspettata e tra indagini della polizia, mass media, e ripercussioni sulla propria vita e di quella delle persone che gli sono vicine decide di rivolgersi a Dr Strange in cerca di aiuto. Lo stregone effettua un incantesimo volto a far dimenticare a tutti l’identità di Spider-Man ma qualcosa durante il sortilegio va storto e da altre dimensioni arrivano nemici che avevamo già conosciuto in altri film di Spider-Man. Inutile dire che le cose si complicheranno non poco per il giovane super eroe.
E’ senz’altro molto difficile riuscire a fare una recensione esaustiva di questo film senza fare spoiler. Quello che posso dire è che nonostante la durata del film sia di quasi 3 ore, il tempo è volato. Sono convinto che i fan comunque sia apprezzeranno questo film e che rappresenterà una tappa fondamentale per l’evoluzione del personaggio verso una fase più matura. Un cambiamento che sicuramente metterà tutti d’accordo. Anche chi non ha mai visto di buon occhio questo nuovo Spider-Man interpretato da Tom Holland. Per molti troppo legato ad una dimensione liceale e troppo adolescente rispetto rispetto agli Spider-Man del passato.
Spider-Man No Way Home è sicuramente una montagna russa di emozioni, ci sorprende, ci esalta, ci commuove. Il regista è riuscito a regalare ai fan un film che è senz’altro il più bello della trilogia e che si ritaglierà un posto di rilievo tra i film Marvel. Un’ottima notizia considerando che al regista verrà anche affidato l’attesissimo progetto dei Fantastici 4 e su cui in molti avevano storto il naso. Forse, adesso, ci saranno meno dubbi in merito.
In conclusione consiglio davvero a tutti i fan di vedere il film perché al netto dei leak, dei rumors, nonostante tutto, sono sicuro che ne varrà la pena.
– SECONDA PARTE DELLA RECENSIONE CON SPOILER –
Beh eccoci qua, finalmente possiamo sbottonarci un po’ di più. Come avrete intuito era praticamente impossibile parlare del film senza fare spoiler, soprattutto per un film come questo. Personalmente ho passato una giornata intera staccato dai social per evitare il pericolo degli spoiler e spero anche voi siate stati abbastanza fortunati da entrare in sala senza sapere nulla. Cosa che ormai, ai tempi dei social, è diventata una missione quasi impossibile.
Comunque, tornando al film, l’ho amato. Sin dall’apparizione di Matt Murdock che mi ha fatto saltare dalla sedia all’entrata in scena di tutti gli altri Spider-Man. E’ stato un incessante susseguirsi di emozioni. Forse solo Infinity war mi aveva colpito così tanto a livello emotivo.
Questo perché non è stato solo un film d’azione, con esplosioni ed effetti speciali, sono state le emozioni le vere protagoniste del film. Come nella scena in cui gli Spidey condividono i loro fallimenti , oppure quando lo Spiderman di Andrew Garfield salva MJ come non era riuscito a fare con Gwen. Una scena a dir poco straziante, impossibile non commuoversi conoscendo il personaggio ed il suo passato. Per non parlare poi della morte di May, che non può non richiamare alla memoria di quando lo stesso Goblin tentò di uccidere Spider-Man con l’aliante nel primo film di Raimi.
Ma anche nel finale quando Peter non riesce a rivelare la sua identità a MJ, perché si rende conto che nonostante tutto la vita dei suoi amici sta andando avanti e chissà, forse meglio di prima. Così si convince a farsi da parte e lasciare che loro vivano sereni le loro vite. Ed è qui che da questa presa di coscienza e da una piccola stanza in affitto (non a caso) comincia una nuova storia. Un nuovo Spider-Man più maturo che, come ho detto, sicuramente metterà tutti d’accordo.
Ma uno dei meriti più grandi va riconosciuto senz’altro al regista. E’ un film che di fatto è una dichiarazione d’amore per Spider-Man, un film realizzato da chi ama Spider-Man e rivolto a chi ama Spider-Man. E la bravura del regista oltre che a coinvolgere emotivamente lo spettatore e le bellissime scene di combattimento è stata proprio la gestione di così tanti personaggi. C’era il pericolo che anche lo stesso Tom Holland rischiasse di soccombere dal minutaggio concesso ai vari villain e agli altri Spider-Man. Ma così non è stato, ogni personaggio ha il suo spazio e c’è grande equilibrio. Certo, Molina e Dafoe hanno un peso diverso rispetto a Lizard e l’uomo sabbia ma è anche giusto così. Soprattutto alla luce delle due interpretazioni, quella di Dafoe forse una delle più convincenti dell’intero Marvel Cinematic Universe.
Certo qualcuno magari punterà il dito verso il fanservice. Ma in Spider-Man No Way Home il fanservice non è mai forzato, spicciolo o buttato a caso come troppe volte siamo stati abituati a vedere. Sono pezzi di un grande puzzle che piano piano, uno dopo l’altro vanno al loro posto e sì, sarà anche ciò che i fan di Spider-Man desideravano vedere, ma quando è realizzato ad arte, non c’è niente di male in questo.
Comunque sia, tra tante cose belle, se dovessi proprio cercare il pelo nell’uovo è forse l’incipit. Tutto questo trambusto dimensionale causato da Peter che fa cambiare l’incantesimo all’ex stregone supremo forse è un po’ tirata. Magari ci si poteva aspettare un collegamento con quanto successo nella serie di Loki, delle linee temporali e quant’altro. Forse magari poteva essere proprio quella la causa o una delle cause, chissà. E forse anche lo scontro nella dimensione specchio che vede vincitore Spidey è un po’ forzata ma infondo va bene così.
Che altro dire, semplicemente un film imperdibile.
Alessio Nicolosi