A Vittoria, città baciata dal sole caldo della Sicilia, due ragazzi hanno dato vita ad un progetto musicale di notevole importanza. Più che progetto possiamo definirlo un vero e proprio movimento musicale che raccoglie consensi positivi quotidianamente e sta lanciando questo duo esplosivo verso le hit parade del genere minimal/tech-house. I “terribili” ragazzi in questione sono Alfredo Scifo e Giovanni Mustile. Questo duo, che vi posso assicurare fa parecchie scintille, nel 2013 ha lanciato con coraggio e passione il brand: FKCM (acronimo di Fuck The Commercial Music). Ad oggi questa tribù vanta il supporto e la partecipazione costante di parecchi fan e parlando con qualcuno di loro riusciamo a percepire un entusiasmo e un affetto fuori dal comune. La passione e l’ossessiva dedizione di questi due DJ è energica e ti trascina in un mondo fatto di beat, bassi e variazioni di volumi da far venire i brividi. Ovviamente denotano oltre alla grande passione una grande conoscenza della manipolazione del suono del futuro, ovvero la musica elettronica; i ragazzi si fanno paladini del sound di qualità e Uni Info News è orgoglioso di presentarvi quest’interessante intervista, rilasciataci da Alf&Gio. Fate largo a questo “dinamic-duo”, in basso potrete trovare il loro podcast per poterli ascoltare e i loro contatti social per poter trovare i loro “live” ricchi d’azione ed effetti speciali! Buona lettura e buona musica da Uni Info News.
D: Ciao ragazzi, parlateci un po di voi, com’è nato il progetto FKCM?
R: Il progetto FKCM nasce per caso nel 2013, in una provincia che si trova nella parte più orientale della Sicilia, un posto dove il sole batte forte e il cielo è sempre azzurro. Da prima immediatamente accantonato per poi essere ripreso con un nome che vuole mettere in difficoltà parecchi artisti locali, Fuck The Commercial Music. Il progetto assume sin da subito l’aspetto di una famiglia numerosa dove chiunque cerchi della musica “non convenzionale” può farne parte. All’inizio, era un movimento, anche se sin da subito la gente lo ha associato a noi sopratutto nell’estate dello stesso anno, il 2012 in cui abbiamo assistito a un vero e propria esplosione del movimento, gli stick con il logo in pieno stile guerrilla marketing, i fan e le serate ad esibirsi nei posti più disparati ha fatto sì che si trasformasse tutto in una specie di filosofia. La filosofia può sembrare banale ma non lo è affatto, anzi tutto il contrario, il perno del movimento sta nel lavorare in progetti totalmente originali cercando di misurarci live dopo live. A Vittoria, la nostra città natale, siamo stati i primi a portare avanti un progetto del genere, ottenendo la stima da parte dei musicisti più adulti e di esperienza. Nessuno ha avuto il nostro coraggio, noi abbiamo dato il via a una vera e propria rivoluzione musicale. Immediata l’uscita del nostro EP col nome che porta il movimento sotto l’etichetta Lemon-aid (il proprietario è Dennis Cruz). Il progetto non vuole offendere la musica commerciale ma è importante per noi il concetto di originalità e di cultura musicale fondata sulla passione e sulle idee, il tutto in una continua e costante ricerca di suoni e campionature.
D: Quanto tempo e fatica avete investito nell’inseguire questa vostra forte passione?
R: Da premettere che noi abbiamo già un lavoro che ci occupa parecchio tempo ma appena finito col lavoro, c’è come un’attrazione magnetica tra noi e lo studio di registrazione. Infatti dedichiamo tutto il nostro tempo libero in studio, spesso dal tardo pomeriggio fino a notte inoltrata. Purtroppo molto spesso stiamo lontani dai nostri amici, la nostra voglia di migliorarci ed esibirci è tanta ma il tempo è nostro avversario. A noi non pesa, non è un sacrificio, non è una questione di rinunce ma di scelte. Abbiamo scelto di seguire le nostre passioni, altro che sacrificio… Ogni giorno passato in studio è un giorno importante. Anche Dio ha il suo ruolo nel progetto, è importante avere il suo sostegno. Infatti, alcune tracce traggono spunto dalla nostra fede, come ad esempio ”My God” che uscirà prossimamente e ”Faith” uscita poco tempo fa. Lavoriamo insieme da circa due anni, l’inizio è stato tutto un racimolare e comprare apparecchiature, sentivamo la necessità impellente di migliorare le nostre tracce e di farne altre. Quello che avevamo a disposizione non bastava più.
D: A quali artisti v’ispirate? Avete dei punti di riferimento?
R: Dennis Cruz in primis, a seguire Rub a Dub, Just a Mood, Oscar L, e poi, per forze di cose ci sono sempre i pezzi “grossi” come ad esempio I Martinez Brothers. Come generi la techno, il primo EP, ad esempio è stato ”Techno” ma abbiamo un Groove tech-house con una base di suoni minimal. All’inizio facevamo techno-deep ma con il trascorrere del tempo abbiamo capito che il nostro vero stile è minimal/tech-house, con casse da break beat e, doppia cassa suoni e voci molto dub. Ma quando la techno chiama, per noi non è un problema rispondere alla chiamate e andare a mostrare il meglio del nostro repertorio sul genere.
D: Oltre al genere di musica che producete avete qualche altro genere preferito?
R: ”Avoja”(risponde Alf ridendo)!! Prima di conoscerci con Giovanni facevamo stili differenti, Io (Alf) radicato nell’hip-hop e il mio partner nell’house. Quando ci siamo conosciuti sin da subito il nostro primo obiettivo era quello di trovare un punto di incontro, cercare il giusto feeling. Infatti in alcune delle nostre prime produzioni è possibile trovare campionamenti hip-hop con influenze house. Adesso noi produciamo minimal/tech-house ma la nostra “sete” di musica non ha confine, cerchiamo sempre di migliorare il nostro background culturale, stimolare la nostra parte creativa attraverso un continuo lavoro di ricerca e di sperimentazione.
D: Oltre ad essere un duo musicale siete molto legati nella vita quotidiana? Dalle vostre tracce, si nota subito un certo feeling…
R: Ci conoscevamo già da tempo ma non avevamo mai avuto questo legame, si parlava di musica, di sogni, di progetti… poi un amico, proprietario di un piccolo pub in città organizzò una serata, era l’inizio del 2013, la serata in cui ci siamo esibiti per la prima volta in b2b…(back two back) da lì abbiamo iniziato a vederci più spesso e lavorare piano piano alle nostre produzioni, pensando a un unico grosso progetto che ci facesse lavorare insieme unendo i nostri stili, da qui nasce prima djAlf&GiòMustile, poi per una questione di semplicità si trasforma in Alf&Gio. All’inizio ci sono state alcune difficoltà legate al fatto che ognuno di noi aveva il proprio pubblico e di conseguenza gli organizzatori che ci contattavano volevano solo uno dei due. Noi avevamo deciso che se c’era da suonare dovevamo farlo insieme, questo è stato un concetto complesso da far capire agli organizzatori. Ma per fortuna la coerenza ha avuto la meglio, loro hanno capito che Alf apparteneva ad Alf&Giò e lo stesso vale per Gio. Questo è stato un momento delicato ma ci ha messo alla prova e ci ha rafforzato come duo. Adesso siamo felici di questa nostra scelta e tutto il sali e scendi emozionale, le innumerevoli ore passate insieme a produrre e sognare, la forza di continuare e di non mollare (a volte anche per problemi personali) ci ha portato a sostenerci a vicenda e ad essere sempre più forti.
D: Perchè avete scelto la via della musica elettronica? Pensate sia davvero la musica del Futuro?
R: Sì, per noi è la musica del futuro, ci rende rende felici sia passarla che produrla, è la musica che ci trasmette emozioni… mentre la passiamo, ad esempio, quell’abbassare i bassi per poi rimetterli a tutto volume facendo esplodere la folla, ecco quello per noi è il piacere che ci da la musica underground. Poter passare musica di 10-20 anni fa che riesce a trasmettere sempre le stesse emozioni come fosse la “prima volta”. Per molti questa musica sembra sempre la stessa e senza senso, e spesso, viene associata alla droga, in parte è tutta colpa dei classici stereotipi che associano questo genere a un trasgredire, a uno “sballarsi”, ma c’è tanta gente a cui questa musica trasmette delle emozioni forti che vanno al di la della droga e dell’alcol. Molti si sentono costretti ad andare su di giri con l’aiuto di sostanze ma la musica in se può davvero farti divertire. La musica underground è un continuo evolversi di suoni, qui non c’è una legge, non ci sono regole fisse, bastano anche due semplici suoni e un synt settato nel modo giusto per poter trasmettere qualcosa. Noi siamo l’esempio di questo, e nonostante i pregiudizi per noi poter trasmettere le nostre emozioni alla gente è una cosa che va al di là di tante futili critiche.
D: Ascoltando i vostri lavori sembra che non lasciate nulla al caso! Quanto tempo passate in studio mediamente?
R: Tipo 4-5 ore al giorno di media durante la settimana, la domenica non lavoriamo quindi possiamo passare tutto il giorno in studio(Godono). In più lavoriamo anche separatamente, spesso non riusciamo a fare tutto in studio e di conseguenza lavoriamo anche a casa da soli e poi c’incontriamo per confrontarci, remixare, ottimizzare le tracce e se c’è il mood giusto produrre. In studio produciamo e registriamo anche podcast una volta al mese (abbiamo il canale su youtube e soundcloud) cerchiamo sempre di stare dietro alle pubbliche relazioni, gestiamo la parte social (che non è facile) ma per fortuna abbiamo un nostro caro amico, membro di FKCM sin dall’inizio, Matteo Melodia, che oltre a supportarci e sopportarci e anche il nostro fotografo. Anzi cogliamo l’occasione per ringraziarlo.
D: Da cosa è composta la vostra strumentazione?
R: In studio, per produrre, utilizziamo il software Ableton live accoppiato a tastiere midi, un sintetizzatore e un Ableton push per automazione per fare editing sul groove della traccia e automazioni, effetti volumi etc. Inizialmente suonavamo con vinili e timecode a volte per questioni di spazio in console ci arrangiamo con quello che troviamo, sia che si trattasse di digitale o analogico (giradischi o CDJ )
D: Col talento che avete sono sicuro vi vedremo suonare ben presto in un grande evento internazionale, qual’è il festival in cui sognate di esibirvi?
R: In primis grazie per credere in noi. Per scaramanzia non vogliamo esprimerci ma siamo fiduciosi che lavorando quotidianamente e perseverando qualcosa un giorno accadrà, in fondo il talento non ci manca e la nostra forza di volontà è tanta! Non sarà facile ma siamo pronti a scalare questa vetta.
D: Progetti futuri?
R: Il sogno è di alzarsi la mattina, fare colazione e chiudersi in studio a fare musica. Il nostro primo obbiettivo deve essere lavorare con e per la musica. Non c’è niente di più bello che alzarsi la mattina e lavorare alla propria passione. Come accennato precedentemente, fondare un’etichetta insieme, la FKCM e che Alf&Gio restino sempre uniti sia nella vita che nella musica. Ringraziamo L.B. per averci stimolato a fare questa intervista, Andrea Zisa, Luigi Aprile (Cavaunderground) che ci hanno sostenuto e ci sostengono tuttora credendo nel nostro talento. E grazie a Uni Info News per averci dato questa meravigliosa opportunità, speriamo di risentirci presto, magari per le uscite dei nostri due E.P. in estate!!
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