Intervista a Alice del Corso:
Parliamo di Scrittura e Sceneggiature da Londra
Continua, con il seguente articolo, l’iniziativa che vede la collaborazione tra Uninfonews.it e Livorno Artistica. Grazie all’unione di questi due siti, abbiamo deciso, quindi, di dare, attraverso vari articoli sotto forma di intervista, maggior rilievo a talenti emergenti legati principalmente al territorio Livornese, cercando, al contempo, di chiamare in causa (qualora fosse possibile) anche giovani provenienti da Pisa e dalle altre zone toscane. Dopo aver posto alcune domande a vari artisti emergenti, che vi consigliamo di leggere o quanto meno darci un’occhiata (anche di sfuggita) e dopo aver parlato con di Cinema, Arte, Disegno, Musica e tante altre discipline, abbiamo deciso di intervistare Alice del Corso, la quale, da quel che si può evincere a grandi linee dal titolo dell’articolo, nutre un grandissimo interesse verso l’arte della Scrittura ed il Cinema, non a caso ha collaborato alla realizzazione del medio-metraggio “Suspensum”, anche in veste di attrice, che abbiamo mesi fa recensito!! Ecco, dunque, la nostra intervista a Alice che ci parla del suo talento e dei suoi obbiettivi futuri!
1)Quando hai sviluppato un certo interesse per la scrittura?
Scrivere è una passione che ho sempre avuto fin da bambina. Mia madre mi leggeva delle favole ed io immaginavo subito differenti ambientazioni, personaggi nuovi, o finali alternativi.
A otto anni ho iniziato a scrivere le mie prime storie. Erano molto semplici, ma divertenti e fantasiose. A volte, nel finale aggiungevo una filastrocca o una piccola poesia, pensando di rendere il contenuto più completo.
Crescendo, ho poi capito che scrivere era un interesse che volevo coltivare seriamente.
2)Per quanto riguarda la tua formazione sei stata supportata da qualcuno in particolare ?
Ho alimentato la mia passione in maniera indipendente fino all’ultimo anno di liceo. Dopo, ho deciso d’indirizzare i miei studi sulla scrittura creativa e anche su quella cinematografica, poiché mi aveva sempre affascinato l’idea di poter raccontare una storia attraverso il linguaggio visivo. Nel corso degli anni ho studiato con molti insegnanti e professionisti, ma non ho ancora avuto un mentore, se è questo che intendi.
3) Tu oltre che scrittrice sei anche sceneggiatrice, nel realizzare le sceneggiature segui dei corsi particolari o fai tutto da autodidatta ?
Nel 2011 ho presentato alcuni miei soggetti cinematografici ad una selezione per un Master di due anni in sceneggiatura, che si sarebbe svolto a Roma presso la Indigo Film.
Gli esaminatori sono rimasti molto colpiti dai miei lavori e hanno deciso di selezionarmi, e per i due anni successivi ho avuto la fortuna di studiare con professionisti come Heidrun Schleef (sceneggiatrice di Ricordati di me, Appartamento ad Atene ecc..), Andrea Molaioli (regista – La ragazza del lago; Il gioiellino -), Nicola Giuliano, Denis Rabaglia, Gino Ventriglia e molti altri.
Il master mi è servito ad apprendere al meglio la tecnica, per poi trovare il mio stile.
Ogni volta che scrivo, ora metto in pratica quello che ho imparato e lo arricchisco con ciò che apprendo dalle mie esperienze lavorative. Infine cerco sempre di restare aggiornata, guardando nuovi film, serie tv e così via.
4) Quali sono principalmente le tue fonti o figure di ispirazione?
La mia maggiore fonte d’ispirazione è la vita. Scrivo quello che vivo, comunicandolo attraverso gli occhi dei miei personaggi. Poi in ogni mia storia adoro mescolare realtà e fantasia, perché immagino sempre un mondo in cui le due cose siano così amalgamate, da esistere come unica certezza. Ho molti scrittori che preferisco, per citarne alcuni un po’ più recenti: Asimov -Il Ciclo delle Fondazioni, La fine dell’Eternità e Nemesis-; tutte le opere di Tolkien; Ian McEwan e il suo Espiazione, ma anche Cortesie per gli ospiti. Jonathan Safran Foer -Ogni cosa è illuminata, Molto forte, incredibilmente vicino-; il mio mito J.K. Rowling e il suo Harry Potter, e poi molti altri, ma la lista sarebbe davvero infinita.
Uno dei miei sceneggiatori preferiti invece è Guillermo Arriaga, che ha lavorato con il bravissimo regista Alejandro Inarritu per la Trilogia sulla Morte, che trovo un capolavoro. Infine, Robert McKee e John Truby sono i miei insegnanti ventiquattrore al giorno, perché ho letto tutti i loro libri e uno di questi lo porto sempre con me.
5) Con quale atteggiamento ti poni verso il lavoro che svolgi, lo vivi come un hobby, come un momento di relax, o un vero e proprio impiego?
Io lavoro con la mia passione, cercando di vivere di questo ogni giorno.
Oggi lo considero a tutti gli effetti un lavoro, ma con molte note piacevoli, come credo sia per chiunque abbia la fortuna di vivere di ciò che ama. Quando ho davanti a me un progetto, svolgo il mio impiego con serietà e concentrazione, cercando di rispettare le scadenze e rendere il cliente soddisfatto del risultato. E faccio la stessa cosa anche quando lavoro su qualcosa di mio, cercando di essere la migliore critica di me stessa ma concedendomi anche di vivere il progetto con più libertà e spensieratezza. L’unica nota dolente è che in questi casi diventa molto più difficile trovare momenti in cui stacchi davvero e pensi a tutt’altro, perché è la tua passione ma è anche il tuo lavoro, per cui ogni occasione è buona per parlare di cinema, scrivere, correggere, riscrivere, tagliare e così via.
Però è la vita che ho scelto, quindi non potrei chiedere di più.
6) Hai delle ambizioni particolari riguardo alla tua passione?
L’ambizione più grande per adesso è vedere un mio progetto sul grande schermo.
So che la strada è impegnativa, ma non mi fa paura; è per questo che sono venuta qui a Londra, perché è il centro europeo del cinema e so che qui potrò avere delle occasioni concrete.
Mi farebbe più paura non provarci e vivere col rimpianto di non aver mai colto l’opportunità. Perché è vero solo in parte che le opportunità capitano; spesso è più vero che le devi inseguire finché non afferri quella giusta.
7) Quanto è “differente” scrivere una storia, (romanzo, racconto etc..) rispetto ad una sceneggiatura? Ci sono dei cambiamenti notevoli, anche dal punto di vista “tecnico”?
Quando si parte pensando a un personaggio, ad una situazione o ad un evento scatenante, la prima cosa da capire è se si tratta di qualcosa di buono. Tutti noi ogni giorno abbiamo molte idee, ma averne una buona è tutta un’altra storia. Dopo aver valutato questo con attenzione, si può iniziare a pensare allo sviluppo di tale idea, e lì si aprono differenti possibilità.
Ci sono soggetti che si sviscerano bene soltanto in un senso, altri che invece sono più elastici e possono andar bene ad esempio sia per un romanzo che per un film. Una volta che si ha almeno chiara la direzione da seguire, allora può partire tutto l’aspetto tecnico e a questo punto si può dire che scrivere un romanzo è molto diverso da scrivere una sceneggiatura. Nel cinema c’è una tecnica ben precisa, qualsiasi sia il genere da raccontare.
Il tempo verbale deve essere l’indicativo presente, le descrizioni sono ridotte al minimo e i dialoghi brevi, ma efficaci. Nel romanzo invece, i tempi verbali possono variare, le descrizioni necessitano di essere approfondite e i dialoghi talora possono apparire più dilatati e introspettivi.
Esistono inoltre dei programmi per computer specifici per scrivere una sceneggiatura, poiché usare un normale documento di testo risulterebbe molto scomodo.
Quindi, in sostanza, romanzo e sceneggiatura possono avere dei punti in comune, ma lo sviluppo tecnico differisce sotto numerosi aspetti.
8) Hai lavorato anche al mediometraggio Suspensum, puoi dirci attraverso il tuo punto di vista, che tipo ti esperienza è stata?
Suspensum è un progetto nato nell’inverno del 2011. Sapevo che non era una sceneggiatura semplice da realizzare per molti motivi, non avevamo un budget né degli attori che potessero rendersi disponibili per intere giornate. Però nessuna delle persone che ci ha lavorato ha mai smesso di crederci. Ci siamo sostenuti a vicenda, ci siamo arrabbiati, consigliati, aiutati. Ma non ci siamo mai arresi.
Io e Filippo (il regista) abbiamo passato molte notti insonni cercando di portarlo alla luce, lavorando sulla sceneggiatura per renderla più a nostra portata (economica e logistica), tagliando, discutendo, prendendo decisioni. Alla fine però, tutto questo impegno ha dato i suoi frutti e Suspensum è stato finalmente concluso. Vederlo proiettato su uno schermo cinematografico mi ha dato una delle soddisfazioni più grandi della mia vita. E’ stato come veder camminare qualcuno sulle sue gambe per la prima volta. E’ stato magico. Perché l’arte alla fine è proprio questo: anni di sacrifici, per un incredibile momento di magia. Solo che quel momento vale tutto il resto, e anche molto, molto di più.
9) Che cosa diresti a chi, come te, ha in mente di sviluppare e accrescere un proprio e preciso talento?
Direi loro di perseverare.
Il talento, qualunque esso sia, è un dono. E i doni non vanno sprecati, ma coltivati. Anche se non ci sentiamo compresi, incoraggiati o supportati, perfino se tutto intorno a noi sembra remare contro la nostra riuscita; e nel mio campo posso assicurarti che sono più le volte in cui cadiamo, rispetto a quelle in cui raggiungiamo la cima.
La mia scalata è ancora molto faticosa, e non posso neanche sapere con certezza se sarà breve o lunga, ma di una cosa almeno sono certa: che comunque vada non avrò rimpianti.
E questo per adesso è più che abbastanza.
10) Quali sono i tuoi prossimi obiettivi?
Intanto, restare qui a Londra il più possibile. Lavorare come sceneggiatrice, fare più esperienze possibili in questo campo per accrescere le mie conoscenze tecniche e arricchire il mio bagaglio di vita.
E poi ho diversi progetti indipendenti nel cassetto, sia cinematografici che letterari, a cui sto lavorando e che spero possano vedere la luce in tempi relativamente brevi, compatibilmente agli impegni quotidiani.
11) Saremmo molto lieti di seguirti anche in futuro, ci farai sapere delle tue prossime iniziative?
Certo, con molto piacere. Vi terrò aggiornati!
Biografia di Alice
Ventisette anni, nata a Livorno.
Dopo il diploma nel 2006, partecipa a numerosi corsi di scrittura creativa e s’iscrive alla facoltà di Lettere Moderne dell’Università di Pisa. Nel 2010 partecipa ad un primo corso di sceneggiatura cinematografica presso la scuola Vertigo di Livorno. Successivamente, dopo una selezione, nel settembre del 2011 viene ammessa ad un Master di secondo livello in Sceneggiatura Cinematografica, presso la scuola di cinema Tracce di Roma, della durata di due anni e svoltosi in collaborazione con la Indigo Film. Ha scritto diversi soggetti, sceneggiature per cortometraggi e film, booktrailer e anche una web series. Attualmente vive a Londra, dove studia cinema e lavora come sceneggiatrice freelance.
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