Le primarie del PD in vista delle prossime amministrative hanno suscitato polemiche e divisioni interne al partito un po’ in tutta Italia.
A Milano ci sono state polemiche per il presunto “cammellaggio” di residenti cinesi in favore di Sala (in realtà sembra che siano stati diversi esponenti della comunità cinese ad invitare i connazionali a sostenere il candidato renziano), a Roma le primarie sono state letteralmente un flop in termini di affluenza e a Napoli Bassolino ha denunciato veri e propri brogli.
Ma le polemiche per le primarie non riguardano solo le grandi metropoli ma anche i piccoli comuni.
È questo il caso di Santa Luce, comune di circa 1700 anime in provincia di Pisa.
Ecco cosa è successo.
Il PD locale inzia il processo di consultazioni per individuare le eventuali candidature già ad Ottobre.
Dopo circa 4 mesi l’unica candidatura sul tavolo è quella del Sindaco uscente Andrea Marini, quindi il Direttivo convoca l’Assemblea degli iscritti il 22 Gennaio proponendo la candidatura unica senza primarie non essendo pervenute altre candidature, come da Statuto.
L’Assemblea approva quindi la candidatura unica senza primarie e la scelta è comunicata alla stampa e alla Federazione Provinciale di Pisa il 25 Gennaio.
Tra il 26 e il 27 Gennaio si tesserano regolarmente 4 persone (di cui 2 membri dell’L’Istituto buddista Lama Tzong Khapa di Pomaia, frazione di Santa Luce) .
Poi l’1 Febbraio la Federazione di Pisa comunica al Direttivo locale l’avvenuto tesseramento (con adesione direttamente al Coordinamento provinciale) di altre 23 persone, quasi tutte (circa il 95%) riconducibili all’Istituto buddista.
Tenendo conto che al 22 Gennaio l’Assemblea degli iscritti era costituita da solo 12 persone in totale, potremmo dire che con il tesseramento di 27 persone in pochi giorni è messa in atto una vera e propria scalata al partito.
Infatti è difficile da credere che casualmente ben 27 persone abbiano deciso in maniera del tutto individuale di tesserarsi al partito quasi contemporaneamente proprio a pochi giorni dalla delibera che ha determinato il candidato sindaco.
Sembra molto più credibile che si sia trattato di una scelta collettiva di un gruppo di persone contarie alla scelta dell’Assemblea del 22 Gennaio.
Tra l’altro secondo quanto riportato dall’ex Segretario locale, Enza Mascia, i 23 tesseramenti sarebbero stati presentati tutti insieme alla Federazione provinciale da uno dei 4 tesserati del 27 Gennaio.
Patrizio Loprete, vice direttore dell’Istituto buddista, che è tra i 23 tesserati di Febbraio accusa la vecchia segreteria di aver rifiutato di effettuare i tesseramenti e con tale rifiuto giustifica il tesseramento di massa presso la sede provinciale.
Ma l’ex Segretario Mascia nega in toto tali accuse, sottolineando che i tesseramenti proposti a livello comunale tra il 26 e il 27 Gennaio sono stati tutti regolarmente effettuati.
Il 19 Febbraio la Commissione di garanzia della Federazione di Pisa valuta perfettamente legittimi i 23 tesseramenti dell’1 Febbraio e il 25 dello stesso mese La Federazione provinciale, nella persona di Nicola Landucci, solleva la Mascia dall’incarico e dispone il commissariamento. Quindi il “gruppo dell’Istituto buddista” con le sue 25 tessere determina la candidatura di Giamila Carli, anche lei ex Sindaco di Santa Luce ed ex Vice-sindaco di Cecina.
Questa sopravvenuta candidatura, da Statuto, comporterebbe le primarie, ma il vecchio direttivo e il Sindaco uscente Andrea Marini, forti del sostegno degli alleati PSI e SEL, non ci stanno e decidono di andare avanti con la candidatura che era stata decisa il 22 Gennaio senza accettare di prendere parte alle primarie imposte da chi, durante il percorso pubblico per la scelta del candidato sindaco durato quasi 4 mesi, non avrebbe (secondo quanto riportato dall’ex Segretario Mascia) fatto pervenire alcuna proposta, salvo poi mettere in atto una vera e proprio scalata al partito in pochissimi giorni. Quindi quasi certamente le primarie non avranno luogo, ma ancora una volta “le sinistre“ correranno separate con, da un parte, la candidatura della “nuova gestione” del PD di Giamila Carli e, dall’altra parte, quella del “centro-sinistra” (ex PD, SEL e PSI) del sindaco uscente Andrea Marini.
Era già successo nel 2008. Allora le divisioni della sinistra avevano portato alla vittoria del centro-destra. C’è il concreto rischio che la storia si ripeta.
Ma cosa c’è dietro questa spaccatura del PD di Santa Luce?
È molto probabile che il deterioramento dei rapporti tra l’amministrazione comunale e la direzione dell’Istituto buddista, che si è sviluppato negli ultimi anni, possa essere la causa dietro questa “scalata” al Partito Democratico santalucese.
Nel 2013 l’Istituto Buddista aveva proposto un ricorso al Tar chiedendo un risarcimento per un milione di euro contro lo stop del Comune alla costruzione del nuovo Monastero buddista.
L’Amministrazione Comunale però non poteva fare altrimenti essendo necessario un nuovo piano urbanistico per poter procedere a costruzioni di quelle dimensioni. Più tardi l’Istituto, forse resosi conto della correttezza della posizione del Comune, ritirò il ricorso.
Più recentemente ci sono stati attacchi da parte della direzione dell’Istituto buddista all’Amministrazione comunale perché questa avrebbe rifiutato di posizionare dei cartelli stradali atti ad indicare la direzione dell’Istituto buddista. Però, secondo l’ex Segretario del PD Mascia, in Comune non sarebbe mai pervenuta alcuna richiesta in tal senso.
Ovviamente i “lama“, maestri spirituali della comunità buddista, sono del tutto estranei alla vicenda, non occupandosi delle “questioni materiali e terrene” della direzione, che è affidata a membri laici del’Istituto.
Difficile dire quali siano i reali interessi dietro questi scontri interni al PD, certamente è la prima volta che ad essere protagonisti delle turbolente vicende politiche siano dei, normalmente poco bellicosi, buddisti tibetani.
Tommaso Viscusi
Fernando Petrolito
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