Il 19 settembre è finalmente uscita nelle sale italiane l’ultima fatica del regista premio oscar Ron Howard. Si tratta di Rush, film basato sulla rivalità tra i due piloti di Formula 1 Niki Lauda e James Hunt. Il loro antagonismo divenuto leggenda comincia dalle trafile della Formula 3 fino a culminare nella massima serie automobilistica.I due piloti impersonati rispettivamente da Daniel Bruhl (Bastardi senza gloria) e Chris Hemsworth (Thor) non potrebbero essere più diversi, l’austriaco è introverso, metodico ed estremamente professionale nel suo lavoro mentre l’inglese è un playboy che si gode la vita come se non ci fosse un domani.
È inevitabile che tra i due sia odio a prima vista.
La pellicola ripercorre tutte le tappe della loro storia iniziando dalle piste dilettantistiche della Formula 3, rivivendo le varie vicende personali dei protagonisti, passando tra le fiamme del tragico incidente del Nurburgring, sino all’eroismo di Lauda nel tornare in pista per giungere all’epica conclusione di quel gran premio del 1976 all’ombra del monte Fuji. Quello che colpisce a prima vista è l’ottima scelta del cast ed è impressionante la somiglianza tra gli attori ed i personaggi reali. Inoltre i due attori principali sono molto bravi a calarsi nei panni dei protagonisti e a renderli a pieno con il loro carattere, le loro sfumature e così Hunt e Lauda sembrano prendere realmente vita sullo schermo.
Le riprese sono avvenute tra Gran Bretagna, Germania e Austria e le corse, per la gioia degli appassionati di automobilismo, sono state ricreate dal vivo. Ron Howard compie un gran lavoro con le riprese e la miriade di inquadrature usate durante le gare, a volte sembra dare quasi un taglio documentaristico ai vari gran premi ma le sue riprese sono coinvolgenti e capaci di emozionare appagando tutti gli amanti di questo sport. In particolar modo le scene in cui viene ricreato il gran premio e soprattutto l’incidente avvenuto sul già citato circuito tedesco sono a dir poco da brividi.
Per quanto riguarda il sonoro ci pensa un certo Hans Zimmer che, come sempre, compone per l’occasione qualche piccolo capolavoro. Anche la sceneggiatura, opera di Peter Morgan, è brillante: capace di sottolineare con grandi battute i vari avvenimenti, anche tragici, ma anche in grado di stemperarli e sdrammatizzare. C’è da dire che in un’opera del genere la sceneggiatura può presentare dei limiti perché ci sono momenti in cui le parole non servono o mal si adattano e allora i silenzi, gli sguardi degli attori fanno il resto, e lo fanno molto bene.
È un lavoro ben fatto sotto ogni punto di vista ed il regista, cosa per niente scontata in questi casi, riesce a restare molto fedele ai fatti realmente accaduti. Rush è uno di quei film capace di emozionare tutti, amanti della Formula 1 e non, poiché esso è molto di più che un semplice film sportivo sulle corse di macchine. Si racconta una storia vera, quella di due uomini che sono stati così tanto in lotta tra loro sulla pista ma che al di fuori di essa si sono tanto rispettati e della loro passione, vissuta continuamente nel tentativo di riuscire a sorpassare i loro limiti e di ingannare la morte all’ultima curva.
Alessio Nicolosi
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