3 Dicembre 2024

Una rilettura decisamente ironica e drammatica quella operata dal regista Leo Moscato che ha abilmente ripreso il classico testo di William Shakespeare, Rome e Giulietta, affidando i ruoli principali ad Alessandro Besentini e Francesco Villa, coppia storica della comicità teatrale e televisiva italiane meglio conosciuta come Ale & Franz. Lo spettacolo “Romeo & Giulietta. Nati sotto contraria stella” è stato presentato con successo lo scorso 11 gennaio al Teatro Verdi di Pisa.

Ph Yasuko Kageyama

Romeo e Giulietta

Una compagnia di attori “sgangherata” decide di mettere in scena la tragedia delle tragedie: Romeo e Giulietta. In perfetto stile elisabettiano sette attori interpretano più ruoli, ricoprendo anche quelli femminili. Un doubling che non disturba la visione dello spettatore, soprattutto nei celebri monologhi di Giulietta (Ale) e Romeo (Franz) nei quali siamo travolti dalla drammaticità della scena.


Lo spettacolo inizia con una premessa degli attori verso il pubblico: la specialità della compagnia è quella prendere le storie e “massacrarle”. Dalla bizzarra partenza e conoscendo gli sketch del duo comico, ci si aspetta uno show di cabaret dall’inizio alla fine, invece l’unica cosa prevedibile è la tragica morte dei due giovani amanti.

Accanto al duo comico Paolo Graziosi, Eugenio Allegri, Marco Gobetti e Marco Zannoni hanno dato vita a divertenti battibecchi e colpi di scena, enfatizzando varie sfumature di ogni personaggio.

Il testo è rivisitato nei punti giusti senza essere stravolto nella forma, rispettando con grande pregio le parole dall’esimio poeta con l’aggiunta di gaffe, battute rubate e licenze di vario tipo.

Di particolare rilievo è l’utilizzo drammatico degli elementi scenici che caratterizzano i vari ruoli, accentuato da un disegno luci che ne mostra tutta la potenza scenica e simbolica. La morte dei personaggi principali, per esempio, è abilmente risolta con l’adagiare in proscenio degli oggetti identificativi: il cappello bordeaux di Mercuzio, l’elmetto rosso di Tebaldo, il fazzoletto bianco di Romeo e l’ombrello a pois di Giulietta.

La scenografia di Carla Ricotti si compone di volta in volta in modo bizzarro con materiali riciclati, corde, teli, recipienti e cartelli autostradali. Così come i costumi, originali e con echi dell’epoca elisabettiana apparentemente malridotti, evidenziano una ricerca e cura dei dettagli.

Ph Yasuko Kageyama

Inoltre, la complessità della storia è resa fluida dall’accompagnamento sonoro eseguito dal vivo da un’impeccabile e ironico Roberto Zanisi, su musiche originali di Dario Buccino.


Ph Yasuko Kageyama

Lo spirito giocoso della prima parte è contrapposta a una seconda messa a completo servizio di Shakespeare. Qui la drammaticità della storia cattura l’attenzione del pubblico che, seppur conosciuta e abusata, emana il suo fascino intramontabile.

Uno spettacolo che ha sicuramente diviso il pubblico. Chi si aspettava una semplice visione leggera e comica, si è trovato davanti a un titolo di prosa, in una forma solo in apparenza “sgangherata”, ma che ha fatto emergere un cast di attori affiatato, con interpretazioni profonde e mai scontate.

 

 

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Marta Sbranti

Marta Sbranti, classe 1989. Dopo il Diploma presso l'Istituto d'Arte Franco Russoli di Pisa mi sono laureata in Scienze dei Beni Culturali curricula storico-artistico. Ho conseguito la Laurea Magistrale in Storia delle Arti Visive, dello Spettacolo e dei Nuovi Media, presso l'Università di Pisa. La mia tesi di laurea "Musei e Danza" unisce le mie due grandi passioni la danza e l'arte, che coltivo fin da piccola.
"Toccare, commuovere, ispirare: è questo il vero dono della danza".
(Aubrey Lynch)

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