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Romeo e Giulietta al Teatro Goldoni

Romeo e Giulietta, l’archetipo dell’amore perfetto ma contrastato dalla società. Dalla penna di Shakespeare alla trasposizione in balletto di Prokof’ev, una delle storie d’amore più popolari e conosciute è andata in scena domenica 20 dicembre al Teatro Goldoni, protagonisti i giovani danzatori della compagnia Junor Balletto di Toscana. Il teatro livornese per un pomeriggio ha ospitato nel suo palcoscenico le vicende amorose dei due giovani Capuleti e Montecchi, nella personale visione messa in scena dal coreografo di fama internazionale Davide Bombana.

Il balletto – in un atto unico – inizia con un flask-back. I cadaveri dei due giovani amanti sono distesi a terra, uno sopra l’altro. Le loro madri sono di fronte a loro, intorno a loro, in una danza del dolore infinita. I Montecchi e i Capuleti sono due mondi opposti e contrastanti, due visioni della società differenti: gli uni rappresentano l’Occidente, conformato, uniforme, sintetizzato in uno smoking; gli altri rappresentano l’Oriente, gli “estranei”, giunti in una nuova realtà con i loro usi e costumi riassunti negli hijab (il tipico velo che copre capelli e collo delle donne musulmane). Da subito c’è tensione tra le due fazioni, si avverte la paura del diverso – sottolineata con grande ingegno dall’uso dei cartelli stradali di divieto d’accesso – e allo stesso tempo la voglia di farsi accettare, pur mantenendo le tradizioni.

La drammaturgia è stata riadattata in chiave contemporanea e così anche i personaggi – la Balia infatti si sostituisce con una migliore amica di Giulietta.

Dopo il primo incontro, per i due giovani l’amore rappresenta un nuovo inizio insieme, più forte delle disuguaglianze, delle diversità e persino della morte. Ma in successione, prima Mercuzio, poi Tebaldo e alla fine Romeo e Giulietta cadono vittime dei contrasti e delle ostilità di una società che non vuole accettarsi ne comprendersi. Il tragico finale shakespeariano viene rielaborato sovrapponendosi alla straziante vicenda di Admira e Bosko (lei musulmana, lui il suo fidanzato serbo), soprannominati i Romeo e Giulietta di Sarajevo, uccisi a colpi di fucile nel tentativo di scappare dal macello della città, durante la sanguinaria guerra in Bosnia ed Erzegovina, circa vent’anni fa. I loro corpi furono ritrovati abbracciati, in un lungo ed eterno addio, esattamente come accade in questo Romeo e Giulietta, dove per i giovani amanti sopraggiunge la morte proprio mentre stanno già fuggendo verso un futuro migliore, lontano dalle incomprensioni e dalle diffidenze.

Ed è quindi sulle note di Prokof’ev che il coreografo milanese attua la sua personale versione di Romeo e Giulietta dove, in una scenografia minimalista che si lascia esprimere attraverso l’uso delle luci,

sembra cogliere in profondità questo senso di frustrazione, smarrimento e desolazione di fronte all’incapacità di invertire uan dinamica antica come l’uomo che si ripete, in portate diverse, dalla faida nobiliare, alla lotta sociale fino al conflitto etnico.

Così, i giovani e talentuosi ballerini dello Junior Balletto di Toscana aprono la stagione di danza realizzata da Fondazione Teatro Goldoni e Fondazione Toscana Spettacolo. Partito nel 2002 come “spin off” dell’attività didattica dell’omonima Scuola, lo Junior Balletto è una realtà artistica analoga a celebrate esperienze internazionali. La compagnia – diretta da Cristina Bozzolini – è formata da giovani dai 16 ai 21 anni  ed affronta palcoscenici  nazionali e internazionali sempre più prestigiosi, in diversi stili coreografici.

 

Coreografia: Davide Bombana; Musiche: Sergej Prokof’evScene e luci: Carlo Cerri; Costumi: Santi Rinciari.

 

Annalisa Castagnoli

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