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Rimedi letterari per affrontare un viaggio.

Il viaggio è un tema trito e ritrito e proprio per questo vogliamo iniziare con lui, perché questa rubrica ha la pretesa di essere coraggiosa, a suo modo. Il viaggio non significa solamente prendere un aereo, non è un mero spostamento fisico, anzi, spesso è solo uno stato mentale, uno stato di moto o di quiete, a seconda della mente che lo ha intrapreso e della forza che ha portato il cambiamento. Tirar fuori la metafora della vita come viaggio risulterebbe veramente banale, ma il sottinteso vi deve essere arrivato. Quello che noi proponiamo con questa nostra Farmacia Letteraria è di propinarvi la giusta dose di pillole letterarie, ma sta a voi fare la diagnosi di voi stessi. Sta a voi capire se siete in viaggio, perché per certe cose non si possono proprio stilare liste oggettive.

Siete in viaggio? Provate a farvi accompagnare dai nostri rimedi letterari.

ON THE ROAD, Jack Kerouac.

[…] Qual è la tua strada amico?… la strada del santo, la strada del pazzo, la strada dell’arcobaleno, la strada dell’imbecille, qualsiasi strada. È una strada in tutte le direzioni per tutti gli uomini in tutti i modi. “

Pilastro della Beat Generation prima e Bibbia per l’adolescente ribelle che vuole legittimare la propria voglia di fare casino poi, “Sulla Strada” non può essere liquidato in due parole, ma noi vi forniamo solo le pillole. Si tratta di un viaggio, un’esperienza per lo più autobiografica dello scrittore, che si sposta anche fisicamente, ma cresce, va avanti nel suo percorso mentale attraverso le sue avventure random. Una scrittura un po’ “maschile”, un punto di vista netto e marcato che però, stranamente, è in un certo qual modo universale. Quale è la tua strada, amico? Che siate dei bohèmienne dall’aria disperata o dei businessman da prima classe in aereo, o uno dei due in potenza questo è il libro ideale per un viaggio. Se poi vi trovate negli States, allora è tipo il vostro diario. Non è il solito malloppone letterario, forse in certi punti la narrazione scorre un po’ lenta, ma è un libro adatto anche ai non-bibliofili.

La ricerca dell’assoluto, René Magritte.

 

 

 

SIDDHARTA, Hermann Hesse.

“E tutto insieme, tutte le voci, tutte le mete, tutti i desideri, tutti i dolori, tutta la gioia, tutto il bene e il male, tutto insieme era il mondo. Tutto insieme era il fiume del divenire, era la musica della vita. E se Siddharta ascoltava attentamente questo fiume, questo canto dalle mille voci, se non porgeva ascolto né al dolore né al riso, se non legava la propria anima a una di quelle voci e se non s’impersonava in esse col proprio io, ma tutte le udiva, percepiva il Tutto, l’Unità […].”

Se invece il vostro è un viaggio metafisico e non fisico, e avete la fissa di guardarvi intorno come moderni Diogene in jeans attillati e camicia a quadri, allora un ottimo compagno può essere Siddharta di Hermann Hesse. L’omonimo protagonista è uno che cerca l’Assoluto, che sonda la vita e l’essere Uomo, assaporandone la gioia ma anche il dolore che inevitabilmente comporta. Siddharta, come ogni giovane animato da un’ accecante e ambiziosa sete di conoscenza, esplora tutti i campi del sapere del suo tempo. Ma valeva la pena saper tutto questo, se non si sapeva l’uno e il tutto, la cosa più importante di tutte, la sola cosa importante? – si chiede il protagonista. Di esperienza in esperienza, dall’ascetismo praticato dagli scarni Samana, ai piaceri della carne predicati dalla bella ed intelligente cortigiana Kamala, fino a raggiungere, insoddisfatto di ogni dottrina e di ogni indagine filosofica, l’illuminazione, semplicemente immergendosi nel fiume della vita: “[…] e allora il grande canto delle mille voci consisteva in un’unica parola, e questa parola era Om: la perfezione”.

 

 

Le voyage, Charles Baudelaire.

“ Per il ragazzo, amante delle mappe e delle stampe,
l´universo è pari al suo smisurato appetito.
Com´è grande il mondo al lume delle lampade!
Com´è piccolo il mondo agli occhi del ricordo!”

Se siete amanti della poesia, o semplicemente non avete tempo e voglia di cimentarvi nella lettura di un nuovo romanzo, allora non si può che somministrare la lettura ( a voce obbligatoriamente sommessa e in luogo scarsamente illuminato) de “Le voyage” (“Il viaggio”) di Charles Baudelaire. Abbandonatevi alla musicalità quasi lasciva del leggero susseguirsi delle parole; assaporatene la forza evocativa e, per un attimo, cessate di essere vittime passive della Noia, di quell’opprimente “mostro delicato”.

Un ultimo consiglio:

Partire? Restare? Se puoi restare, resta;/ parti se devi”.

 

 

Alice e Melissa.

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