Venerdì 21 aprile, ore 18,00, presso la Villa del Presidente, via Marradi, 116, con la partecipazione del Comune di Livorno e della Provincia di Livorno, verrà presentato il volume “Ribelle e mai domata – canti e racconti di antifascismo e resistenza”.
Interverranno Luciana Romoli, la cui storia di partigiana è raccontata nel volume, e Giampaolo Baglioni, antifascista.
Le storie e i canti di questo lavoro coprono un periodo che, dal 1922, arriva fino ai nostri giorni perché la guerra partigiana è solo il culmine di una Resistenza che inizia con l’aggressione delle squadre fasciste ai quartieri popolari e si rinnova quotidianamente nella difesa dei valori per i quali si sono battute intere generazioni. Animano il racconto voci di donne, che ripercorrono la propria esperienza in una dimensione affettiva e politica, nella quale il ricordo di momenti traumatici, come il confino, la clandestinità e la lotta armata, è rigato da considerazioni più personali come la dignità offesa, l’amore contrastato, la sofferenza del corpo, restituendo così alla soggettività femminile un ruolo a lungo cancellato dalla memoria pubblica e istituzionale al punto da intendere la Resistenza come un fenomeno politico, fatto per lo più da protagonisti maschili. Stornelli e parodie, strofette e ottave rime, alternati a brani di cantautori proletari, evidenziano l’esistenza di una tradizione di canto partigiano e antifascista che interessa tutta l’area centro-meridionale del paese, dal Lazio alla Sardegna, dall’Umbria alla Campania, dall’Abruzzo alla Toscana.
Il primo episodio della storia partigiana di Luciana Romoli, nata nel 1931, risale a quando aveva otto anni; in terza elementare fu infatti espulsa da “tutte le scuole del Regno” per aver difeso la compagna di classe Debora, legata per le trecce a una finestra dalla maestra perché ebrea. Pochi anni più tardi, nonostante le perplessità dei comandanti per la sua età, entrò insieme alla sorella nelle fila della Resistenza romana con il pericoloso e delicato ruolo di “staffetta” mettendo spesso a rischio la vita per via del materiale compromettente che trasportava in bicicletta e distribuiva. Nel dopoguerra è stata operaia tessile, militando sia nel sindacato sia nelle associazioni giovanili comuniste. Ha poi lavorato presso la Direzione del Pci, ha ripreso gli studi da cui era stata esclusa e, a 47 anni e con tre figli, si è laureata in Biologia.
Ha svolto a lungo opera di volontariato presso l’Associazione per i diritti delle donne lavoratrici italiane e straniere; attualmente gira l’Italia con la sua testimonianza di resistenza, “ribelle e mai domata”, spesso insieme al marito e compagno di lotta Giampaolo Baglioni, testimone diretto delle persecuzioni razziali e della Shoah che colpì anche la sua famiglia materna, ebrea di origine polacca – venivano da Łódź – sterminata in lager dai nazisti.
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