Recensione di Rio
Carnevale di colori a suon di samba e canzoni orecchiabili, ecco cosa Rio propone al pubblico su un vassoio d’argento, figlio di Carlos Saldanha il quale aveva già diretto L’Era Glaciale ed i suoi due seguiti portando in alto il nome della Blue Sky Studios e facendola conoscere al grande pubblico come una concorrente nel campo dei film di animazione della più nota Disney Pixar.
Rio, senza voler rivoluzionare i canoni classici su cui si basano i film indirizzati prettamente ad un pubblico di giovani, riesce nella sua semplicità, nei suoi colori e nelle sue sfumature ad essere un prodotto godibile ed interessante che saprà divertire i più piccoli e al tempo stesso soddisfare i grandi;
Ecco dunque che, esattamente come era successo per Ice Age, Saldanah da maggior spessore ancora una volta sul grande schermo agli animali prima degli umani, che qui come non mai non solo vengono messi in una luce quasi ambigua e talvolta anche un po’ banale, ma proprio su di essi il regista scaglia la critica più grande ed al contempo reale, accusandoli apertamente di essere i veri responsabili della rovina e del degrado della natura. Una lettura, dunque, interessante nonché molto attuale dato che oggi giorno sono sempre più presenti commercianti ed uomini d’affari a cui poco importa se quel che si vende è un esemplare in estinzione da cui dipendono le sorti di una intera specie o se esso sia ancora vivo ed in buone condizioni.
Tuttavia, se volessimo essere ancora più precisi e addentrarci ancor di più nel dettaglio della pellicola, va detto che Rio, tra rocambolesche avventure e personaggi sopra le righe, spassosi e mai troppo stereotipati, mostra una faccia della società brasiliana da tenere concretamente in considerazione. Di fatto magari ad una visione superficiale tutto ciò non salta istantaneamente all’occhio, ma regista e troupe sono riusciti a mostrare alcuni dei “difetti” della città di Rio De Janeiro, e per estensione di tutto il Sud America,
La pellicola della Blu Sky inoltre gioca molto con la fotografia, l’estetica, grazie alle tante specie di pappagalli, con le canzoni e le scenografie proponendo una trasposizione di Rio veramente fedele e curata, tanto scatenata quanto oscura, ma pur sempre pacifica e completamente presa dal carnevale la cui fama non smette mai di scemare con il tempo. Ottime, inoltre, le animazione e la realizzazione degli uccelli, sopratutto per quanto riguarda i due protagonisti, legati assieme più da una (non) necessità che dalla volontà, mentre un po’ troppo poco originali nonché curate le animazioni ed i modelli per gli umani, aspetto che in futuro è bene migliorare poiché, alla fine, per quanto di scarsa importanza sia ciò questo rappresenta l’unica vera falla del film,
Rio è una pellicola che ci sentiamo caldamente di suggerire, non tanto per la sua storia, originale ma essenzialmente già vista in alcuni frangenti ed espedienti, quanto per il messaggio ambientalista/animalista/umanitario che quest’ultima vuole dare a voi tutti e che riuscirà ad arrivare con semplicità sia agli adulti che ai più giovani. Con un’esplosione di colori che ancor oggi pochi lungometraggi di animazione ci hanno saputo offrire, con un protagonista macao tanto simpatico quanto a volte insopportabile, l’ultima fatica di Saldanah è una gioia per gli occhi e per le orecchie, un divertimento per i piccoli ed un intrattenimento intelligente per tutti.
Claudio Fedele