I viaggi nel tempo hanno sempre destato la curiosità dei tanti cineasti che hanno contribuito a fare la storia del cinema. Quando, di fatto, si parla di infrangere le barriere dello spazio-temporale non posso non venire in mente pellicole come la trilogia di Ritorno al Futuro di Zemeckis, la serie di Terminator, il cui primo capitolo fu diretto da James Cameron (Avatar; Titanic), L’Armata delle Tenebre realizzato da Sam Raimi nel 1993 o L’Esercito delle 12 Scimmie di Gilliam. Tutti questi film, in un modo o nell’altro, parlano di individui che hanno viaggiato a ritroso (o in avanti) nei secoli e la lista, come potete ben immaginare, non si ferma assolutamente qui, poiché questo è uno dei temi che hanno sempre più affascinato l’uomo! Poteva l’anno 2012 essere esente da questo preciso genere di film a stampo fantascientifico? Certo che no! La Disney (che si è occupata della distribuzione nei cinema italiani), co-finanziata da case di produzione cinematografiche cinesi, decide di dare alla luce il film Looper, scritto e diretto da Rian Johnson e con protagonisti Joseph Gordon-Levitt, Bruce Willis e Emily Blunt. Cosa sarà mai uscito fuori da tutto ciò? Scopritelo leggendo la nostra recensione!
I loopers sono dei killer su commissione le cui vittime provengono dal futuro grazie a viaggi nel tempo illegali. Il metodo è semplice: uccidere i malcapitati con un colpo alla testa e far sparire il corpo di una persona che tecnicamente in quell’epoca non esiste. Ma il sistema, efficace e pulito, si sporca quando un giorno il looper Joe (Gordon-Levitt) scopre che il suo prossimo bersaglio sarà… se stesso. Come finirà il duello?
Alla sua terza fatica Johnson decide di parlare del futuro e del presente, in un film che lo vede al contempo sia regista che sceneggiatore. Il risultato è sotto un certo aspetto soddisfacente, ma non privo di (evidenti) difetti. Partiamo dalla regia, che è molto buona e gestisce in modo più che discreto i 118 minuti di cui è composto Looper senza mai apparire troppo piatta o caotica. Il film-maker se la cava bene sia nelle scene di azione, che non sono poche, sia nel saper dare il ritmo giusto alle sequenze, alternando i momenti lenti a quelli più concitati. Inoltre, fattore ancora più importante, sebbene non si riesca a scorgere in modo chiaro la mano e la personalità di chi sta dietro alla macchina da presa, il film riesce ad intrattenere senza mai risultare troppo prolisso. Certo, in alcune occasioni si poteva fare di più e sarebbe stata necessaria una spinta ed un coraggio che Johnson decide di tenere a freno adeguandosi così agli standar e filmando un prodotto che da una parte gode di una certa originalità, ma che dall’altra, in alcuni momenti, appare un po’ derivato e prevedibile (sopratutto nel finale!). In un certo senso, lo si può benissimo notare sempre di più con il progredire della storia, il lungometraggio prende spunto, in molti casi, da altri film fantascientifici o fumettistici (alcuni personaggi riescono a far levitare gli oggetti, questo vi ricorda qualcosa?) e mette fin da subito in chiaro un particolare di estrema importanza, essenziale per entrare appieno nella natura del prodotto, che quest’ultimo non è assolutamente incline a stare ad ore a “discutere” sui paradossi e le problematiche a cui si va incontro quando si ha a che fare con il tempo ed il futuro. Scordatevi, dunque, lunghi giri di parole filosofici o esperimenti scientifici sul come ed il perché accadano determinate cose, non dovrete pretendere da Looper questo poiché sarebbe assolutamente tempo perso. Quello che dobbiamo capire in questo caso è che l’opera è stata concepita come blockbuster e tale deve rimanere. Certo, in tutta onestà, alcune lacune e debolezze a livello di sceneggiatura non possono passare inosservate e Johnson non può pretendere che il pubblico passi in rassegna errori a volte di natura logica su alcuni avvenimenti; inoltre è bene sottolineare che l’elemento “romantico” con annessa una love story (appena accennata), che vede protagonista Joe, è del tutto fuori luogo e non giova più di tanto alla pellicola, allungandone ingiustificatamente la durata. Essenziale invece è quella ambientata nel futuro tra Willis ed una donna di Pechino che diverrà in seguito sua moglie.
Per quanto riguarda il cast non possiamo non apprezzare la performance di Joseph Gordon-Levitt, qui truccato in modo tale da ricordare per espressività e sguardo la sua controparte proveniente dal futuro. Il giovane dà ancora una volta prova del suo talento, sebbene non sia (qualitativamente) al top della forma, forse a causa di una troppo eccessiva legnosità facciale che lo penalizza in un po’ troppe occasioni. Willis recita (come sempre) a suo modo e si trova indubbiamente molto più a suo agio nelle scene di azione con mitra e pistola in mano che in quelle di dialogo. La Blunt fa un po’ il minimo sindacale, ma nel complesso convince abbastanza. Tra gli attori coinvolti ricordiamo inoltre Paul Dano (troppo sacrificato e poco sfruttato!) e Jeff Daniels, qui nelle vesti del cattivo di turno. Le scenografie sono poco ispirate e le location si riducono ad una manciata di set che indicano lo scarso budget (per gli standar di film di questo tipo) di cui il regista disponeva. La città, così come i mezzi a due o quattro “ruote” sono troppo poco originali e gran parte del lungometraggio è girato in campagna, eccezion fatta per una sequenza realizzata interamente in Cina, esteticamente, forse, la più bella e ispirata. La fotografia a degli alti e bassi, penalizzata nella versione blu-ray da una pessima definizione in alcuni frangenti.
In definitiva, Looper è un film che riusciamo a promuovere e a cui diamo una sufficienza grazie, principalmente, al modo in cui quest’ultimo riesce ad intrattenere e divertire, andando, di tanto in tanto a toccare alcuni temi importanti quali il libero arbitrio e le conseguenze che nascono dalle nostre scelte collegate alle tante altre ripercussioni che esse hanno sul futuro non solo del singolo individuo, ma dell’intera umanità. Un prodotto tecnicamente valido, anche se non eccezionale, supportato da un discreto cast. Non privo di difetti, di lacune riguardo allo script e alla vicenda narrata, il terzo lungometraggio di Johnson merita, ad ogni modo, di essere visto almeno una volta e si pone al pubblico come un blockbuster in piena regola che non cerca di scavare negli oscuri meandri della fisica e della scienza, ma che dal tempo prende spunto per dare alla luce un buon thriller fantascientifico che non annoia e intrattiene il giusto. Si poteva fare molto di più, a partire dai personaggi, si potevano gestire meglio alcune sequenze, così come potevano essere meglio realizzate alcune scenografie, ma Looper porta a casa, comunque, il nostro consenso e la nostra approvazione!
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