Dopo lo scoppiettante, quanto geniale esordio con L’alba dei Morti Dementi nonché primo tassello di quella che sarà la “The Three Flavours Cornetto Trilogy”, lo scatenato trio composto da Edgar Wright, Simon Pegg e Nick Frost torna a far parlare di sé con Hot Fuzz; siamo nel 2007, sono passati ben 3 anni da Shaun of the Dead e stavolta non saranno gli zombie (o non morti, che dir si voglia!) ad essere presi in giro, bensì gli Action-Movie. Dopo aver sbancato i botteghini nel Regno Unito e in gran parte del resto del mondo, ed aver convinto critica e pubblico, i più noti rappresentanti della comicità made in England danno nuovamente alla luce una pellicola basata, essenzialmente, sulla parodia. Wright torna alla regia, Pegg collabora alla sceneggiatura e Frost gli fa da spalla sulla scena. Cosa, dunque, sarà uscito fuori stavolta? Si sarà sentita una certa pressione nella realizzazione/scrittura di questo secondo capitolo e le aspettative saranno state soddisfatte? Se state cercando delle risposte, a tutte queste domande, non vi resta che continuare la lettura della recensione che Uninfonews.it ha fatto per voi! Buon proseguimento!
Con la scusa di una promozione a sergente, l’agente Nicholas Angel (Simon Pegg) è stato spedito, suo malgrado, in uno sperduto paesino di campagna, chiamato SandFord, a 250 km da Londra e dove conoscerà il suo nuovo collega: Danny Butterman (Nick Frost). Ma la pace e la serenità della tranquilla cittadina viene presto sconvolta da una serie di morti apparentemente accidentali che porterà il segugio Angel su una pista inquietante…
Con questa nuova pellicola regista e attori dimostrano ancora una volta di essere imbattibili nel saper amalgamare humour, parodia, ironia e genialità, dando vita ad seguito che riesce a brillare di luce propria, che non sente il necessario bisogno di stupire e ammaliare attraverso nuovi espedienti, ma che segue parallelamente il percorso fatto con il primo film della Trilogia del Cornetto. La differenza, ovviamente, sta nella scelta delle ambientazioni, dei personaggi e della trama. Lasciati gli zombie, le città desolate ed i tanti riferimenti ai film di Romero, Wright e Pegg puntano il dito contro un altro tipo di cinema: quello degli action-movie e delle pellicole poliziesche che hanno caratterizzato in modo massiccio gli anni ’90 e 2000. Nel girare la classica storia con protagonisti due poliziotti (Pegg e Frost), completamente diversi per carattere e origini, il regista inserisce all’interno della pellicola tutta una serie di citazioni e omaggi. Non c’è da sorprendersi se alcuni degli spettatori più attenti noteranno dei particolari che potrebbero far ricordare film “di vecchia data” quali Leon, The Departed – Il bene e il maleo che una certa inquadratura, realizzata dentro il cofano di una macchina, faccia venir in mente lo stile di Quentin Tarantino. Wright mescola così la farsa con il citazionismo, spaziando di genere in genere e arrivando a toccare, in alcuni momenti, persino l’horror, qui usato in maniera assai moderata, ma comunque presente. C’è, sopratutto nel finale, una leggera vena splatter e molti riferimenti a Scream di Craven anche se, bisogna dirlo, puramente estetici e messi in secondo piano. Tutto ciò, ovviamente, non rappresenta il nucleo dell’opera, ma sono comunque piccoli aspetti che fa piacere notare ed evidenziare. Inutile mettere in luce il fatto che Hot Fuzz riesca ottimamente nel compito di ridicolizzare e parodiare tutti quei film (citati esplicitamente anche all’interno del lungometraggio) alla Bad Boys. Tuttavia, al contrario de L’alba dei Morti Dementi, questo lavoro si prende, sopratutto nella seconda parte, leggermente troppo sul serio; forse, tutto questo, è dovuto anche alla natura stessa della storia che, per quanto demenziale, ha comunque una sua ossatura e bisogno di essere portata a termine in modo sensato e non banale, trattandosi comunque di un’indagine investigativa. La regia è ottima e lo stile di Edgar Wright è sempre ben chiaro e riconoscibile sebbene qui venga leggermente stravolto in alcune sequenze poiché necessita di riprendere tecniche e movimenti di camera tipici dei registi come Michael Bay. Il tutto però non stona mai, complice anche un discreto montaggio, rendendo il film sempre godibile e chiaro nella messa in scena.
Il cast vede l’ennesima collaborazione tra Simon Pegg e Nick Frost, qui ancora una volta in stato di grazia. La coppia funziona a meraviglia per tutta la durata del film (si parla di quasi 120 minuti) e i faccia a faccia tra i due non rallentano o appesantiscono mai il prodotto, anzi, la grande differenza psicologica che caratterizza i due personaggi da loro interpretati mette sempre in luce l’aspetto più riuscito di tutta la produzione. Il resto del cast funziona discretamente, anche se, tuttavia, ci sentiamo di sottolineare la mancanza di un personaggio femminile anche solo di parziale importanza, cosa che non avviene in Shaun of the Dead e ne La fine del Mondo; questo è un film fatto quasi esclusivamente di uomini e a pensarci bene, forse, lo è un po’ troppo e tutto ciò si nota chiaramente. Tra i comprimari ricordiamo Jim Broadent, qui nelle vesti del capo della polizia di StandFord; Paddy Considine che reciterà anche in The World End’s; Bill Nighy e Martin Freeman che rappresentano anche una sorta di allacciamento al precedente capitolo. Buone le scenografie ed altrettanto la colonna sonora, che offre soundtrack di vario genere e che strizzano l’occhio ad altri film del passato.
Con Hot Fuzzla trilogia del cornetto confeziona un secondo capitolo (quasi) all’altezza del primo; un film che sa intrattenere il giusto, fa ridere, rispetta la natura demenziale e scanzonata degli altri due lungometraggi e offre divertimento a non finire. E’, tuttavia, un lavoro meno ispirato, forse leggermente lungo e che si prende un po’ sul serio in alcuni momenti; ad ogni modo, anche se qualora dovesse essere il meno riuscito, rimane comunque ben fatto non solo a livello tecnico, ma anche contenutistico, risultando essere coerente e in linea con Shaun of the Dead e The World End’s. Wright riempie la pellicola di omaggi e citazioni, mettendo in luce, con chiarezza ed eleganza, il suo amore per il cinema e con l’aiuto di Simon Pegg scrive una storia semplice, che veste sempre lo spirito e lo humour inglese e non si risparmia nel ridicolizzare tutti quei film action che si prendono fin troppo sul serio. Hot Fuzz è senza ombra di dubbio un seguito più moderato, ma sempre di ottimo livello e ricco di genialità. Anche in questo caso vi ritroverete a ridere a crepapelle anche contro la vostra volontà. Come per i rimanenti due capitoli, si consiglia caldamente la visione di questo prodotto, alla fine converrete anche voi che ne sarà valsa la pena!
Curiosità:
Il sergente Angel (Simon Pegg) chiede al pub della piccola cittadina di StandFord un succo di mirtilli, questo è un chiaro riferimento al film di Scorsese The Departed; La pianta che il sergente porta con se è la stessa presente nel film Leon con Jean Reno; Viene realizzata un’inquadratura usata, tipicamente, in quasi tutti i film di Quentin Tarantino, risultando essere un chiarissimo omaggio a quest’ultimo; Tra i film esplicitamente derisi è possibile trovare Bad Boys II di Michael Bay e Romeo + Juliet di Luhrman. Peter Jackson, regista della trilogia de Il Signore degli Anelli, fa un cameo all’inizio del film, vestito da Babbo Natale; Cate Blanchett, premio Oscar per The Aviator come Miglior Attrice Non Protagonista, fa un cameo di due minuti all’inizio della pellicola, tuttavia, indossando una tuta ed una mascherina, è quasi impossibile riconoscerla, sopratutto se si tiene conto del doppiaggio in italiano e l’unica sua parte scoperta sono gli occhi.
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