Mi sento in dovere di conferire (con tutta la poca autorità di cui dispongo) un 2- assoluto a questo capolavoro. Talmente commerciale che l’ho visto con una mano sul portafoglio, talmente squallido che il foglietto su cui prendevo appunti ha cercato di darsi fuoco; eppure la negatività di questo scempio tende a ridursi con l’avanzare inesorabile della pellicola, diventando quasi una banale e piatta commedia, in certi punti. Ma analizziamo, dilungandoci adeguatamente, la trama di questa discarica di immagini e suoni, soffermandoci, sugli aspetti più brutti.
– I Primi 10 Secondi. Mi hanno cagionato una strana voglia di mangiarmi gli occhi: compaiono infatti il logo di Colorado (tra le produzioni) e “Regia: Paolo Ruffini”. Non me ne voglia costui se lo definisco eufemisticamente “a me poco gradito”.
– Ruffini Narratore. Sa di poco, non ha la voce adatta e le frasi hanno una cadenza veramente spiazzante (ma siamo obbligati ad arrangiarci, visto che la storia è effettivamente narrata dal suo personaggio).
– Protagonisti. Vengono presentati (in maniera scialba nonchè poco originale) i personaggi principali: Alfredo, Lebowsky, Franco, Emilio e Alonso, interpretati rispettivamente da Paolo Ruffini, Guglielmo Scilla (in arte Willwoosh), Frank Matano e i due Panpers di Colorado (che per comodità chiamerò Pan e Pers). Analizziamoli come si deve:
Alfredo (Ruffini): cieco dalla nascita, burlone incorreggibile (peccato che le sue battute siano ripetitive, oltre che penose).
Lebowsky (Will): lo spacciatore. Ha una zebra di gomma come amica e non fa niente per tutto il film. Sul serio…non fa e non dice NIENTE.
Franco (Matano): lo scemo. È scemo (fa e dice cazzate SEMPRE).
Emilio (Pan): il protagonista. Un innocuo idiota incapace. È innamorato di una certa Nadia da quando aveva 5 anni; decide di seguirla a Oxford insieme ai suoi amici decerebrati.
Alfonso (Pers): costretto in sedia a rotelle per un permanente guasto alle gambe, fissato con il sesso e tutto ciò che ne deriva.
– La Prima Battuta Di Ruffini. “S’è fatto malissimo” “Ma chi?” “Stocazzooooo!!!”; divertente e originale come i “Ma li mortacci sua” di De Sica.Durante tutto il film, inoltre, il buon Paolino ci delizierà con una serie di “stocazzo”, “abbestia” e altre risposte o espressioni tipiche del suo humor ricercato.
– I Visi E Le Battute Di Matano. Quella sua classica faccia a metà tra il pupazzo parlante e una merda incisa a forma di viso. Disturbante, ma non quanto le sue battute squallide.
– I Parenti. Ci vengono presentati quando il gruppetto, dopo aver falsificato una foresta di documenti, sta per partire alla volta di Oxford. Premettendo che sono tutti davvero poco verosimili nonchè ridicoli, tra tutti spicca il cagionatore di multiconati ed evacuazioni solide Biagio Izzo, che tutti ricorderete (ma sarebbe meglio di no) per qualche cinepanettone.
– Oxford. Giunti alla meta, i 5 dell’apocalisse si sistemano e assistono alla prima lezione; inutile dire che si faranno notare nelle maniere più inopportune.
– Il Tizio Inglese. Preso di mira uno studente particolarmente dotato, Will e Pers vanno a prenderlo in giro e gli regalano della droga di qualche tipo, spacciandola per valeriana. Questo personaggio capiterà in mezzo agli avvenimenti, ogni tanto, sotto gli effetti devastanti dello stupefacente donatogli dai due simpaticoni.
– Studio E Altro. Ci vengono mostrate alcune parti della giornata nella camera dei nostri eroi, in cui sembra che l’unico minimamente interessanto allo studio sia Pan, mentre gli altri fanno i cazzoni.
– Incontro In Aula. Pan chiacchiera con la sua amata Nadia durante uno dei corsi di medicina; eccessivamente sommario definire il giovane “imbranato”, ma si accaparra comunque un invito a studiare in camera della donzella.
– Obitorio. Dato che l’argomento da studiare sarebbe stato il polmone, i 4 amici di Pan suggeriscono di portare, per l’appunto, un polmone in dono alla bella bionda (non chiedetemi perchè e soprattutto perchè lui dia loro retta); ad ogni modo, entrano loscamente nell’obitorio della facoltà e…e fanno casino, rimanendo anche chiusi dentro.
– Pino The Washing Machine. Già, dentro l’obitorio (in cui i 5 dormono) troviamo Pino La Lavatrice in un’inspiegabile quanto insipida interpretazione di sè stesso.
– Necrofilia. Pan viene preso dalla professoressa per una dissezione (ovviamente, nell’obitorio, tutti si erano messi a dormire nudi sotto i teli, esattamente come i cadaveri). Durante la lezione, viene analmente violato da un paio di dita del tizio inglese drogato e si salva dal bisturi grazie alla campanella. Quando tutti abbandonano l’aula, nel tentativo di coprirsi con i teli e di andarsene, viene beccato dalla sua innamorata in una posizione piuttosto imbarazzante con un altro cadavere (scena forzatissima).
– Sogno. Pan va in camera della bionda, si scusa per tutto, dice che la medicina non gli interessa affatto e confessa il suo amore. Poi si sveglia, come un qualsiasi spettatore avrebbe facilmente pronosticato.
– Peti. Matano (o, in questo caso, Metano) si trova un lavoro part-time: si offre come cavia per pillole sperimentali. Gli effetti collaterali saranno i più disparati ma, come prima chicca, troviamo le “fughe di gas” che fanno tanto ridere le menti semplici.
– Il Piano Con Pino. Per riconquistare la bionda, Pan e combriccola organizzano un’ingegnosa scenetta: Pino aggredisce la ragazza, l’impacciato bamboccio la salva dando al povero scemo una mazzata in testa (per la precisione, dietro la testa, dove Pino ha una placca in metallo). La faccenda si risolve nel peggiore dei modi: Pino si mette a ragionare con la bionda, Pan gli da una bella mazzata sulla fronte, Pino stramazza al suolo, Nadia è più sconvolta di prima.
– Orgasmi Random. Il secondo effetto delle pillole di Matano è dato da potenti orgasmi ricorrenti ogni qual volta egli pone i piedi a terra.
– Vestiti. Nadia invita inspiegabilmente Pan a cena con i suoi in un super ristorante. Ne segue La scelta del vestiario da parte del povero inetto, coadiuvato dai fantastici 4. (Inutile dire che i vestiti proposti durante la “sfilata” sono perlopiù costumi di carnevale o altre oscenità).
– Cena. Ruffini, innamorato della speaker della radio della facoltà (perdonate i troppi “della”) e Pers, interessato ad una tizia del teatro, decidono di andare a cena con le rispettive donne (denominate Claudia e Karen) nello stesso ristorante dove Nadia e Pan incontreranno i di lei parenti. I tre incontri procedono nella maniera seguente:
Pan-Nadia: lui si rivela un totale incapace nei dialoghi di qualsiasi tipo, Nadia introduce il padre e il nonno (espertissimi di psicologia) che lo interrogano sulle sue abitudini da necrofilo, lui si consulta con i suoi amici e decide di portare avanti la messinscena inventandosi un po’ di cose, la cena finisce e il nonno e il padre spiegano a Nadia che l’unica strana malattia di cui Pan soffre è l’innamoramento nei suoi confronti (mentre lui è assente).
Ruffini-Claudia: si vede subito che anche Claudia è cieca, dopo un paio di azioni rocambolesche di lui (che finisce anche in cucina a rotolarsi tra le pentole e le vivande), la cecità di lei viene rivelata e lui la rifiuta.
Pers-Karen: lui cerca in tutti i modi di nascondere la sua disabilità, un uomo in carrozzella gli chiede di spostare la sedia per passare e lui risponde con insulti, lei se ne va disgustata e lui si lancia in terra in preda alla disperazione, cagionando un sorriso sul volto dell’insultato disabile.
– Incazzatura. Pan sbotta con gli altri 4, palesando ad ognuno i propri difetti (tra cui la presunta omosessualità di Matano), dopodichè se ne va, con l’intenzione di tornare in Italia il giorno stesso.
– Parte Toccante. Ebbene sì, anche questo schifo ha una parentesi commovente, ed è quella in cui Pan va da Claudia, in radio, parlandole di Ruffini e dicendo di non lasciarselo sfuggire (come se dipendesse da lei); aggiunge poi una confessione riguardo a Nadia. Nel frattempo i microfoni della radio erano stati inavvertitamente accesi, cosicchè tutta la facoltà ode l’amorevole messaggio.
– Genitori In Visita. Proprio mentre Pan si sta dirigendo verso la stazione, gli altri trovano i genitori (tutti belli sorridenti) ad attenderli in un corridoio. Alcuni riescono a fuggire dai demoniaci parenti, puntando di gran carriera la stazione dove sperano di fermare l’amico in partenza.
– Bus. Will (già, se ben vi ricordate c’era anche lui) ruba un autobus a due piani (comodo) e affida il volante a Ruffini che ancora nasconde il suo handicap a Claudia. Il cieco se la caverà relativamente bene, tutto sommato.
– Tette. Il terzo sintomo di Matano: un gran paio di tette (quelle che, addosso agli uomini, provocano ilarità nelle persone dall’intelletto ovino). Matano confesserà, in maniera anche “poco delicata”, la sua omosessualità. Anche la reazione dello zio (Biagio Izzo) è leggermente indecorosa.
– Inseguimento. Matano raccatta Karen e raggiunge gli altri grazie al tizio drogato, in possesso di una moto con sidecar.
– Arrivano tutti in stazione. Ci sono scene semi-commoventi (o che dovrebbero esserlo) e tutti si baciano con le rispettive ragazze. Dopodichè si baciano anche Matano e Will e se ne vanno per mano.
Il film finisce con un’altra chiacchierata di Ruffini in veste di narratore e con la mia testa fracassata sulla scrivania.
Per il vostro bene, se non siete già psicologicamente compromessi, non guardatelo.