Recensione di Don Jon
Jon Martello (Joseph Gordon-Levitt) è un ragazzo bello e aitante, un tipo vecchio stampo. I suoi amici lo chiamano Don Jon per la sua particolare abilità nel ‘rimorchiare’ ogni fine settimana una donna diversa. Eppure, anche la più sublime scappatella non può competere con l’infinito piacere che Jon prova in solitaria, davanti al computer, quando consuma materiale pornografico. La bella Barbara Sugarman (Scarlett Johansson) è una brillante ragazza anche lei vecchio stampo. Cresciuta sognando le storie d’amore hollywoodiane, è risoluta nel trovare un giorno il suo Principe Azzurro per fuggire insieme a lui nel tramonto. Protagonisti di questa pellicola scritta e diretta da Joseph Gordon-Levitt, Jon e Barbara devono misurarsi con le ancestrali aspettative che si hanno sull’altro sesso e, al contempo, con una società mediatica piena di falsi miti per raggiungere, infine, un’intimità autentica. (Sinossi Ufficiale)
La prima opera di Gordon-Levitt, qui nelle vesti di regista e sceneggiatore, è una commedia incentrata su i pregiudizi ed i complicati rapporti tra il sesso maschile e femminile nel ventunesimo secolo; il giovane talento Hollywoodiano decide, così, di mettere in luce una verità ben comune, ma a volte tenuta nascosta dalle persone per pudore o “buon senso”. Sebbene Don Jon non stravolga completamenti canoni della commedia classica americana, avvalorandosi persino di un finale abbastanza prevedibile e convenzionale, il risultato rimane comunque buono, il tutto se consideriamo che la presente produzione è un’opera prima e che dietro alla macchina da presa vi è un ragazzo che ha comunque avuto il coraggio e l’ardire di parlare della porno-dipendenza in modo leggero, ma efficace. Dietro alle tante situazioni esilaranti, in particolar modo quelle che vedono protagoniste i genitori e gli amici di Jon, (complici anche dialoghi ben scritti e mai banali) e ad una più che buona rappresentazione ed approfondimento psicologico dei personaggi, il film riesce a far riflettere, a mandare un messaggio, a parlare al pubblico e per il pubblico; il tutto è dovuto anche alla bravura di chi recita e occupa la scena: Gordon-Levitt è fin troppo a suo agio nel personaggio che si prende il dovere di interpretare e mai sopra le righe, la Johansson è quasi più bella che in Match Point di Woody Allen (sempre con quell’aria di femme fatale e di brava ragazza al contempo) e la Moore possiede un fascino malinconico da invidiare per la sua età.
Don Jon è una buona commedia, divertente, intelligente e ben sceneggiata; Con una regia sicura (eccetto alcune sporadiche sviste e sequenze un po’ troppo tirate per le lunghe) e prendendo come esempio le più classiche storie d’amore degli ultimi vent’anni (criticandole con ironia, ma parallelamente e analogamente rispettandone gli schemi) la prima fatica di Gordon-Levitt convince grazie anche al suo spirito e alla sua leggerezza, senza cadere nel banale e tuttavia facendosi portavoce di uno degli aspetti della quotidianità (drammatico o meno) che caratterizza la società dei nostri giorni, cercando di abbattere i pregiudizi delle donne sugli uomini e viceversa. Non possiamo non rimanere soddisfatti della pellicola, chiudere un occhio per alcune lacune riguardo allo script (a volte scontato) e per quanto concerne gli aspetti tecnici e augurarci che Gordon-Levitt riesca in futuro a migliorarsi, portando alla luce pellicole ricche dello stesso brio, ironia, critica, ilarità e intelligenza del suo Don Jon che rimane fino adesso, proprio grazie alla sua natura provocatoria e alla sua impostazione, una delle migliori commedie del 2013.
Claudio Fedele
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