Recensione di Dallas Buyers Club
Valée nel raccontare la travagliata, quanto drammatica, esistenza di un uomo che da egoista, solitario ed omofobo si ritroverà a lottare contro le case farmaceutiche, l’uso dei medicinali tossici per i pazienti e che farà dell’amore vero il prossimo, anch’esso condannato a vivere nella malattia e nel pregiudizio, un cardine fondamentale dell’esistenza, regala al pubblico un film che ha nei due interpreti principali il vero punto di forza e ai quali chiede molto sopratutto dal punto di vista fisico rendendoli quasi scheletrici. Basandosi su una vicenda realmente accaduta e girando una pellicola del tipo biografico seguendo i canoni del genere, l’autore di C.R.A.Z.Y. confeziona un film che, sebbene non vanti una sceneggiatura da Oscar, riesce a portare a casa qualcosa di inedito e convincente per certi aspetti. La storia, per quanto voglia alla fine esaltare e forse anche in modo un po’ ruffiano nel finale commuovere il pubblico, vede un Matthew McConaughey in perfetta forma, qui forse calato nella interpretazione della sua vita, per la quale decide di perdere ben 25 kg e reggere un interno film sulle spalle, dato che l’attenzione del regista si concentra quasi sempre di lui, mentre attori come Jared Leto attirano l’attenzione dello spettatore grazie al talento ed alla singolarità con cui sono rappresentati riuscendo benissimo a bucare lo schermo. Il frontman dei 30 Second to Mars è forse la vera rivelazione dell’intero lungometraggio, se consideriamo di fatto che questa rappresenti, nel bene o nel male, la consacrazione dell’attore McConaughey ormai definitivamente con la testa sulle spalle da quel Killer Joe di Friedkin.
Dallas Buyers Club non è di certo il miglior biopic di questi ultimi anni e nemmeno il più innovativo, tanto che potrebbe risultare, persino, in alcuni momenti un po’ lento e tirato per le lunghe, complice anche uno script a volte che punta un po’ troppo, sopratutto nel finale, in un percorso di redenzione (se non glorificazione) del protagonista e che cerca in modo astuto di commuovere gli spettatori.
Claudio Fedele