Recensione di Burying The Ex
Dopo una lunga pausa di quasi cinque anni è finalmente tornato a far parlare di se Joe Dante, il maestro del cinema di genere che nella sua carriera ha saputo dar vita a dei veri e propri cult e pellicole che hanno lasciato un segno profondo nella mente del pubblico quali, ad esempio: Gremlins, L’Ululato, Ai Confini della Realtà, Small Soldiers.
Torna un vero uomo di Cinema che ha saputo confezionare successi e piccoli gioielli, stavolta con un film che, solo apparentemente, potrebbe non essere inteso come un’opera puramente propria e personale, ma che, se analizzato nel suo piccolo, riesce a regalare piccole soddisfazioni e affrontare alcune delle tematiche care al regista americano.
Buriyng the Ex, presentato in Italia lo scorso anno, ma tutt’altro che in lista per una distribuzione nelle nostre sale, è una commedia horror incentrata sulla fine di una relazione, come tante, dove Max, il giovane protagonista, commesso in un negozio di articoli a tema ed appassionato di cinema (specialmente dei classici Italiani dell’orrore), vuole chiudere la sua storia d’amore con Evelin, la bella fidanzata ambientalista,animalista e vegetariana che non riesce a minimamente ad aver chiaro il concetto di convivenza, portando, a causa di un suo ossessivo comportamento e del suo egocentrismo, la relazione con Max ad un grado di disagio insopportabile. Dopo l’ennesima discussione, stavolta riguardante gli ingredienti ed i composti di un comune gelato, quest’ultimo decide di lasciarla, purtroppo del tutto all’oscuro del fatale incidente che di lì a poco coinvolgerà la sua “dolce” altra metà, che a sua volta, a causa di una statuina malvagia arrivata accidentalmente nel negozio di questi, tornerà dal mondo dei morti in veste di zombie intenta a voler stare sempre con Max, andando ben oltre l’assioma “fino a che morte non ci separi”.
Solo nella sua veste più superficiale Burying the Ex delude le sue aspettative, ritrovandosi essere un semplice b-movie come tanti che pare aver appeso giacca e cappello al muro smettendo di fare cinema di genere e ricercando unicamente una lettura puramente rosa e costellata di continui omaggi al passato, per lasciarsi andare a momenti poco brillanti o ai più noti luoghi comuni. Dietro, tuttavia, ad una certa tipologia di pellicola, l’ultima fatica di Dante rivela di aver all’interno di se un anima, un’eleganza ed una ironia non tanto graffiante, ma sobria e acuta, dove non si punta tanto alla risata, o all’eccesso di momenti esilaranti, ma ad una contenuta critica verso le storie di amore del giorno d’oggi e al modo in cui queste vengono viste non dall’interno, ma al di fuori di esse.
Tempi duri, indubbiamente, per i vegani e vegetariani che, dopo Hungry Hearts di Saverio Costanzo, sembrano essere destinati ad una rappresentazione cinica e crudele nel mondo del cinema, magari anche esagerata. L’espediente, ad ogni modo, della ragazza ossessiva e iper gelosa funziona, così come sono ben graditi i tanti riferimenti e citazioni dei molti film italiani del cinema Horror, e vedere su un piccolo televisore il viso di Christopher Lee, in uno dei suoi film più celebri nelle vesti di Dracula, poche settimane dopo la sua dipartita, non può che far un certo piacere ed effetto, quasi fosse la riprova dell’immortalità del genio e dell’estro dell’attore britannico che Dante non fa fatica a riconoscere.
Burying The Ex si rivela essere una commedia piacevole, sebbene priva di quella carica e potenza visiva presente nei lavori precedenti di Dante, un elemento, questo, dovuto più, forse, alla mancanza di fondi o di idee nella stesura della sceneggiatura. Quel che di certo non le manca sono i toni, il sarcasmo, l’eleganza tecnica e la voglia di un artista come il padre dei Gremlins di mettersi ancora in gioco e offrire ancora molto alla settima arte, sebbene questa, purtroppo, non l’abbia mai veramente ricambiato il favore né datogli la giusta riconoscenza. Con un cast che nel complesso sa gestire i tempi e sa mettersi in gioco, grazie alle atmosfere tipiche di un teenage-movie degli anni ’80 Joe Dante ci porta in dietro di quasi trent’anni, ci sa far divertire e ragionare, in modo pacato, forse, non al meglio della forma, ovvio, però resta il fatto che questo regista indubbiamente sappia di cosa sia capace e sebbene Burying the Ex, con le sue incertezze e le sue ingenuità, abbia dei difetti, primo fra tutti una poca originalità di fondo ed un senso retro, resta una pellicola godibile e ben costruita, la cui durata beneficia in toto la valutazione finale.
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