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Recensione di Beautiful Creatures – La Sedicesima Luna

Recensione di Beautiful Creatures – La Sedicesima Luna 

Negli ultimi anni al cinema abbiamo assistito ad un vero e proprio boom di pellicole che proponevano semplici storie d’amore rivisitate in svariati modi, ma con una costante pressoché unica capace di riunirle tutte sotto il genere denominato horror o fantasy. In verità, dell’uno e dell’altro questi lungometraggi hanno ben poco, se non quel minimo aspetto (il più delle volte usato come elemento scenografico o inteso come pretesto per portare avanti il tutto) “dark” che fa scattare l’interesse dei giovani per quanto riguarda il sovrannaturale e l’ignoto. Vampiri, Zombie, Maghi, Streghe, Licantropi e quant’altro hanno popolato tutti i mezzi di comunicazione da quando Twilight dette il via ad un nuovo modo di intendere la commedia romantica, genere che a dirla in tutta sincerità è sempre esistito! In tutto ciò, dopo aver recensito sulle nostre pagine Warm Bodies, ci ritroviamo ancora una volta a parlare di un film indirizzato principalmente a gli adolescenti o teen-ager e dunque, se non avete nient’altro da fare al momento vi invitiamo di continuare a leggere la nostra recensione su Beautiful Creatures – La Sedicesima Luna!

Ethan Wate (Alden Ehrenreich) vive nella piccola cittadina di Gatlin, nel South Carolina, e sogna di fuggire dalla sua vita ordinaria, finché un giorno incontra Lena Duchannes (Alice Englert). L’impatto è forte: è lei la ragazza che da tutta la vita sogna di incontrare. Hanno lo stesso senso dell’umorismo ed hanno entrambi perso la propria madre. Inoltre a loro insaputa sono inestricabilmente connessi da eventi sovrannaturali che risalgono a prima della loro nascita. Il loro amore, tuttavia, è destinato a perdurare persino quando Lena dichiarerà a Ethan che lei è una strega e che al suo sedicesimo compleanno le forze della luce e dell’ombra reclameranno la sua natura, cerimonia, questa che determinerà se ella appartiene al bene o alle tenebre!

Prendendo come punto di partenza il romanzo omonimo scritto a quattro mani (le autrici sono Kami Garcia e Margaret Stohl) Richard LaGravenese riesce a confezionare un prodotto più che accettabile ed inedito sotto certi aspetti seppur con delle imperfezioni. Lasciando da parte la storia d’amore tra i due adolescenti, mai troppo sdolcinata né tanto meno eccessiva per quanto riguarda la messa in scena, La Sedicesima Luna è un film che, incredibilmente, riesce dove in molti hanno fallito, ovvero di saper fare del proprio punto di forza non tanto gli aspetti sovrannaturali o gli eccessivi sentimentalismi, ma piuttosto il contesto storico (con parallelismo tra passato e recente) e la rappresentazione della società in cui gli eventi hanno vita. Gatlin, cittadina degli Stati Uniti del sud è un insieme di persone piene di pregiudizi, bigotte e accecate dalla religione. I loro abitanti sono il ritratto dell’opportunismo e della stupidità dove persino nelle scuole è (quasi) vietato leggere libri di spessore come “Il Buio Oltre la Siepe” e che, se non sono gli insegnati, sono gli alunni stessi, grazie ad i genitori, a rifiutarsi di leggerlo! Una critica che potremmo dire inaspettata quella che fa LaGravenese in un film dove solitamente viene richiesto, per quanto riguarda gli aspetti sociali, il minimo sindacale, ma che invece qui hanno uno valido nonché essenziale spessore: il disagio della giovane Lena a causa della sua diversità (sopratutto psicologica) sarà ciò che colpirà maggiormente Ethan. Si mescolano dunque molto bene fantastico e realtà in una pellicola che indubbiamente anche dal punto di vista degli interpreti ha qualcosa in più rispetto alle altre, non a caso ci sentiamo in dovere di menzionare Jeremy Iron ed Emma Thompson, entrambi premi Oscar, così per darvi un’idea di chi troverete. Tutto quanto è girato in modo più che convincente, privo di tempi morti e sequenze noiose, anzi è bene fin da subito chiarire che passati i primi iniziali 20 minuti la trama aumenta sempre più di ritmo in modo piacevole e coinvolgente.

Beautiful Creatures, è un film che merita di essere visto, assolutamente. Non solo perché per certi aspetti rappresenta un unicum, proponendo tematiche interessanti quali, ad esempio, la ricerca della propria identità o mettendo in luce un passaggio cruciale nella vita di tutti noi (quello da adolescenti a adulti) ma sopratutto perché tra tutti i film che appartengono a questo genere è quello che non si limita a fare della love story di turno un punto di arrivo su cui costruire una trama scialba e scontata, tutt’altro! Questa volta, volenti o nolenti, è dal sentimento d’amore, che i due protagonisti provano l’un per l’altra, che LaGravenese parte per poi mettere in scena una società talmente datata e retrograda da lasciare a bocca aperta ma che al contempo risulta credibile e niente affatto banale. Con un cast di attori di primo ordine (tra cui ricordiamo una sensuale e seraficamente affascinante Emmy Rossum) ed una storia piacevole, sebbene ormai forse un po’ troppo già vista per certi aspetti in questi ultimi 5 anni, Beautiful Creatures è un film intelligente, intrigante, abbastanza originale in alcuni punti e di sicuro da guardare!

Claudio Fedele

 

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