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Recensione di Babbo Bastardo

Recensione di Babbo Bastardo 

“Commedia amara che riesce a rimanere impressa grazie alla sentita e convincente interpretazione del suo protagonista”

Trama

Due complici vanno in giro per le strade vestiti uno da Santa Clause e l’altro da elfo. Il loro lavoro, però, non è mettere il buon umore bensì rubare nei negozi. Le cose si complicano quando un bambino di otto anni insegna loro il vero significato del Natale.

Recensione 

Parlare del Natale a volte non esclude mettere in chiaro anche alcuni aspetti scomodi della festività; la festa amata da gran parte dei bambini, per i regali che Santa Claus porta loro nella notte tra il 24 ed il 25 Dicembre ha sempre dato vita a parodie o nemesi che talvolta si identificano in un uno o più personaggi immaginari ormai noti carichi di crudeltà o egoismo. Prendiamo ad esempio il Grinch o il taccagno Zio Scrooge nato dalla fervida immaginazione di Charles Dickens, facente parte di quella cerchia di persone del tutto inesistenti che odiano questa festività più che mai tanto da apparire, nelle varie rappresentazioni, sempre tetri o instancabilmente inquietanti, riflesso nitido nonché metaforico di un sentimento comunque comune presente nella società da parte di coloro che si allontano dallo stato d’animo particolarmente sensibile ed altruista che, finto o meno, riempie l’aria dell’ultimo mese dell’anno.

La commedia “natalizia” che in italiano ha trovato la buona traduzione con il titolo “Babbo Bastardo” che sostituisce il Bad Santa originale, è un prodotto che da un lato mette in scena una storia che ben si allinea con il tema a cui è legata ed ambientata, ma dall’altro mescola una ironica critica alla società americana ed al consumismo. In effetti quel che sorprende di più di questo lungometraggio rimane il fatto che pur rivelando una trama assai semplice e di certo non innovativa da un punto di vista puramente legato agli eventi narrati, essa rimanga comunque piacevole e sotto certe sfumature persino inedita.

Se non fosse per un Billy Bob Thornton in gran forma di sicuro il tutto avrebbe perso quell’alone di fascino e degrado che l’attore americano riesce a donare senza mai apparire forzato o sopra le righe. Il suo Willie è un vero Grinch del ventunesimo secolo, che passa le sue giornate a bere, fornicare e rubare la merce nelle casseforti dei grandi magazzini.

Tuttavia il suo passato da soldato ormai congedato, la prigione, l’infanzia passata con un padre violento oltre che ubriaco, hanno fatto sì di rendere quest’uomo un essere che passa le proprie giornate in un bar o in un motel tra una bottiglia di whisky ed una lattina di birra, in piena solitudine attanagliato dai sensi di colpa, la frustrazione ed i rimorsi per non essere riuscito a diventare un qualcuno. Un uomo che si mostra quasi al margine della società, reietto e senza un soldo, ma comunque arrivato ad essere tale non tanto per la propria volontà, ma per le dure circostanze ed il triste passato che l’hanno sempre condizionato. Thornton riesce nell’impresa di costruire sulla propria pelle un personaggio carismatico, mai eccessivamente sopra le righe, capace di bucare lo schermo e tener alta l’attenzione con le sue imprecazioni per tutta la durata del film; assistiamo indubbiamente ad uno show che porta solo il protagonista sul palco puntando solo su questi i riflettori, e qui sta in parte la pecca più grande che possiamo attribuire al film, basti pensare che l’unica presenza femminile qui fa solo da contorno per mettere in evidenza l’ennesima debolezza del Bad Santa di turno ed infatti Lauren Graham è più una apparizione vaga che serve a volte a riempire che ad interessare o convincere di per sé.

Una commedia dai toni accesi e tristi, che rimane tuttavia ancorata alla realtà di oggi, all’ingenuità ed all’opportunismo, al consumo e all’attaccamento delle persone ai beni materiali, laddove di fatto a volte l’umanità viene mostrata dove meno ci si aspetterebbe di trovarla ed in questo caso sarà il volto del piccolo Marcus a ricordare a Willie quali sono i valori del Natale . Un prodotto massacrante, questo lavoro che vede alla regia Terry Zwigoff che trova non a caso tra i suoi produttori nientemeno dei fratelli Coen.

Commento Finale 

Babbo Bastardo è un discreto, nonché convincente film che si discosta molto ed in alcuni casi anche pesantemente dai classici natalizi che a fine anno affollano le televisioni, ove non assistiamo ad un abbondare sdolcinato di buoni sentimenti né a nevicate ad effetto capaci di rendere tutto più umano. Nella calda Arizona Babbo Natale deve fare i conti con bambini viziati e vittime di bullismo, mamme esigenti e collaboratori avidi, ma sopratutto deve cercare di convivere con se stesso e questa è la parte più difficile se come in questo caso, dietro alla barba finta si nasconde un uomo senza scrupoli che porta il volto invecchiato e sciupato di un perfetto Torntorn che con questa pellicola ci regala una delle sue miglior performances. Se cercate un prodotto alternativo, se volete allontanarvi dalla noia delle pellicole in pieno stile Natalizio, ma farvi comunque due risate e rimanere soddisfatti anche a livello di sano intrattenimento Bad Santa fa indubbiamente per voi!

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