Recensione di 21 Jump Street
Sembrava una sfida impossibile, ma 21 Jump Street riesce nell’impresa di saper regalare al proprio pubblico tutto quello di cui ha bisogno: risate, azione, battute al limite del politically correct, due protagonisti che sanno il fatto loro, ma sopratutto che si mostrano affiatati l’uno con l’altro e funzionano sulla scena.
Mettere sul set, di fatto, il super macho, ma simpatico, Channing Tatum ed il paffuto Jonah Hill si è rivelata una mossa tanto azzardata quanto vincente, ed i buoni risultati sono stati così tangibili da spingere la produzione di dare vita ad un sequel, 22 Jump Street, nel 2013. Partendo da un plot narrativo non particolarmente innovativo, il solito caso di omicidio in una scuola superiore dovuto ad un’overdose di una nuova droga che gira nelle scuole, gli agenti Schmidt e Jenko, sono costretti a tornare al liceo, prendere parte alle lezioni e rivivere sulla loro pelle quell’atmosfera tanto goliardica quanto massacrante, un po’ alla Glee, così simile a quella della loro gioventù quanto completamente estranea ai loro occhi. Se, infatti, negli anni 2000 i nerd erano i tanto noti “sfigati” ed i culturisti appartenevano a quella cerchia di ragazzi per i quali le giovani svenivano ai loro piedi, ora le cose sono nettamente cambiate. E’ fuori moda portare lo zaino in un determinato modo, i nerd sono sempre derisi, ma non sono più le principali vittime di atroci scherzi o atti di bullismo,
E’ grazie a questo ambiente, inedito ed allo stesso tempo abusato dai teenage-movie, che la storia prende la giusta direzione, mostrando i due agenti sotto copertura interagire con gli pseudo coetanei, attraverso gaffe demenziali, ma spiritose e cercando di riassaporare quella vitalità dei tempi andati da una prospettiva che solo superficialmente si rivela essere quella di un adulto.
Proprio nel dare una posizione privilegiata ai due protagonisti, invece che alle dinamiche della sceneggiatura, 21 Jump Street, compone all’interno di sé, una commedia ironica e originale in cerca sempre di dare il proprio massimo con l’interazione tra Hill e Tatum, perfetti in ogni momento, naturali e spassosi come pochi altri ad oggi.
Fortunatamente la pellicola sa regalare qualche soddisfazione persino sotto il piano tecnico, che costantemente sa mantenere un certo ritmo e rigore che non mettono mai sottotono lo spasso contenuto in quelle due ore scarse capaci di intrattenere senza, però, ma annoiare o ripetersi. In ogni scena vi è un elemento importante, anche se adombrato da una patina di divertimento e follia adolescenziale, e anche nei momenti di maggiore serietà, grazie al carisma di alcuni comprimari, si gode sempre di un siparietto o due azzeccato, ma mai abusato o s
Creando, al proprio interno, tutto un mondo ricco di iniziative e proposizioni comiche e al limite del possibile, diventando al tempo stesso parodia del proprio genere e della propria natura, 21 Jump Street, proprio come è stato per il secondo episodio, si rivela essere una commedia spassosa, che sa dare esattamente ciò di quel che si cerca, grazie anche e soprattutto ai due protagonisti, ai molti momenti che ricordano gli American Pie, arricchiti però di tante iperboliche situazioni e battute scomode che portano lo spettatore a ridere di gusto, quasi a ricordare quei tempi in cui si prendeva tutto con una leggerezza sinonimo di immaturità e poca responsabilità.
Channing Tatum e Jonah Hill si rivelano la carta vincente dell’intera produzione, l’asso ed il jolly che faranno amare alla follia questo lungometraggio, e sperare che il duo Schmidt e Jenko possa essere confezionato in una trionfale trilogia.