Da quando le idee hanno iniziato a circolare in forma scritta, c’è stato chi ha sentito la necessità di controllarne la diffusione. Per fanatismo, per fede o per affermare il proprio potere: da tempo immemore dittatori e imperatori, capi spirituali e tiranni hanno bruciato le idee degli oppositori attraverso il rogo dei libri. L’immagine ricorrente associata alla censura è proprio quella di pire di libri divorati dalle fiamme, immagine che si è propagata nei secoli, dall’età classica fino ai nostri giorni. Il rogo dei libri non è altro che il rogo della libertà, e la paura dei libri non è che la paura della libertà di espressione.
Proprio questo è lo scottante tema del libro Fahrenheit 451, dello scrittore statunitense Ray Bradbury, nato a Waukegan nel 1920 e morto a Los Angeles nel 2012. Ray, figlio di un elettricista e di una casalinga, trasferitosi in California nel 1934 a causa della grande depressione, scopre il mondo della fantascienza; innamorandosene a tal punto da iniziare a scrivere alcuni racconti sulle riviste del settore. Tra le sue prime opere si annoverano racconti polizieschi e noir.
In seguito, nel 1953 pubblicò il suo capolavoro: Fahrenheit 451, che ispirò l’omonimo film diretto da François Truffaut nel 1966. Il titolo del libro, affatto casuale, indica la temperatura alla quale brucia la carta secondo la scala Fahrenheit, in uso nei paesi anglosassoni, ed è perciò legato al fuoco, elemento poliedrico e centrale del romanzo. In questo racconto di fantascienza l’autore ci presenta una società distopica, ambientata in un imprecisato futuro, dove i pompieri come Guy Montag, protagonista della vicenda, hanno il compito di appiccare incendi, anziché spegnerli. In questa realtà capovolta, leggere è considerato reato, e possedere libri addirittura un efferato crimine. Pertanto i militi del fuoco, armati di lanciafiamme, hanno il compito di intercettare le case dei sovversivi, che conservano i libri e di bruciarli insieme alle case stesse.
Il regime politico è una dittatura imperante, fondata sull’invadenza dei mass media e della tecnologia nella sfera privata degli individui. Le persone, soggette a un controllo totale, sono indotte così a non pensare e a dedicarsi esclusivamente ai piaceri e ai divertimenti superficiali.
In questo mondo oppressivo Montag non è felice della sua vuota esistenza, alienata da un lavoro che svolge per meccanica routine e da una moglie indifferente e passiva, che trascorre le giornate fra i giganteschi schermi televisivi del salotto. Finchè un giorno l’incontro con una ragazza particolare gli sconvolgerà la vita, facendolo riflettere sui valori di quella società che non dà spazio alle opinioni personali e ai sentimenti. Montag inizia così la scoperta di una nuova realtà, completamente diversa da quella in cui era sempre vissuto: uno spiraglio di luce si aprirà per lui fra le tenebre della società tecnologica dominante. Alla fine Guy riuscirà, attraverso un percorso catartico, rischioso e ricco di imprevisti, a scoprire il suo amore per i libri. Infatti si rivolterà contro il regime, dando così un senso alla sua vita e conquistando finalmente la libertà .
Una tematica sempre attuale, quella della censura alla libertà di pensiero e di espressione, sulla quale Bradbury, con la sua scrittura fluida ed efficace, riesce a far riflettere il lettore.
Libro appassionante, da non sottovalutare, che sa farsi amare pagina dopo pagina. Fahrenheit 451 si presenta come la macabra profezia di un futuro, che senza troppi sforzi riusciamo ad immaginarci, perchè già presente in potenza al giorno d’oggi, perciò ne consiglio caldamente la lettura, almeno una volta nella vita.
Comments