Recensione de La Vera Storia di Jack lo Squartatore
“Si respira la maestria di Moore, della Londra dell’800, ma alla storia manca il coraggio necessario per rimanere veramente impressa nella mente dello spettatore pur rimanendo godibile!”
Londra, 1888. La città è sconvolta da una serie di efferati delitti che hanno come vittime delle prostitute. I delitti si ripetono con modalità sempre identica: alle vittime viene tagliata la gola e vengono poi asportati gli organi interni, con precisione chirurgica. La polizia brancola nel buio, la cittadinanza è terrorizzata. Le speranze di catturare il pericoloso maniaco, denominato dalla polizia “Jack”, sono affidate all’ispettore Fred Abberline poliziotto dedito all’oppio e afflitto occasionalmente da “visioni” che gli permettono di vedere in anticipo i delitti.
Recensione
Tra le pellicole più interessanti del 2001 non possiamo non prendere in considerazione l’opera dei fratelli Hughes, tratta dalla Graphic Novel scritta da Moore e Campbell, ambientata nella Londra del 1880 e con protagonista niente meno che un Johnny Depp in piena ascesa a livello di notorietà tra teenager e partecipazioni a pellicole di gran lunga interessanti che, a cavallo degli anni 2000, sono riuscite a portarlo nell’olimpo degli attori più apprezzati degli ultimi anni.
La storia, per chi non ha letto la Graphic Novel o non fosse minimamente a conoscenza di uno dei killer più “affascinanti” o quanto meno leggendari della storia recente, vede il giovane ispettore Abberline (Deep) alle prese con una serie di efferati omicidi eseguiti nel malfamato quartiere inglese di Whitechapel (tutt’oggi ancora esistente) . Le vittime sono delle prostitute, donne costrette a vendere il proprio corpo pur di rimediare qualche soldo e sopravvivere nella Londra del IXX secolo, che sembra non risparmiare nessuno alla fame e alla povertà, elementi questi che non a caso fanno da cornice a molte storie made in london del 1800 a cominciare dai romanzi di Dickens. Sin dal primo omicidio, che si consuma tra le strade malfamate del quartiere, si capisce la ferocia con cui l’assassino, poi chiamato dai più Jack the Ripper (Lo Squartatore) ,assale e uccide le povere sventurate, non limitandosi a tagliarle la gola, ma deciso più che mai a sventarle e mutilarle. Data la drammaticità dei fatti, onde evitare di scatenare il panico totale e dar il via a rivolte, per le indagini viene chiamato un giovane e brillante ispettore, il cui unico neo è quello di avere il vizio dell’oppio (assai diffuso a quell’epoca). Abberline, come sopra citato, cercherà di fare luce sugli avvenimenti accaduti a Whitechapel facendo emergere verità sconcertanti ed intrighi che potrebbero toccare le più alte cariche dell’impero britannico.
Il film intitolato “From the Hell” prende il nome da una delle lettere, forse la più famosa scritta dal noto assassino inglese dopo aver ucciso una delle sue vittime.Nel complesso possiamo dire con estrema naturalezza che in fin dei conti con questo prodotto siamo di fronte ad un film con atmosfere e ambientazione horror e gotiche e per molti versi è proprio questa componente a fare da padrone per tutto il lungometraggio grazie anche a delle scenografie ispirate che ritraggono nel modo giusto la città nei suoi lati più oscuri e trasandati; La Londra che ci viene qui proposta mostra in tutto e per tutto le sue ombre ed i suoi lati più tetri ed abbandonati, tanto che in certe scene non è possibile non ricordare alcune descrizioni fatte in storie ormai diventate vero e proprio simbolo della city per eccellenza, come ad esempio quelle fatte in Oliver Twist, dove viene principalmente messa in luce il degrado e la povertà del tempo.
Non è un caso che sia la fotografia, sia la scenografia mettano in risalto questo aspetto, ben amalgamandosi ad una messa in scena che per certi aspetti ricorda alcuni film di Tim Burton, come ad esempio la pellicola Il Mistero di Sleepy Hollow, la sposa cadavere o il recente Sweeney Tood – Il Diabolico Barbiere di Fleet Street, Sono queste, similitudini e parallelismi improntate, però su una sfumatura totalmente estetica, dato che le storie narrate dal grande cineasta prendono pieghe e sviluppi di gran lunga diversi da quella qui proposta, il più delle volte (ad eccezione forse di Sleepy Hollow, dove molti sono gli elementi in comune) . Sempre per quel che riguarda le ambientazioni va detto che le realizzazioni dei vari pub e delle strade, con le loro luci e le loro ombre, sono davvero ben fatte tanto che riescono a dare, allo spettatore, alla perfezione l’idea di camminare in una Londra estremamente inquieta e pericolosa, ove passeggera la sera al buio non è di certo tra le cose più sagge che gli abitanti possano fare.
Il film poi presenta un cast nel complesso ben affiatatogli a cominciare Johnny Depp che si trova benissimo nelle vesti dell’ispettore Abberline, ma che tuttavia, forse, non riesce a regalare la sua interpretazione migliore in quanto il protagonista ricorda molto l’Ichabod Crane, altro ispettore della Londra del 1800, da lui interpretato. Degno di nota è Ian Holm, il medico della casa reale che darà assistenza al giovane ispettore e lo aiuterà nelle indagini.
Inoltre fanno, nel film, alcune brevi comparse, quali quelle di Merrik, noto al mondo con l’appellativo di “The Elephant Man”, dalla cui storia il maestro Lynch è riuscito a tirar fuori un capolavoro della settima arte che vedeva protagonista John Hurt e svariate citazioni che ritraggono gli usi ed i costumi dell’epoca, utili per mostrare alcune sfumature interessanti di quel mondo ormai da noi molto lontano, ma pur sempre affascinante. Inoltre viene messa in scena la totale dipendenza del protagonista il quale beve l’assenzio e fuma l’oppio, due vizi che andavano molto di moda tra i poeti decadenti che fanno di Abberline da una parte un uomo per certi aspetti interessante ma dall’altra una figura su cui prevale troppo l’espediente della letteratura romantica.
Per il resto il film rimane comunque un qualcosa di già visto, nel complesso abbastanza godibile (anche a causa della durata non eccessiva) e la storia non offre grandi spunti originali, se non per l’aspetto legato allo scandalo di corte e su alcuni risvolti incentrati su alcune figure inglesi colme di potere. Ci sono poi piccoli dettagli che mettono in luce alcuni aspetti della Londra del 1880, con le idee conservatrici, il forte attaccamento alla monarchia, tutto questo però non è nuovo, ma passa in secondo piano rispetto alla storia e alle ambientazioni, queste curate e degne di nota.
Commento Finale
La Vera Storia di Jack lo Squartatore è un film che non innova né tecnicamente, né sotto il livello contenutistico, ma si presenta al pubblico come un thriller in costume ben strutturato e godibile (grazie anche alla fonte da cui trae spunto, la storia riadattata da Moore) e su cui forse si poteva fare molto di più. Data la leggerezza con cui i registi affrontano la storia e alcune scene di nudo puramente gratuite potremmo dire che la pellicola rimane un’opera essenzialmente riuscita, ma che può essere evitata senza tanti dispiaceri. In fondo, però, Jack lo Squartatore conserva tutt’oggi un fascino che pochi altri serial killer sanno portare sulle spalle, per questo, siam certi, che molti di voi, al di là della nostra valutazione, lo vedranno senza tante cerimonie!
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