Recensione de Lo Hobbit – Un Viaggio Inaspettato
“Jackson dona un respiro più ampio alla storia di Bilbo e Gandalf concedendosi qualche riserva”
La vicenda ha come protagonista Bilbo Baggins, sessant’anni prima degli eventi de La Compagnia dell’Anello, il quale si vede letteralmente catapultato, grazie al misterioso stregone Gandalf, in una avventura completamente inaspettata assieme a 13 nani capitanati da Thorin ScudodiQuercia, legittimo re della stirpe nanica. La missione di questa compagnia è semplice: riprendere il controllo dell’antica Montagna Solitaria (Erebor) e scacciare una volta per tutte il temibile drago Smaug. Lo Hobbit lascerà dunque la Contea, la propria casa e abitudini per tuffarsi nella grande avventura della sua vita, esperienza che (come vedremo, anzi come abbiamo già visto!) lo segnerà profondamente.
Recensione
La lunga gestazione de Lo Hobbit ha portato più volte i fan a domandarsi se l’opera considerata come l’antefatto de Il Signore degli Anelli sarebbe stata, prima o poi, trasportata sul grande schermo. Dopo un cambio di regia, uno sciopero assai fastidioso da parte degli sceneggiatori e le tante difficoltà incontrate per assemblare il cast, la troupe di Peter Jackson è riuscita a realizzare la trasposizione dell’avventura con protagonista non Frodo Baggins, bensì suo zio Bilbo.
A quasi 12 anni da La Compagnia dell’Anello, torna a parlare di se la Terra di Mezzo e le storie scritte da uno dei padri del genere Fantasy dell’ultimo secolo,quel professore di letteratura inglese chiamato John R.R. Tolkien. I dubbi attorno a questa pellicola erano molti, alcuni hanno storto il naso quando si è saputo che la storia di Bilbo e dei 13 nani sarebbe stata divisa non più in due film, ma in una trilogia e oggi quello che noi abbiamo davanti agli occhi è solo la prima parte delle tre annunciate. Jackson, assieme al suo team, sarà riuscito nell’impresa di portare sul grande schermo una nuova storia ambientata nella terra degli elfi, degli Hobbit e le tante altre magiche creature senza commettere errori o cadere in fallo? Scopriamolo.
Vedere Un Viaggio Inaspettato può scatenare varie reazioni a seconda di quanto una persona apprezzi o abbia apprezzato la trilogia precedente e quanto sia “alto” il suo fanatismo verso l’universo creato da Tolkien; diciamo subito che il grande difetto che si riscontra nella prima parte di questa nuova trilogia è legato in maniera principale alla durata. La pellicola dura ben due ore e quaranta minuti e Jackson sembra prendersela molto comoda nel narrare la storia, sopratutto nel primo terzo del lungometraggio dilungandosi molto sulla messa in scena della compagnia di Thorin, inserendo canzoni e spiegazioni ben precise capaci di far capire ai meno esperti dove la storia voglia andare a parare. Per chi è sempre stato attratto da questo universo non ci sarà gioia più grande che di sostare per ben 40 minuti nella Contea, gustarsi tutto quanto girato e ripreso dal regista Neozelandese, mentre coloro i quali sono meno esigenti e cercano l’avventura la prima ora e mezzo si potrebbe rivelare a tratti noiosa.
La storia aumenta di ritmo una volta che i nani entrano nelle terre selvagge e da quel momento in poi tutti noi saremmo partecipi (e soddisfatti) delle peripezie a cui i protagonisti prendono parte e saranno vittime, respirando sempre di più la presenza del pericolo e delle innumerevoli difficoltà. Quanto detto finora non vuole sminuire il lavoro fatto dal regista, ma semplicemente mettere in luce un aspetto che può piacere (mi riferisco anche alla estrema e meticolosa cura dei particolari ) ed allo stesso tempo annoiare. In fondo al cuore, però, siamo tutti attaccati a queste storie e per chi, almeno in parte, è stato catturato dalla vicenda di Frodo e dell’Anello non può non provare una sorta di “Bentornato” nel vedere quanto messo su in questi anni di preparazione e riprese. La soddisfazione nel vedere Lo Hobbit, da un certo punto di vista è tanta.
La sceneggiatura funziona, quindi, abbastanza bene e rimane in buona parte fedele al manoscritto, così come sono ottime la fotografia, gli effetti speciali (specialmente quando in scena entrerà niente meno che Gollum e il suo “Tesssoro…”!) e la regia. Mettiamo in buona luce anche il 3D che aggiunge un qualcosa in più a quanto creato e trasposto da Jackson, capace quindi di utilizzare al meglio questa tecnologia e rendendola del tutto non invasiva o artificiosa. La storia offre momenti in cui ci si riallaccia a The Lord of The Rings ed in uno di questi è possibile assistere alla genialità del regista, ovvero alla presenza dell’unico personaggio di sesso femminile inserito nella pellicola. Sembra quasi una forzatura, a pensarci bene, eppure la sequenza che vede come protagonista il consiglio dei guardiani della Terra di Mezzo (Saruman, Elrond, Galadriel e Gandalf) serve non solo a preparare il terreno agli eventi futuri, ma sopratutto per creare una sorta di equilibrio tra i personaggi; fare un film con sole presenze maschili poteva essere un rischio e così l’autore di Bad Taste inserisce una donna, una regina elfica proprio al centro della storia e se tuttavia a livello di trama quest’ultima non ne guadagna (quasi) niente, è nella messa in scena che il film sale di livello mostrando l’intelligenza e la furbizia di chi è dietro alla cinepresa.
Per quanto riguarda gli attori impegnati in questa storia è giusto mettere in risalto la buona prestazione di Freeman, un inglese perfetto nei panni di uno Hobbit e la sempre rassicurante presenza di McKellen. Il resto del cast funziona bene e da Thorin (Richard Armitage) ci si aspetterà molto di più nella prossima pellicola. Brillanti, se non ricchi di ilarità ed allo stesso tempo di suspanse, i momenti in cui saranno protagonisti Radagast ed i suoi “animali da compagnia”.
Commento Finale
Lo Hobbit – Un Viaggio inaspettato è un film godibile, da vedere e un “must” per gli appassionati di Tolkien/Jackson. Sebbene la pellicola vanti una durata considerevole e ci siano alcune lungaggini non si può assolutamente bocciare quanto fatto dal team neozelandese e se questa prima parte non arriva all’altezza de La Compagnia dell’Anello la risposta va cerca principalmente nel fatto che Lo Hobbit è, in primis, un’altra storia con toni e temi completamente diversi dagli altri racconti o dalle altre storie e rimane principalmente una fiaba per ragazzi. Così consigliamo la visione di questo lungometraggio a tutti e speriamo che sappiate apprezzarlo non commettendo l’errore di fare un confronto con la precedente Trilogia (T.L.o.t.R.). Le avventure di Bilbo sono appena iniziate e la Terra di Mezzo è tornata a far parlare di se.
Claudio Fedele
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