Recensione de L’Evocazione – The Conjuring
L’Evocazione, o per citare il titolo originale inglese “The Conjuring”, è uno degli ultimi lavori del regista Malese, naturalizzato Australiano, James Wan, quel regista che tempo addietro si era occupato di portare al cinema pellicole diventate dei veri e propri cult horror, nonché considerevoli fonte di guadagno per le case di produzioni, degli ultimi anni quali Saw e Insidious.
Ispirato ad eventi realmente accaduti il film racconta la storia vera di Lorraine (Vera Farmiga) e Ed Warren (Patrick Wilson), due investigatori del paranormale di fama mondiale, chiamati ad aiutare una famiglia terrorizzata da una presenza maligna che si nasconde nella loro fattoria isolata.
Una storia ed un approccio classico, un racconto horror tanto comune e attinente in piena regola al genere di appartenenza quanto ben fatto, ecco le basi su cui Wan crea un prodotto curato, raffinato e godibile; The Conjuring a livello di trama offre un plot narrativo quasi del tutto privo di una originalità propria, ma a far si che il lavoro non risulti tedioso o che non sappia anche minimamente di già visto ci pensa un autore che ha indubbiamente compreso che l’horror non si basa tanto su quel che si racconta ma sul come lo si imposta. Ecco che dunque, dopo sole poche scene (tra cui è bene non dimenticare un introduzione davvero ben orchestrata la quale avverte lo spettatore che la vicenda si svolgerà su più livelli) si capisce immediatamente che L’Evocazione ha tutto il potenziale nel riuscire nel suo intento, premesse, di fatto, che non solo vengono mantenute in piena regola, ma che ci portano a considerare questo lungometraggio come uno dei migliori del 2013, un po’ come, tempo addietro, si era detto di Sinister.
La vera carta vincente è senza ombra di dubbio una regia attenta, raffinata, sicura e personale che mai, tuttavia, eccede né si mostra barocca, dosando i ritmi ed i tempi giusti per l’ottima riuscita della vicenda, la quale, come per ogni buon film di genere che si rispetti e strizzando l’occhio all’horror degli anni ’70/’80, inizia lentamente e si consuma in altrettanto modo fino al climax finale ben dosato e di effetto; niente scossoni o particolari spaventi con The Conjuring, che non soffre (va detto), ad ogni modo, di momenti morti o di buchi di sceneggiatura, forte anche una messa in scena notevole curata da una fotografia sopraffina ed una pregevole colonna sonora.
Eppure, se volessimo toglierci la maschera e parlare a viso aperto, il vero motivo per cui un appassionato di cinema dovrebbe guardare L’Evocazione va di certo ritrovato nei tanti riferimenti ed omaggi che Wan fa al cinema del passato e a quello del presente. Sarebbe assai lunga la lista, se volessimo elencarvi tutte le similitudini con altre pellicole note al grande pubblico viste e riviste, ma permetteteci di rivelarvi che omaggi a Shining di Kubrick, a Carpenter, a Gli Uccelli e a L’Esorcista (da cui Wan prende anche lo stile e la regia in alcuni momenti a Friedkin) e persino a Peter Jackson, saranno all’ordine del giorno e che più volte vi domanderete a chi o cosa il regista abbia voluto rendere omaggio o ammiccare. Una regia, dunque, impeccabile, intelligente e colta quella di cui stiamo parlando con lenti movimenti di macchina e rare impennate.
L’Evocazione – The Conjuring se non è il miglior horror dell’annata appena passata rimane comunque un ottimo prodotto, ben recitato, diretto e orchestrato che non fa un uso eccessivo di effetti speciali, ma basa l’intera vicenda sul talento del regista di origini malesi Wan che dopo Saw e Insidious trova in questo prodotto la sua piena maturità costellando il film di omaggi e citazioni che non storpiano il tutto ma riescono a regalargli quel qualcosa in più rispetto ad altre pellicole contemporanee. L’horror ed il thriller con L’Evocazione possono ritenersi tornati completamente in auge, grazie ad un film che nella sua semplicità e (non) originalità mette in scena una paurosa storia ricca di suspance, paura e che sa guardare al cinema del passato con rispetto e umiltà.
Claudio Fedele
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