Per gli amanti degli Zombie Movie il 2004 è di sicuro un anno da ricordare poiché segna l’uscita di quello che sarà il primo pezzo del puzzle che comporrà l’ormai famosa “Trilogia del Cornetto”: tre lungometraggi, parodie che spaziano dal genere horror a quello poliziesco per poi finire al prendere in giro i film dalle sfumature fantascientifiche e la commedia nera. Prima de La Fine del Mondo (2013) e Hot Fuzz (dei quali troverete le rispettive recensioni su questo sito nella sezione “Un Film a Settimana”) c’era il solo Shaun of the Dead che vedeva protagonisti i semi sconosciuti Simon Pegg (anche sceneggiatore qui come per gli altri titoli) e Nick Frost sulla scena, mentre dietro alla macchina da presa l’altrettanto poco famoso Edgar Wright. Il trio inglese, noto quasi ed esclusivamente in patria per la loro spiccata comicità, doveva, con questo film, meravigliare e stupire la critica ed il pubblico, ma sopratutto evitare di dare alla luce un prodotto già visto, una parodia poco accattivante e di conseguenza riallacciarsi al genere Zombie di un tempo, quello alla George Romero. Ci saranno riusciti? Scopritelo con la recensione che Uninfonews.it ha scritto per voi! Vi auguriamo una buona lettura e buon proseguimento!
La vita di Shaun (Simon Pegg) sta andando a rotoli. Non fa altro che perdere tempo al pub del quartiere, il Winchester, con il suo migliore amico Ed (Nick Frost), tralasciando i problemi che ha con la madre, il patrigno e la fidanzata Liz (Kate Ashfield). Quando quest’ultima lo lascia, finalmente Shaun decide di mettere a posto la sua vita. Deve riconquistare il cuore della sua ex ragazza, recuperare il rapporto con la madre ed affrontare le responsabilità della vita adulta. Sfortunatamente i Morti sono ritornati in vita e minacciano di divorare i vivi e questo darà il via ad una nuova serie di tremendi avvenimenti…. La terra non è più un luogo sicuro!
L’elemento principale che sta alla base di Shaun of the Dead (volgarmente tradotto in Italia con L’Alba dei Morti Dementi) è il sano divertimento; Wright (qui al suo vero esordio come regista), con l’aiuto di Pegg alla sceneggiatura, realizza così una parodia che riesce a convincere sotto tutti gli aspetti, complice anche le poche aspettative e pressioni che hanno accompagnato la sua gestazione, centrando appieno il bersaglio e di conseguenza ne esce così un film che sa intrattenere, sa far ridere, non si prende sul serio e omaggia, in un modo o nell’altro, il cinema; Eppure, il primo capitolo de La Trilogia del Cornetto, proprio come i suoi due seguiti, ha dentro sé un qualcosa di profondo e offre delle critiche, molto sottili, verso la società e il mondo in cui vivono i protagonisti. Già dalle sequenze iniziali è possibile mettere a fuoco tutti quegli aspetti che secondo il regista rendono l’uomo uno “zombie”, quasi letteralmente, vale a dire: il lavoro, la routine e la monotonia, contrapposte agli amici, al divertimento e allo spasso. Una delle scene più belle vedrà infatti Simon Pegg attraversare il quartiere dove abita senza prestare la minima attenzione ai cambiamenti fisici/mentali/vitali di coloro che lo popolano per il semplice fatto che il comportamento dei neo non morti è incredibilmente simile a quello dei vivi. Al di là di questo piccolo particolare, il quale riesce a dare, tuttavia, una morale di fondo ben precisa alla pellicola, la storia non annoia mai, risultando ridicola e demenziale sempre in modo intelligente ed elegante. La coppia Pegg/Frost funziona molto bene e sigla così un sodalizio che porterà i due molto lontano nel panorama cinematografico. Inutile accennarvi le numerose gaff e momenti imbarazzanti dove i due avranno a che fare con gli zombie, che risultano essere perfettamente in linea con le più note leggende popolari ed i più famosi lungometraggi del passato ovvero molto goffi, incredibilmente lenti e mostruosi. Un film puramente horror? Certo che no! Ci sono numerosi riferimenti ad una vasta gamma di film, tante allusioni e situazioni che strizzano l’occhio alla commedia nera e al pulp e persino un po’ di sano romanticismo (che non si prende mai sul serio!). Tutto questo è possibile grazie alla regia di Wright, che riesce a reggere in modo più che discreto i 90 minuti di cui è composto il film e si presenta sempre in modo molto elegante, mai caotica e esilarante nonché geniale in quasi ogni istante grazie anche ad i particolari e ad alcune inquadrature o (corti) piani sequenza. Ci sono, inoltre, i classici stereotipi del genere, come, ad esempio, l’amplificazione dei suoni, la fotografia, le scenografie o la colonna sonora ed il tutto risulta, alla fin fine, essere coerente con il risultato finale che vogliamo ancora una volta sottolineare che è di gran lunga soddisfacente!
Shaun of the Dead è il primo passo di quella che sarà la The Three Flavours Cornetto Trilogy eppure già con questo capitolo il potenziale e la demenzialità, di cui la trilogia dispone, viene messo in luce in modo intelligente e con trovate geniali. Nel farsi beffa dell’horror, degli zombie movie e di alcune pellicole drammatiche L’alba dei Morti Dementi si dimostra essere un buon lungometraggio dedicato ai non morti ed un ottima parodia, grazie, soprattuto, ad una sceneggiatura brillante, interpreti in stato di grazia (tra cui ricordiamo essere presenti Bill Nighy e Martin Freeman, attori che prenderanno parte in piccoli ruoli anche nei due seguiti) e una regia molto curata! Consigliamo, senza mezzi termini, questo prodotto a tutti coloro che vogliono passare una serata tra brividi e risate e forse, tra tutte le battute e le sequenze ricche di assurdità, la più esaltante rimane quella dell’attacco degli zombie dentro al pub del quartiere (simbolo della tradizione popolare inglese per eccellenza) dove a far da colonna sonora ci pensano i Queen con Don’t Stop me Now. Di questi tempi, parodie ben realizzate e esordi di questo tipo, purtroppo, non se ne vedono molti e a confermare tutto ciò ci pensano (oltre che ai nostri) i commenti esaltati di George Romero, Stephen King e Peter Jackson sulla copertina del film!
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