Recensione de La Talpa – Tinker Tailor Soldier Spy
Realizzare un film di spionaggio, di questi tempi, alla vecchia maniera può essere un azzardo, eppure ciò non ha impedito alla StudioCanal (casa di produzione cinematografica francese) e alla Working Title Films di portare sul grande schermo uno dei romanzi più famosi (e autobiografici) dello scrittore britannico, ex agente segreto del Secret Intelligence Service, John le Carré: La Talpa – Tinker Tailor Soldier Spy. Il progetto entra nel vivo nel 2011 e Tomas Alfredson viene ingaggiato come regista, già autore del film horror, realizzato interamente in Svezia, Lasciami Entrare (2008). Molte furono le difficoltà incontrate nella lavorazione dell’adattamento a cominciare dalla scelta degli attori (tanti attori furono presi in considerazione e successivamente scartati per il ruolo da protagonista, fin quando la scelta non cadde su Gary Oldman) fino ad arrivare agli aspetti più tecnici della produzione. Nel 2011, tuttavia, il film viene presentato in concorso alla 68° Mostra del Cinema di Venezia a riprova del fatto che si era finalmente giunti così alla conclusione e che tutto era andato per il verso giusto, per poi approdare a fine anno nei cinema di (quasi) tutto il mondo! Tante responsabilità, un solo film realizzato dal regista svedese prima di girare le “indagini” dell’agente segreto George Smiley e per di più di genere horror, un cast da brividi ed un reparto tecnico da vendere, tali sono le premesse di questa recensione, che Uninfonews.it ha scritto per voi. La domanda, a questo punto sorge spontanea: La Talpa è un bel film di spionaggio o uno dei flop più grandi degli ultimi anni? Se volete sapere cosa ne pensiamo, non dovete far altro che continuare a leggere la nostra recensione!
Nel 1973 la Guerra Fredda continua a inficiare le relazioni internazionali. I servizi segreti inglesi, altrimenti noti come MI6, nome in codice “Circus”, arrancano per tenersi al passo con lo spionaggio di altri paesi e garantire la sicurezza del Regno Unito. Il governo, però, teme che i protocolli dell’organizzazione siano stati violati dall’interno da un agente doppiogiochista al servizio dei sovietici, mettendo a rischio tutta l’Inghilterra. All’uomo più fidato, George Smiley (Gary Oldman) ex-agente segreto, viene dato il difficile compito di stanare la Talpa…
E’ estremamente difficile indicare l’aspetto più riuscito di Tinker Tailor Soldier Spy, poiché molti sono i punti su cui ci si potrebbe soffermare per lodare quanto è stato fatto. Partiamo, dunque, dall’aspetto tecnico per eccellenza: la regia. Alfredson aveva già convinto gran parte del pubblico e della critica ai tempi di Lasciami Entrare, dimostrando il suo talento e la sua impronta dietro la macchina da presa e con La Talpa accade esattamente la stessa cosa, eppure, allo stesso tempo, c’è un nuovo aspetto che ci porta a dire (e osare!) che il film-maker svedese sia migliorato ancor più rispetto al lungometraggio d’esordio e ciò è possibile intuirlo non solo grazie ai movimenti di camera che si adattano alla perfezione in ogni momento ai personaggi sulla scena, ed in particolare al protagonista, ma sopratutto perché questo film gode di una regia che da una sorta di dipendenza o assuefazione da cui, con l’andare avanti della trama, è impossibile staccarsi. Una volta che si è dentro a questa complessa vicenda investigativa si è come persi in un mare di idee, dubbi e domande delle quali non si può fare a meno. Ovviamente il film pretende una certa attenzione da parte dello spettatore e coloro i quali non sono abituati ai ritmi lenti di una volta, ma a quelli degli ultimi 007 potranno trovare la pellicola noiosa e mal riuscita. Niente di più sbagliato a nostro modo di vedere; La Talpa è un film che risplende, nella vasta oscurità che colora gli anni ’70, di una luce propria capace di mettere in ombra qualsiasi altra Spy Story (seria) fatta negli ultimi anni. E’ un film estremamente elegante, sia nella messa in scena, che nella regia, sempre attenta e mai rocambolesca; un lungometraggio che ha grande rispetto non solo della storia, ma anche del pubblico, il quale può seguire, esattamente come i protagonisti, le indagini di George Smiley e farsi una propria idea su chi sia l’infiltrato grazie alle informazioni di cui si viene a conoscenza nei 120 minuti circa di durata complessiva.
Tinker Tailor Soldier Spy riesce ad incarnare l’anima del romanzo da cui prende ispirazione grazie anche all’ottimo lavoro realizzato nella sceneggiatura da parte di Bridget O’Connor e Peter Straughan, incredibilmente curata, attenta e ricca di suspance. Ottimo anche il montaggio, che riempie la pellicola di numerose analessi in modo da rendere sempre chiaro il contesto e le innumerevoli situazioni a cui siamo messi di fronte. Non possiamo non lodare la fotografia, che tutt’oggi rimane una delle più belle mai viste in questi ultimi anni, che raccoglie in ogni inquadratura, sequenza o primo piano quei toni scuri, grigi e freddi degli anni della guerra fredda e del conflitto tra oriente e occidente. Suggestive le scenografie e sempre ben curate, ricche di una vasta gamma di elementi scenici superbamente riprodotti o inseriti durante il film, a cominciare dai mezzi di trasporto (macchine, aerei, navi etc…). Alberto Iglesias sorprende ancora una volta per le sue capacità di compositore (riceverà per questo la sua terza nomination all’Oscar) realizzando melodie malinconiche e talvolta ricche di inquietudine amalgamandole a brani di musica leggera dell’epoca.
Il fiore all’occhiello di tutta la produzione rimane il casting, che Alfredson riesce a sfruttare al massimo, in ogni momento, dosando in modo giusto ogni personaggio sulla scena. Gli attori che sono stati coinvolti nella produzione sono, senza ombra di dubbio, il gotha del cinema britannico. Gary Oldman è davvero eccellente nelle vesti del protagonista, un uomo ormai di mezz’età, solo e triste, a cui è stata data una missione in segreto e che non può contare su nessuno. E’ una delle più profonde e sentite performance degli ultimi anni che ci porta a sottolineare come questo attore sia stato (quasi) sempre sottovalutato e messo da parte, talvolta considerato idoneo solo per ruoli minori o da antagonista. Un peccato, visto il talento che più volte aveva messo a nudo e che, con questa pellicola, può dimostrare per l’ennesima volta senza vergogna. Una prova, la sua, fatta non solo attraverso i gesti, ma anche (e soprattuto) con uno sguardo criptico, spento e attento, di difficile interpretazione, così chiuso ed allo stesso tempo specchio dei sentimenti repressi, che il suo Smiley tiene dentro. Notevole Benedict Cumberbatch, qui nelle vesti del collega fidato e leale, così come altrettanto bravo risulta essere John Hurt e Mark Strong. Discreto anche Colin Firth, anche se viene leggermente messo da parte; Tom Hardy risulta essere davvero efficiente e capace di calarsi anche in ruoli drammatici (aveva già dato prova di ciò in Bronson di Refn) e altrettanto convincenti gli altri attori coinvolti nella produzione tra cui citiamo Stephen Graham (This is England).
La Talpa – Tinker Tailor Soldier Spy è un ottimo film ed un’eccellente Spy Story, di quelle a vecchio stampo, che si facevano una volta, prima che James Bond alias 007 monopolizzasse il panorama cinematografico. Un film che vive di un’eleganza talmente radicata nella regia e nei contenuti da cui è difficile rimanere indifferenti. Alfredson riesce nell’impresa di portare alla luce una pellicola tanto forte quanto delicata, triste, onesta e incredibilmente romantica, senza lasciare nulla al caso, filmando una storia ricca di suspance e che è possibile apprezzare ancor di più ad una seconda o terza visione. Il reparto tecnico, la fotografia, così per quanto riguarda le scenografie è ottimo, condito da musiche che ben si adattano al contesto; il cast e la sceneggiatura fanno il resto. Nel dare, dunque, un giudizio finale a La Talpa non possiamo che lodare quanto è stato fatto e trovarci d’accordo con tutti quei commenti presenti nella locandina del film che portano il nome di alcuni dei giornali e delle riviste più famose al mondo: Tinker Tailor Soldier Spy è davvero il Thriller più elegante e sofisticato degli ultimi anni!
Claudio Fedele
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