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Recensione di Coraline

Recensione di Coraline 

di

Neil Gaiman 

“Gaiman grazie alla sua fantasia senza limiti scrive un racconto dalle forti tinte dark senza dimenticarsi del pubblico a cui è rivolto e le streghe non hanno fatto mai tanta paura!” 

Trama

In casa di Coraline ci sono tredici porte che permettono di entrare e uscire da stanze e corridoi. Ma ce n’è anche un’altra, la quattordicesima, che dà su un muro di mattoni. Cosa ci sarà oltre quella porta? Un giorno Coraline scopre che al di là della porta si apre un corridoio scuro, e alla fine del corridoio c’è una casa identica alla sua, con una donna identica a sua madre. O quasi.

Recensione 

E’ una bella storia quella di Coraline, la piccola bambina coraggiosa che ha dato a tutti noi la riprova del talento e della fantasia di Neil Gaiman, il quale aveva conquistato critica e pubblico con il fumetto Sandman, i romanzi Stardust e American Gods, che forse rimane ancora oggi il suo capolavoro. Coraline è, come detto poc’anzi una storia che merita di essere letta sia dai grandi che dai piccoli, il pubblico a cui essenzialmente è rivolta, ma anche la genesi di questo libro, tuttavia, ha tutte le carte in regola per identificarsi come una vicenda da raccontare a chiunque a voglia di perdere un poco del proprio tempo.

Che ci crediate o meno, Gaiman lo spiega nella prefazione del libro (sempre che abbiate le ultime edizione edite da Mondadori), la protagonista di questa dark story doveva essere una bambina di nome Caroline, ma il fato vuole che la mano del genio inglese sia scivolata sulla tastiera del computer e dato che molti scrittori oggi giorno, forse per darsi importanza o per falsa modestia, non fanno che ripetere che persino i libri hanno un’anima, quest’ultimo decise che Coraline fosse il nome, tanto strambo quanto originale, della sua nuova eroina e che non poteva essere altrimenti; sarebbe stato un torto, non tanto verso i lettori, ma piuttosto verso la storia e il personaggio principale stesso. Così, Gaiman si ritrova a scrivere una favola dalle forti tinte horror, che di certo è piaciuta ad autori come King, i quali non anno nascosto con il passare del tempo, rispetto, plausi e gradimento, iniziata, il caso vuole, per soddisfare la prima delle sue figlie e conclusasi, dopo tanto tempo (in cui inseriamo anche il trasferimento dall’Inglaterra in America), per la seconda di esse. Non a caso è la dedica stessa a suggerirci questa banale conclusione, dato che recita nero su bianco: “L’ho iniziato per Holly, l’ho terminato per Maddy”.

Tornando con i piedi per terra e rivolgendo la nostra attenzione al racconto va detto subito che Coraline fa parte di quella categoria di libri che sembrano non stancare mai, capaci di farsi apprezzare da bambini, adolescenti, adulti e anziani, complice di tutto questo una vicenda tanto semplice quanto interessante che può essere letta, riletta e studiata su vari livelli immune al deterioramento e al tempo. La giovane ragazzina è catapultata in una avventura che segnerà non solo la sua infanzia, ma racchiuderà in sé il passaggio da un età all’altra della propria esistenza e la porterà a concepire il mondo attorno a se e gli adulti in un modo nuovo, inedito e giusto.

A Gaiman inoltre piace mettere in scena tutta la propria conoscenza, senza lasciarsi prendere dalla presunzione o dall’arroganza, ma sottolineando sempre il tutto con una nota di ironia. Di fatto cita con estrema naturalezza LovecraftShakespeare e Wilde, ammiccando a Caroll, lasciando che la sua protagonista prenda il posto dell’Alice Attraverso lo Specchio e rivolgendo grande rispetto a quelli che forse sono alcuni dei suoi veri maestri, i mentori che l’hanno portato ad essere uno scrittore di grande fantasia e bravura: Tolkien e Lewis. Se da un lato, infatti, lo scrittore inglese di Portchester ricorderà molto l’ideatore de Le Cronache di Narnia a tanti lettori, basti pensare all’elemento religioso/allegorico sempre molto presente nei suoi racconti, è grazie sopratutto alla mente di colui che ha sfornato Il Signore degli Anelli, che Gaiman prende come modello, a cui questi si rifà (ammettendolo egli stesso nella raccolta di racconti “Il Cimitero Senza Lapidi”) non tanto per le tematiche, ma per le atmosfere e la capacità di saper raccontare storie prive di retorica e a tratti quasi a stampo folcloristico con estrema maestria senza che queste appaiano forzate.

L’universo di Coraline è nella sua lettura più superficiale costellato da tutto un insieme di elementi tipici della letteratura Inglese e Nordica a cominciare dai più comuni gatti neri, alle streghe, che in questo racconto lasciano un po’ da parte lo stereotipo per apparire originali e innovative. “L’altra Madre” è senza ombra di dubbio una presenza negativa, un personaggio che si avvale del ruolo dell’antagonista, ma la suddivisione in buoni e cattivi non è poi così scontata e banale come ci si potrebbe aspettare poiché Gaiman è tanto bravo a giocare con i sentimenti e la sottile psicologia dei personaggi da renderli concreti in tutto e per tutto, ma sopratutto ambigui (e non) anche coloro potrebbero non esserlo. In fondo, l’intera vicenda è tutta incentrata sulla protagonista, una bambina coraggiosa che decide di essere padrona del proprio destino, e che grazie al suo sangue freddo potrà dimostrare il proprio valore, ma qui Neil inserisce una sfumatura, leggera ma incisiva, nella concezione di “coraggio” che di certo piacerà a molti.

Commento Finale 

Giungendo infine ad una conclusione va detto che Coraline è una storia breve, ma intensa, una favola dalle tinte dark che propone temi interessanti capaci di destare qualche riflessione nella mente di un adulto, il cui unico rimpianto è forse quello che se fosse stata scritta per un pubblico unicamente per adulti (un po’ come I Ragazzi di Anansi o American Gods), arricchita e ampliata il giusto essa non avrebbe sfigurato; Gaiman scrive indubbiamente bene, è un forziere che eccede in fantasia e originalità, qui penalizzato da una non sempre eccellente traduzione, ma accompagnato da buone ed ispirate illustrazioni curate da Dave McKean (suo collaboratore). Quali sono in fondo le colonne portanti su cui la storia di Coraline si basa? C’è il rapporto tra genitori e figli, la necessità di essere coraggiosi non per se stessi, ma per gli altri; la paura di perdere ciò che si ama; la consapevolezza che la vita non è tutta rose e fiori e che proprio questo la rendere unica; ma è forse il confronto tra il mondo concepito da un bambino e dagli adulti ad interessare principalmente l’autore, poiché quest’ultimo ha, in fondo, scritto una storia che cerca in continuazione un punto in comune tra questi due aspetti senza scadere nell’utopia di veder un mondo perfetto ed un perfetto rapporto tra madri, padri, figlie e figli. Un’opera rivolta, dunque, ai bambini o ai genitori? Forse a tutte e due, di certo una favola da cui entrambe le categorie possono imparare qualcosa di interessante e educativo.

 

L’autore 

Neil Richard Gaiman è nato a Portchester nel 1960. Ha iniziato a lavorare come giornalista, oggi è scrittore di romanzi, racconti di fantascienza e di sceneggiature per fumetti ed in questo campo è diventato famoso grazie a Sandman. Il suo A Midsummer Night’s Dream ha vinto nel 1990 il Premio Nebula come migliore racconto breve di fantascienza. Gaiman è un artista eclettico: scrive canzoni, poesie, sceneggiati per la tv (uno di questi si è poi trasformato nel famoso romanzo Nessun dove, Fanucci). L’autore inoltre cura un blog e quotidianamente dialoga con i fan, i quali hanno così modo di sapere cosa sta scrivendo.

 

 

 

Claudio Fedele

 

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