Recensione di Batman V Superman : Dawn of Justice
Giunta finalmente in sala, l’ultima fatica del regista di Watchmen spreme fino all’ultimo una piuttosto debole sceneggiatura che mette tanta, troppa, carne al fuoco, rivelando già dopo qualche sequenza al cardio palma alcuni dei suoi difetti più vistosi, i quali rendono difficile in alcuni momenti approcciarsi al lungometraggio e mantenere un minimo livello di concentrazione. A seguito, non a caso, di un avvio concitato che ci immerge nell’azione, ove vediamo Bruce Wayne correre tra le strade di Metropolis, mentre imperversa il caos causato dalla battaglia tra Superman ed il generale Zod, la storia si arena nel voler mettere in luce personaggi secondari che non riescono a emergere in toto, tra i quali ad uscirne con le ossa menomate sono l’Alfred di Jeremy Irons, fastidiosissima spalla, ed in special modo il Lex Luthor di Jesse Eisenberg, impacciato, sopra le righe, quasi una macchietta comica, ma mai vera minaccia, l’antagonista principale dell’opera si muove sullo schermo brandendo una risata che lo tradisce, portandolo, minuto dopo minuto, in un limbo di inconsistenza capace di non lasciare
Eppure Dawn of Justice è un progetto ambizioso, vuole essere e donare un grande spettacolo e vuole soprattutto puntare alla massima spettacolarizzazione di quel che si appresta a narrare, ed in questo Snyder è un esperto perché i duelli titanici tra i due super-gladiatori, così come i frammenti che vedono coinvolte sparatorie o battaglie aeree, sono quanto di più esaltante occhio umano abbia avuto modo di vedere in questa prima parte dell’anno, purtroppo, però, quel che manca non è tanto la forma, contrassegnata anche da una precisa messa in scena o fotografia scura e marcata, di certo discutibile, ma comunque presente, bensì la sostanza, ridotta all’osso sotto il profilo della sceneggiatura e orientata in quell’ottica comics proposta da Nolan che, alle lunghe, appesantisce in modo eccessivo un universo che la Marvel, ad esempio, ha fin da subito cercato di alleggerire con l’ironia e il divertimento.
Però, dispiace magari ammetterlo, Batman V Superman non è il miglior biglietto da visita con cui presentarsi, e se Snyder dimostra di voler essere fedele al fumetto, rivela anche le sue mancanze come regista, limpide come l’acqua del mare quando si tratta di dare il giusto ritmo al film o quando si cerca di fare dei collegamenti tra una sequenza e l’altra, dando, tuttavia, di continuo l’impressione di assistere ad un buffet pantagruelico di videoclip messi uno accanto all’altro.
Il Batman di Ben Affleck è un erede claudicante di quello che fu un tempo il Cavaliere Oscuro di Bale, che a sua volta non era riuscito ad eguagliare il suo predecessore Michael Keaton, ma la mono-espressività giova all’uomo pipistrello, a cui si possono muovere delle critiche non tanto per avere il volto di un attore dal dubbio talento, quanto piuttosto di avere una crescita interiore ed uno script poco incisivo o interessante, che priva il protagonista della giusta empatia o carisma, cucendogli addosso unicamente sentimenti di ira e odio represso. Il crociato di Gotham assurge quasi ad essere un pazzo tanto quanto Luthor e l’epifania finale a cui è messo di fronte scaturisce da tutta una serie di piccoli eventi che appaiono fin troppo forzati;
Il più grande rimpianto, in tutta questa produzione, resta il ruolo sprecato di Gal Gadot, Wonder Woman non troppo presente, ma che, una volta salita sul palco della tragedia umana, regala solo con la sua postura, la sua bellezza e la sua grinta, una freschezza alla pellicola di cui se ne sentiva il bisogno e che, purtroppo, arriva troppo tardi.