Recensione di Batman V Superman : Dawn of Justice
Batman V Superman : Dawn of Justice è stato uno dei titoli più attesi della stagione, una pellicola discussa, osannata, criticata ed amata ancor prima che giungesse in sala, un progetto destinato, fin dalla sua fase embrionale, a fare tutto il percorso degno di ogni blockbuster che si rispetti non saltando nemmeno una delle tante fiere pop del cinema e del fumetto tipiche dei nostri anni. La pellicola di Zac Snyder, erede di quello zoppicante “Uomo d’Acciaio”, di ben due anni fa, doveva stavolta mostrare il proprio valore, mettere fuori i denti e fare a morsi la curiosità del pubblico, servire loro su un piatto d’argento un incipit che fungesse da grande prologo a quella che sarà la Justice League, una lega di meta-umani destinati a combattere le forze del male, la fiera risposta DC a quelli che sono gli Avengers in casa Marvel.
Giunta finalmente in sala, l’ultima fatica del regista di Watchmen spreme fino all’ultimo una piuttosto debole sceneggiatura che mette tanta, troppa, carne al fuoco, rivelando già dopo qualche sequenza al cardio palma alcuni dei suoi difetti più vistosi, i quali rendono difficile in alcuni momenti approcciarsi al lungometraggio e mantenere un minimo livello di concentrazione. A seguito, non a caso, di un avvio concitato che ci immerge nell’azione, ove vediamo Bruce Wayne correre tra le strade di Metropolis, mentre imperversa il caos causato dalla battaglia tra Superman ed il generale Zod, la storia si arena nel voler mettere in luce personaggi secondari che non riescono a emergere in toto, tra i quali ad uscirne con le ossa menomate sono l’Alfred di Jeremy Irons, fastidiosissima spalla, ed in special modo il Lex Luthor di Jesse Eisenberg, impacciato, sopra le righe, quasi una macchietta comica, ma mai vera minaccia, l’antagonista principale dell’opera si muove sullo schermo brandendo una risata che lo tradisce, portandolo, minuto dopo minuto, in un limbo di inconsistenza capace di non lasciare il segno nella mente dello spettatore; troppo Joker di Ledger alle volte, troppo Mark Zuckerberg di Fincher, all’occasione, resta il fatto che quello che abbiamo tra le mani pare tanto un ragazzino pieno di complessi a cui si fa fatica credere che l’Uomo d’Acciaio e Batman non riescano a battere o controllare fin da subito.
Eppure Dawn of Justice è un progetto ambizioso, vuole essere e donare un grande spettacolo e vuole soprattutto puntare alla massima spettacolarizzazione di quel che si appresta a narrare, ed in questo Snyder è un esperto perché i duelli titanici tra i due super-gladiatori, così come i frammenti che vedono coinvolte sparatorie o battaglie aeree, sono quanto di più esaltante occhio umano abbia avuto modo di vedere in questa prima parte dell’anno, purtroppo, però, quel che manca non è tanto la forma, contrassegnata anche da una precisa messa in scena o fotografia scura e marcata, di certo discutibile, ma comunque presente, bensì la sostanza, ridotta all’osso sotto il profilo della sceneggiatura e orientata in quell’ottica comics proposta da Nolan che, alle lunghe, appesantisce in modo eccessivo un universo che la Marvel, ad esempio, ha fin da subito cercato di alleggerire con l’ironia e il divertimento.
Ciò che, infatti, era iniziato, nel 2005 con Batman Begins, qui trova l’incoronazione finale che avvia definitivamente un percorso che vedrà coinvolto il marchio Warner in produzione di questo genere per almeno i prossimi quattro anni, e, con tutte le riserve ed i dubbi, è fuori discussione che il mondo DC offra, comunque, un’alternativa, se non eccellente, quanto meno interessante ed evidente.
Però, dispiace magari ammetterlo, Batman V Superman non è il miglior biglietto da visita con cui presentarsi, e se Snyder dimostra di voler essere fedele al fumetto, rivela anche le sue mancanze come regista, limpide come l’acqua del mare quando si tratta di dare il giusto ritmo al film o quando si cerca di fare dei collegamenti tra una sequenza e l’altra, dando, tuttavia, di continuo l’impressione di assistere ad un buffet pantagruelico di videoclip messi uno accanto all’altro.
Il Batman di Ben Affleck è un erede claudicante di quello che fu un tempo il Cavaliere Oscuro di Bale, che a sua volta non era riuscito ad eguagliare il suo predecessore Michael Keaton, ma la mono-espressività giova all’uomo pipistrello, a cui si possono muovere delle critiche non tanto per avere il volto di un attore dal dubbio talento, quanto piuttosto di avere una crescita interiore ed uno script poco incisivo o interessante, che priva il protagonista della giusta empatia o carisma, cucendogli addosso unicamente sentimenti di ira e odio represso. Il crociato di Gotham assurge quasi ad essere un pazzo tanto quanto Luthor e l’epifania finale a cui è messo di fronte scaturisce da tutta una serie di piccoli eventi che appaiono fin troppo forzati; ma non tutto il male vien per nuocere, poiché anche qui, come già sopracitate, sono le sequenze d’azione a donare quel fascino primordiale e grottesco capace di saper soddisfare quelle schiere di fan che altro non aspettavano di assistere a qualche combattimento coreograficamente d’effetto.
Il più grande rimpianto, in tutta questa produzione, resta il ruolo sprecato di Gal Gadot, Wonder Woman non troppo presente, ma che, una volta salita sul palco della tragedia umana, regala solo con la sua postura, la sua bellezza e la sua grinta, una freschezza alla pellicola di cui se ne sentiva il bisogno e che, purtroppo, arriva troppo tardi.
Intesa come una battaglia psico-filosofica tra Uomo e Dio, Batman V Superman : Dawn of Justice è un film difficile da valutare, in virtù del fatto che resta un primo passo incerto verso un mondo nuovo, non del tutto soddisfacente e con vistose lacune, un tenue raggio di luce destinato a precedere un mattino ricco di avventure targate DC Comics, ma è indubbio il fatto che fin dagli albori, questa macchina che vede il timbro della Warner, non abbia ingranato la marcia giusta e che viva troppo di una visione tetra, nebulosa, confusionaria di un pantheon che potrebbe dare molte soddisfazioni sia ai produttori che al pubblico nel breve futuro. Snyder non centra il bersaglio, si lascia sfuggire la storia di Superman tra le dita, ad eccezione della parentesi con Lois Lane, interpretata da una Amy Adams sempre più brava e genuinamente sensuale, e non afferra quella di Batman, proponendola nel modo sbagliato, rimane quindi la delusione di (non) aver visto il più grande duello comics annunciato e la speranza che con questi due capitoli introduttivi si possa, un domani, assistere a qualche pellicola un po’ più interessante.
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