Il 28 gennaio 2019, in uno dei tanti tweet sul cambiamento climatico, l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump scriveva: “Nel bellissimo Midwest, le temperature percepite stanno raggiungendo i -60°C, le più fredde mai registrate. Cosa diavolo sta succedendo al Global Warming? Per favore torna presto, abbiamo bisogno di te!”. Come Trump, anche noi facciamo spesso confusione su questo argomento. Qual è la differenza tra meteo e clima? Che relazioni ci sono tra gli eventi estremi e il riscaldamento globale? Cos’è successo sul nostro territorio in questi decenni? In questo articolo cercheremo rispondere a questi e a tanti altri interrogativi.
Alluvione della Versilia
Era una calda mattina d’inizio estate quella del 19 giugno 1996. Sulla Versilia il cielo era terso e le previsioni davano cieli sereni o poco nuvolosi. Nessuno si sarebbe mai immaginato che di lì a poco si sarebbe verificato uno dei più gravi alluvioni che la Toscana ricordi. Quel giorno, infatti, era in atto sulle creste delle Alpi Apuane uno scontro tra masse di aria, una fredda proveniente da nord e una calda-umida proveniente dalla costa. Ben presto si sviluppò una pericolosa cella temporalesca auto rigenerante, larga 6 km e alta 12 km, che interessò un’area di 60 km2. Già di primo mattino violenti temporali iniziarono ad abbattersi sui bacini dei torrenti Sera e Vezza (sul lato ovest) e su quello della Turrite di Gallicano (sul lato garfagnino). Alle 13.00 il nubifragio si intensificò ulteriormente raggiungendo picchi di precipitazioni impressionanti. Per fare un esempio, a Fornovolasco, nel bacino della Turrite di Gallicano, il pluviometro venne spazzato via dalla furia dell’acqua dopo aver registrato 406 mm cumulati e una punta massima di 150 mm tra le 13 e le 14. Per inciso, si consideri che 1 mm di pioggia equivale a 1 litro d’acqua su 1 m2 di superficie. In un’ora quindi, su ogni metro quadrato delle aree interessate dal fenomeno, sono caduti oltre 150 litri d’acqua!
Un ulteriore problema si verificò a causa delle sfavorevoli caratteristiche geologiche di quest’area delle Apuane. Gran parte del bacino del fiume Versilia (che si origina a Seravezza dalla confluenza dei torrenti Sera e Vezza), si imposta su rocce impermeabili o scarsamente permeabili, favorendo, in occasione di piogge intense, il ruscellamento e la formazione di onde di piena. Ciò successe anche durante il nubifragio del 1996. Si formarono contemporaneamente, a seguito dello scivolamento della copertura detritica sul substrato impermeabile, circa 500 frane di modeste dimensioni (100 m3 – 1000 m3). Le colate si riversarono nei corsi d’acqua in piena sbarrandoli e provocando un alluvione. Il paese maggiormente colpito fu Cardoso, situato ai piedi del Monte Forato. Questo abitato si trova in una valle stretta con versanti molto acclivi, ovvero in una posizione particolarmente sfavorevole. Qui il livello dell’acqua e dei detriti raggiunse addirittura un’altezza di 12 metri! Molte abitazioni furono spazzate via e si contarono 13 vittime. Inoltre, l’ondata di piena percorse tutto il fiume Versilia, che straripò in pianura e inondò Pietrasanta, Marina di Pietrasanta, Forte dei Marmi e Montignoso.
Eventi estremi e tempi di ritorno
Sono ormai passati 25 anni da quel tragico giorno e una domanda sorge spontanea: “può ripetersi nuovamente un evento simile?” La risposta è senza dubbio affermativa. Il passaggio successivo è capire ogni quanto tempo può avvenire un fenomeno di tali proporzioni. La regione Toscana nel 2012 ha sviluppato un valido modello per calcolare il “tempo di ritorno”. Questo può essere definito come il lasso di tempo medio che intercorre tra due eventi simili. In pratica è un modo statistico per esprimere la probabilità del verificarsi di un certo evento in un dato anno. Un nubifragio con un tempo di ritorno di 100 anni non si ripete ogni secolo esatto, ma ogni anno ha l’1% di probabilità di verificarsi. Gli eventi estremi sono molto rari e avranno dunque tempi di ritorno elevati.
Per l’alluvione della Versilia è stato calcolato, grazie a questo modello, un tempo di ritorno superiore ai 500 anni. Poco fa, avevamo accennato che a Fornovolasco la precipitazione si attestò in un’ora sui 150 mm. Ebbene, il modello stima che precipitazioni di un’ora, con un tempo di ritorno di 500 anni, raggiungono un’altezza di circa 130 mm. Questo conferma ulteriormente l’eccezionalità dell’Alluvione della Versilia.
Alluvione di Livorno
Un altro violento nubifragio ha colpito Livorno la notte tra il 9 e il 10 settembre 2017. È stato caratterizzato da vari sistemi temporaleschi che si sono generati davanti alla costa tra Livorno e Pisa dalle 21 di sabato 9 settembre fino alle 6 della domenica, con tre periodi di maggiore intensità. In particolare, quello più violento si è verificato alle 02:00 e ha interessato principalmente una zona compresa tra Livorno sud e Rosignano. In queste aree si sono raggiunti valori di pioggia davvero estremi, con punte superiori a 40 mm in 15 minuti, 120 mm in 1 ora e 230 mm in 3 ore. Queste circostanze hanno provocato l’esondazione dei torrenti Rio Maggiore e Rio Ardenza. Il primo è straripato all’imbocco della tombatura invadendo il giardino di una villetta liberty in via Rodocanacchi, una traversa di viale Nazario Sauro, dove ci sono state 4 vittime, mentre l’Ardenza ha provocato gravi danni tra l’Apparizione e i Tre Ponti. In totale hanno perso la vita in questo tragico evento 8 persone.
Osservando il modello della Regione Toscana possiamo constatare che questo fenomeno è stato sicuramente più raro rispetto all’Alluvione della Versilia. Per una precipitazione di 3 ore con un tempo di ritorno di 500 anni (con lo 0.2% di probabilità annua) il modello calcola per la stazione di Livorno Mareografo un’altezza di precipitazione di 180 mm. Quella notte caddero 50 mm in più. Non è possibile ricavare dal modello il preciso tempo di ritorno, ma sicuramente il valore è compreso tra 500 e 1000 anni.
Meteo e clima
Come Trump su Twitter, anche noi abbiamo appena commentato due fenomeni estremamente violenti che hanno messo in ginocchio il territorio. Bisogna però considerare che questi sono stati due singoli eventi meteorologici. Difatti, il meteo illustra le condizioni atmosferiche in un’area ristretta e per un breve lasso di tempo, ovvero riguarda ciò che avviene quotidianamente. Quando invece si parla di clima, la scala temporale si dilata moltissimo. Per poter descrivere in modo adeguato il clima di una piccola porzione di territorio (microclima) o a scala più ampia (macroclima), si devono avere i dati di un periodo di almeno 30 anni.
Donald Trump vs Global Warming
Un ottimo esempio per capire meglio la differenza tra meteo e clima è l’incredibile ondata di freddo nel Midwest di cui parla l’ex presidente degli Stati Uniti. Questo evento può essere utilizzato per dimostrare che il riscaldamento globale non esiste? Possono comunque avvenire ondate di freddo estreme in un regime di riscaldamento globale? Per rispondere a queste domande utilizzeremo ancora una volta la nostra cara vecchia probabilità. In una situazione normale, gli eventi meteo si distribuirebbero in modo simmetrico, formando una curva detta “gaussiana” o “a campana”. La probabilità di avere eventi estremi (margini della curva) sarebbe la stessa, ovvero un numero simile di eventi estremi caldi e di eventi estremi freddi. Ridisegnando la curva e considerando gli effetti dei cambiamenti climatici, si può osservare che le cose cambiano.
Il riscaldamento globale produce due effetti principali: il primo è un aumento della variabilità degli eventi, che causa un appiattimento della curva e ha come risultato una maggiore frequenza di eventi estremi, sia freddi che caldi; il secondo è l’aumento delle temperature medie globali, ossia uno spostamento della curva verso temperature sempre maggiori. Combinando i due effetti si può constatare che potranno ancora verificarsi eventi freddi, anche se in misura minore rispetto al passato, ma che sono anche aumentate vertiginosamente le ondate di caldo estremo. Non solo, sono comparsi numerosi eventi che non facevano parte del clima di qualche decennio prima. Ecco perché si sente parlare più spesso di caldo record che di freddo estremo.
Cambiamenti climatici e alluvioni
Fonti
- Eventi alluvionali e fenomeni franosi nelle Alpi Apuane (Toscana)
- Modello della Regione Toscana per il calcolo dei tempi di ritorno
- Report evento meteo-idrologico dei giorni 9 e 10 settembre 2017
- Post “Chi Ha Paura Del Buio”
Lorenzo Mori