Salvatore Barbato, per tutti Toto, classe 1971, nato a Prato, origini calabresi, di fatto livornese verace perché basta un veloce scambio di battute per riconoscere in lui il carattere labronico più autentico e stereotipico: sveglio, arguto, con la risposta pronta, a parole è uno schermidore esemplare capace di alternare a stoccate ficcanti, dei giri infiniti che possono confondere l’interlocutore se questi si fa rapire.
Fino al 1997 faceva il corriere quando, all’età di 26 anni, il suo amico Paolo Virzì gli offrì l’occasione della vita, una parte di tutto rispetto nel film generazionale “Ovosodo”. Successo nazionale per Virzì e grande rampa di lancio per lo stesso Toto, che da quel momento, a livello locale, diviene personaggio pubblico. Dopo “Ovosodo” il lavoro come musicista, batterista degli “Snaporaz”, due colonne sonore e tre album che li portano a suonare per anni in giro per l’Italia. Nel 2002, dopo la storica promozione del Livorno in serie B capisce assieme all’amico Domenico, detto “Mimmo”, Rosa che la città necessita di nuove attrattive oltre quelle sportive, da qui la nascita del progetto “The Cage”.
Inizialmente ubicato in un circolo ARCI in via Cestoni, il “The Cage” si è spostato prima in zona Stagno (via Provinciale 676), in contemporanea le serate estive in fortezza vecchia nel 2006 ed infine nello spazio comunale del Teatro Mascagni di Villa Corridi, dopo aver vinto il bando pubblico per la sua gestione fatto dalla vecchia giunta Cosimi, nel 2011, e riconfermato nel 2016 dalla giunta Nogarin.
Cresciuto nel quartiere Fabbricotti, durante gli anni dell’adolescenza nei centri sociali e grande tifoso del Livorno, Toto è adesso un babbo innamorato del Cile che, arrivato alla soglia dei 50 anni, forte delle sue innumerevoli esperienze, gestisce, insieme ad altri soci, il ristorante “Borgo Burger” ed il pub “Bad Elf”, ma soprattutto è il Direttore artistico dell’associazione culturale “The Cage”, che organizza concerti rock e indie, tour di artisti nazionali e internazionali, location management per il cinema, eventi cittadini come Ovosodo Vent’anni dopo o l’Hop Summer Fest, ma anche eventi di promozione sociale, come il mercatino dell’usato, organizzato domenica 16 dicembre, e corredato dalle esposizioni di diversi artisti e artigiani locali.
A tutto questo, si aggiungevano, fino alla tragica notte di Corinaldo, i Djset notturni del venerdì, in collaborazione con Ortodance, e del sabato, ad ingresso libero firmati My Generation.
Tre nostri redattori, Enrico Raugi, Gabriele Bacci e Giovanni Sofia, hanno intervistato Toto, nei locali del “Bad Elf”, per capire meglio quale fosse il motivo della chiusura, non di tutte le attività connesse al “The Cage”, ma del solo Djset, tappa storica e obbligata di tutti i giovani livornesi.
Ma Toto era un fiume in piena e un’intervista mirata sarebbe stata limitante. Perciò quella dei nostri redattori è stata piuttosto una lunga chiacchierata, sul Cage, sui giovani, sulla politica, sulla musica, sul mondo…
-Allora Toto, dicci: perché hai deciso di interrompere il djset al “The Cage theatre”?
“La decisione è nata a seguito dei fatti di Corinaldo ed è stata presa insieme a Mimmo Rosa, che è il presidente dell’ associazione “The Cage”. E’ stata presa perché tutti quelli che fanno il mio lavoro, quindi tutti coloro che lavorano nel mondo dello spettacolo e dell’intrattenimento notturno, sono stati posti al centro della discussione in un paese che vive di emergenze “che durano una settimana”, tempo scandito dall’esplosione di un fenomeno mediatico. E cosa succede? Ti ritrovi la barista del bar dove ogni mattina prendi il caffè che ti chiede se nel locale ci siano problemi di sicurezza. E lo dice perché gli è arrivato un messaggio martellante per cui i ragazzi sono in pericolo quando vanno nelle discoteche o nei luoghi al chiuso in generale per cui potrebbero esserlo anche i loro figli”.
-Ma non temi, chiudendo il locale, di confermare le paure di queste mamme?
“Le mamme devono sapere che lo scorso anno abbiamo organizzato il capodanno al porto di Olbia con J-Ax gestendo ben 30mila persone in tutta sicurezza; inoltre ad Aprile organizzeremo al Paladoza di Bologna il concerto degli “Zen Circus”, unica data italiana, tutta organizzazione “The Cage”. Ad ogni modo noi abbiamo deciso di fermare il Djset per imporre una riflessione, sul fatto che la vita non è lo sballo fine a se stesso del sabato sera e che, soprattutto, non nasciamo come discoteca, questo deve essere chiaro a tutti: il Cage è un’associazione culturale che organizza concerti e che nel successivo aftershow offre la possibilità a tanti giovani livornesi di divertirsi senza spendere troppi soldi o fare viaggi inutili fuori città. L’attività del dopo concerto non può diventare la protagonista della nostra attività in città, anche se ovviamente siamo ben consci che senza l’uno non esisterebbe l’altro quindi senza l’aftershow non potremmo sostenere i costi dei concerti“.
-In che senso? Spiegaci meglio
“Certi ragazzi, giovanissimi, non sapevano neanche che il Cage organizza concerti, anzi vi racconto questo aneddoto: noi abbiamo da sempre l’abitudine di aprire i cancelli gli ultimi minuti dei concerti, ma non solo la gente non entra, addirittura qualcuno ci ha detto -oh cos’è questa roba? Toglietela un po’ si vole la discoteca!- Questo ci aveva già portato a riflettere riguardo uno stop del Djset e l’evento tragico di Corinaldo ci ha fatto rompere gli indugi.”
-Ma quindi pensi che le nuove generazioni siano più complesse da gestire?
“I nati nel 2001-2003 sono un qualcosa di nuovo poiché sono i primi nati con lo smartphone in mano, con tutte le applicazioni che ha uno smartphone, compreso, ad esempio, l’accesso senza filtri a Youtube: questi ragazzi hanno visto le riprese delle esecuzioni dell’ISIS o di incidenti mortali… tutte cose vere e viste liberamente, magari quando avevano 7/8 anni. Guarda caso sono scomparse le TV per ragazzi, ormai MTV ha un target di 30enni, perché le nuove generazioni ormai sono totalmente in rete. Per non parlare del fatto che tutti questi bimbi/adolescenti hanno avuto un profilo Instagram in tenerissima età e che sono cresciuti con il mito del solo apparire, e apparire a tutti i costi. Come adesso stiamo vedendo l’effetto che anni di droghe sintetiche hanno avuto sulla generazione dei 30/40enni di oggi sarebbe interessante capire l’effetto che questi anni di “social caos” avranno sugli attuali 16enni quando saranno adulti ”.
-Pensi che questi giovanissimi crescano prima?
“Certo! E nell’età in cui cerchi l’estremo, la trasgressione, credo, nonostante sia un progressista antiproibizionista, che ci debba essere una conduzione alla crescita da parte di chi è adulto e certe cose le ha già vissute e metabolizzate. Ci sono ragazzini che, con il benestare delle famiglie, vengono al Cage a tredici anni falsificando le Carte D’Identità”…
-Falsificando?!
“Non vi stupite, hanno raggiunto dei livelli assurdi: cambiano l’ultimo numerino della carta, hanno sviluppato tecniche sopraffine. Sono molto più svegli e furbi di noi alla loro età. Poi utilizzano questa arguzia per entrare in un posto, come il Cage, che non fa ancora per loro, solo per postare su Instagram la foto”.
-Voi che limite d’età imponete?
“I concerti non hanno limite di età ovviamente, mentre per l’aftershow il limite da noi è 16 anni, siamo molto restrittivi, facciamo i controlli e riteniamo che sia giusto così. Chiaramente dopo i fatti di Corinaldo saremo ancora più attenti. Particolare attenzione terremo nel controllo delle borse che, oltre oggetti contundenti, potrebbero contenere lo spray al peperoncino che rende difficile la gestione dell’emergenza: due anni fa fu spruzzato al Cage e dovemmo, non solo spronare la gente ad uscire ma anche a non sostare sulle uscite stesse perché chi arrivava all’aperto, respirando aria fresca tendeva spontaneamente a fermarsi creando intoppo a chi restava indietro. Ad ogni modo dobbiamo uscire da questo clima di paura e di gogna mediatica verso chiunque si esponga”.
-Ti riferisci a qualcosa in particolare?
“Ormai qualunque cosa si dica è necessario trovare la malafede, chi si espone è subito soggetto alla gogna mediatica, ultimo fra questi Anastasio“…
-Beh però anche i giovani non dovrebbero avere bene in mente che ogni post su Facebook o storia su Instagram è potenzialmente di dominio pubblico?
“Te immedesimati in questo ragazzo di 21 anni, vissuto in quella bolla bimestrale che è X-Factor (nessuno lo ha obbligato, lo so), vince e gli viene detto che da essere un ragazzo qualunque sarà disco d’oro e conosciuto da milioni di persone. Viene preso, portato in conferenza stampa dove i giornalisti gli domandano se è fascista. Questo perché “La Repubblica”, giornale che andando in ricerca di scoop, si conferma essere sempre più di stampo berlusconiano, gli ha fatto le pulci nei suoi profili personali. Lui giustamente risponde di essere lì per la musica, di avere sì messo anche qualche like a Salvini e a Casapound: ma noi non possiamo accettare il fatto che sia un ragazzo, magari anche confuso come tutti? Invece no, nonostante abbia più volte smentito e abbia dichiarato non solo di non essere fascista ma di odiare i razzisti, è stato messo alla gogna da tutta la sinistra social, che invece di approfondire si comporta come i peggiori troll salviniani. E diciamo un’altra cosa: se Anastasio avesse detto “sì, sono un fascista, e allora?” avrebbe venduto di più. Noi di sinistra dobbiamo toglierci un po’ di aria di superiorità…
Per non parlare poi, sempre riguardo all’odio in rete, delle orde di pensionati che sputano sentenze, presi ad esempio della “Vox populi” solo perché non hanno da fare nulla tranne commentare su Facebook, che ormai è diventato un covo di vecchi astiosi“.
-Insomma Toto, mi sembra che il discorso stia scivolando sulla politica…
“Io non sono “studiato”, la mia cultura è da autodidatta: sono un gran conoscitore di politica sudamericana, essendo mia moglie Elisa nata in Cile e per quanto mi riguarda la morte di Fidel Castro è stata una perdita enorme per l’umanità ”…
-Tornando alle nostre latitudini, la prossima primavera ci sono le elezioni ed a sinistra si sta cercando una persona carismatica che possa fare da collante…
– “Non è un segreto che sono vicino a Buongiorno Livorno, però sinceramente, non ho né voglia e neppure tempo di fare politica attiva. La politica è un qualcosa che devono farla le persone che ne hanno la voglia e il tempo appunto, in un momento nel quale governa gente che ha sempre sputato fango su di essa, pensando che la politica sia solo mafia e affarismo. Penso che la Politica, con la P maiuscola, debba tornare ad essere un’arte importante e riconosciuta. Così come penso che l’ideologia che “il popolo è meglio di chi ci governa” sia una cagata pazzesca! Io ho la terza media ma non è difficile capire che la Costituzione Italiana è stata scritta proprio perché non ci si fidava del popolo italiano dopo il disastroso e orribile ventennio fascista. Dobbiamo uscire da questa retorica che “il popolo ha sempre ragione”.
-Toto, ma ora che è chiuso il Cage, cosa faranno i ragazzi dopo la mezzanotte? Tutti ubriachi in Venezia?
“A parte che anche questo discorso che si va al Cage perché non c’è altro è sbagliato. Il Cage è un “fottuto locale fotonico”, con un’attrezzatura tecnica di altissimo livello riconosciuto a livello nazionale, ma poi ripeto, noi non facciamo intrattenimento per adolescenti, facciamo concerti, e se permettete, se tanti cantanti che adesso sono famosi in tutta Italia sono prima passati dal Cage, un motivo ci sarà… Comunque il problema di cosa faranno i giovani non può essere solo nostro, non siamo un servizio sociale, se poi mi si chiede di fare servizio pubblico ben volentieri, si fa come altre realtà cittadine, ad esempio il Teatro Goldoni, mi si mettono anche a disposizione le risorse e si pensa a come intrattenere i ragazzi. A parte gli scherzi, tra poco torneremo come prima e più forti di prima … portate pazienza ancora un pochino“…
-Ma se tu avessi adesso, ora, qui, davanti a te un ragazzo di 16 anni, e tu gli potessi dare un solo consiglio, cosa gli diresti?
E qui Toto non ha saputo risponderci, tutto sommato iniziava ad essere stanco, ed anche noi.
Anche se, quell’ultima domanda gli è rimasta “nel gozzo”, ed è così che dopo qualche ora, ci ha risposto per messaggio: “eccoci, ho il consiglio per i 16enni: ascoltate il nuovo disco di Dutch Nazari, “ce lo chiede l’europa”. E’ ganzo abbestia.”
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