Quando Sorride il Mare
di Floriana Porta
Floriana Porta colpisce subito per immediatezza e brevità. La sua ultima raccolta di poesie, Quando Sorride il Mare, edita da AG Book Publishing, ha la capacità di dedicare ben cinquantacinque poesie e diciotto haiku soltanto al mare e ai suoi abissi. La forza creativa di questo tema si rinnova in ognuna delle tre sezioni della raccolta ed è suggellata dalla sintesi dinamica degli haiku.
La raccolta, presentata lo scorso 20 maggio presso la Biblioteca Centrale di Torino, è frutto di un anno di lavoro in cui la ricerca espressiva si fonde con la sete di spiritualità. Il mare descritto da Floriana è infatti protagonista di una rinascita, in cui il ruolo del poeta è riemergere dopo un tuffo profondo nell’oceano primordiale portando in superficie un pugno di fosforescenze. I segreti del mare sono oscuri e inaccessibili, ma la parola, in un breve giro di musicalità e di senso, può arrivare a coglierne la matrice e farsi elemento indispensabile alla vita, proprio come l’acqua.
Nelle spire del nautilo
Nei pori e nelle fessure
di coralli e di spugne
diventate fossili inesplorati
trovo i resti
smembrati e frantumati
di invertebrati marini
Tempo di fuga
di antichi inganni
nelle spire del nautilo
Noi viviamo nell’istante
di una forza procreatrice
che abita ogni cosa
Da questa prospettiva, a mio avviso, la brevità di Floriana Porta si lega alla corrente dell’ermetismo attraverso la suggestione neo-ermetica del nostro tempo, rivisitata alla luce di un’essenza pur sempre indicibile, ma che si può intravvedere per brevi momenti, fra ritmi ricercati e accenni di composte distonie, che, il poeta sa, non sono destinate a durare più di un giro di versi.
Tutto è mare
Essere. Nel veloce fluire del mare
Nel suo grido muto – e nella sua essenza –
fino in fondo
Tutto è mare
Fruscii e luccichii
dentro cui smarrirsi
Ineludibile spettacolo
del mio fantasticare
sazio di solitudine e di luce
E’ proprio su questo punto della sua poetica che Floriana innesta una tradizione che viene dal lontano oriente: gli haiku giapponesi significano per lei la quintessenza della poesia, che, per essere vera, deve puntare alla spontaneità, fissando l’eterno in un attimo di vita. L’haiku infatti è composto da soli tre versi per un totale di diciassette sillabe ed è la più breve poesia esistente al mondo, con radici antiche quasi quanto l’oceano primordiale.
Tritone soffia
dentro una conchiglia
un uragano
Tagli e ombre
a opera del mare
verso l’Essere
Sulla banchina
negli echi del ghiaccio
resto seduta
Perciò, la scelta del mare come tema unico, la modalità espressiva neo-ermetica e le suggestioni giapponesi puntano tutte insieme a un unico centro, che è il punto di forza di questa raccolta: non è un caso che la poesia di Floriana, etimologicamente intesa come parola che crea, tragga la sua forza immaginativa ed enunciativa dall’acqua, origine della vita.
Giulia Pedonese
giulia.pedonese@uninfonews.it
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