Sarà la Svezia l’avversario dell’Italia nei play-off per il mondiale in Russia. Forse l’avversario più insidioso che l’urna ci potesse regalare. Avversario che però non può e non deve minare le possibilità dell’Italia di staccare il pass per la rassegna mondiale. Eppure intorno alla Nazionale non si respira proprio un bel clima. Le ultime prestazioni, ma soprattutto la rovinosa caduta al Bernabéu contro la Spagna, hanno attirato molte critiche sugli azzurri. Come sempre a rimetterci di più è l’allenatore o, in questo caso, il commissario tecnico. A un anno e quattro mesi dall’inizio del suo incarico alla guida della Nazionale, Ventura sta vivendo un calo di consensi da parte di stampa e opinione pubblica a dir poco impressionante. Come sempre alcune critiche sono lecite e condivisibili, ma accanirsi solo contro una figura risulta essere riduttivo. Cerchiamo quindi di capire a che punto è l’ambizioso progetto tecnico che Ventura aveva in serbo all’inizio della sua avventura in azzurro.
Inizialmente Ventura si era presentato in punta di piedi, confermando il 3-5-2 degli Europei 2016 targati Conte. Nelle sue prime quattro partite gli azzurri hanno collezionato una sconfitta in amichevole con la Francia, un pareggio dignitosissimo contro la Spagna e due vittorie sofferte in Israele e, soprattutto, in Macedonia. In seguito Ventura inizia a proporre quello che poi diventerà un vero e proprio pallino per il tecnico: il 4-2-4. I risultati inizialmente si fanno vedere visto che l’Italia colleziona sei vittorie consecutive fra amichevoli e qualificazioni mondiali. Queste gare sembrano essere utili al tecnico genovese per continuare il suo processo di ringiovanimento della squadra e per rodare il 4-2-4. Questo modulo diventa una certezza per Ventura tanto da spingerlo a giocare con questa impostazione tattica anche nella gara decisiva per il primo posto, quella dello scorso Settembre in Spagna. Le parole d’elogio per l’atteggiamento coraggioso di Ventura di buona parte della critica alla vigilia della gara contro la Roja stridono fortemente con la valanga di critiche che travolge il tecnico nel post-gara. La partita del Bernabeu, terminata con un impietoso 3-0 per la squadra di Lopetegui, sembra infatti il vero punto di rottura della storia di Ventura nella Nazionale. Forse c’erano troppe aspettative sulla Nazionale o forse è stata semplicemente una partita girata male, ma la differenza fra Spagna e Italia in campo è stata abissale e non giustificata. Infatti, poco più di un anno fa, l’Italia eliminava meritatamente la Spagna a Euro 2016 e, solamente l’anno prima, l’Italia se la giocava alla pari, guadagnando un punto a Torino.
Il tanto criticato 4-2-4 è oggettivamente un modulo complicato e difficile da sviluppare, soprattutto per una selezione nazionale che non ha il privilegio di allenarsi quotidianamente. Il coraggio e l’ambizione di Ventura non si possono negare: il modulo è volto senza dubbio a cercare un gioco altamente spettacolare. Ciò è però possibile solo se i meccanismi sono ben oleati. Inoltre questo modulo sembra offuscare quello che ad oggi è forse il più fantasioso fra gli attaccanti italiani: Lorenzo Insigne. L’ala del Napoli è parso fuori dal gioco nelle gare con l’Italia mentre nella squadra partenopea continua ad essere assoluto protagonista. In effetti l’esterno nel 4-2-4 di Ventura ha mansioni difensive che non sembrano essere nelle corde di Insigne, che viene penalizzato anche a livello offensivo. Inoltre un centrocampo con soli due mediani difficilmente può reggere il peso di un assetto offensivo così sbilanciato. A causa dell’insufficienza numerica a centrocampo, anche la difesa viene spesso colta in difficoltà. A preoccupare, oltre al modulo, è la botta psicologica patita dagli azzurri in seguito alla debacle di Madrid, che nelle gare successive hanno sempre faticato.
Ci sono però alcune considerazioni da fare in favore dell’operato del tecnico genovese. Ventura ha infatti avviato un processo di ricambio generazionale non indifferente. Sono infatti undici i calciatori che hanno trovato il loro esordio con Ventura come commissario tecnico. Inoltre, prima della pesantissima sconfitta contro la Spagna, la Nazionale, pur non entusiasmando a livelli estremi, aveva ottenuto ottimi risultati giocando anche un buon calcio. Inoltre i risultati alla fine sono stati in linea con le previsioni: secondo posto dietro la Spagna e play-off da testa di serie.
Per superare il turno con la Svezia, l’Italia dovrà per prima cosa risolvere i problemi nella testa dei giocatori, perché, come detto da capitan Buffon dopo il pareggio contro la Macedonia, l’Italia, in un modo o nell’altro, deve assolutamente portare a casa questo tipo di partita, a prescindere dal modulo. Ventura tuttavia potrebbe iniziare a considerare che il 4-2-4 possa essere applicato solo con avversari molto modesti, virando verso un modulo più usuale come il 4-3-3, il 3-4-3 o il 3-5-2. Le opportunità che offre l’organico italiano non sono poche e il tecnico deve cercare di mettere nelle migliori condizioni possibili i calciatori che possono fare la differenza come Immobile, Belotti, Verratti e Insigne. Ricordiamo che fare l’allenatore è un ruolo diverso da quello di selezionatore. Bisogna essere disposti a sacrificare parte della propria ideologia calcistica facendo posto ad una maggiore elasticità, non per forza rinunciando a tutte le proprie convinzioni. Non raggiungere Russia 2018 sarebbe un fallimento totale. La Svezia è alla portata dell’Italia, ma l’Italia deve giocare come sa, senza paure eccessive e senza troppi patemi d’animo. Questo stato mentale deve però essere dato dal tecnico anche tramite le certezze in campo. Questo è il compito di Ventura. Questa è la sua nuova sfida. Perché anche alla soglia dei settant’anni non ci si può sottrarre dal mettersi in gioco, sopratutto se in gioco c’è il Mondiale.
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