Prova a leggermi è la giusta occasione per poter consigliare un libro che mi ha colpito in modo particolare, cercherò di spiegarvi il perché.
Probabilmente Shirle
Come molti autori del genere horror, anche la Jackson ha avuto una storia infelice, lasciandoci purtroppo precocemente. Tuttavia si è consacrata una delle scrittrici più capaci di sempre, contribuendo ad arricchire la letteratura americana e ispirando i romanzieri e novellisti successivi, tra i quali gli indiscussi Stephen King e Neil Gaiman, scusate se è poco.
Nonostante sia uscito dalla penna della regina dell’orrore, il romanzo in questione, Lizzie, del 1954, non si può definire horror puro, convenzionale, perché non suscita né paura né sgomento: è più un thriller psicologico. Abbiamo a che fare con il disturbo della personalità multipla, secondo il quale, in una stessa persona compaiono segni di altre personalità, più o meno spiccate e caratterizzate. In realtà sono le tessere di uno stesso mosaico che è, in questo caso particolare, quello di Elizabeth Richmond, detta Lizzie, ragazza di 23 anni, orfana di entrambi i genitori e che, per questo, vive con la sorella della madre, la zia Morgen, conduce un’esistenza apparentemente tranquilla e ogni mattina si reca a lavoro, al museo.
Si percepisce da subito che c’è qualcosa che non va: Elizabeth è un personaggio completamente piatto, è abulica, schiva, timida, spenta, passiva, si limita a eseguire i propri compiti, è gentile ed educata. Soffre sempre più spesso di forti emicranie e mal di schiena che la condannano a sonni tormentati e dolori lancinanti, oltre alle vertigini e alle nausee. In più, a volte sembra spegnersi, improvvisamente, come se per qualche istante sparisse e al suo posto subentrasse un’altra persona, completamente diversa, alla Dr. Jekyll e Mr. Hyde, e non se ne ricorda mai. Sotto consiglio del medico di famiglia, prova a intraprendere, non senza titubanze, ripensamenti, e indecisioni, una serie di sedute dal Dottor Wright, esperto in materia. Il medico, da subito, grazie all’ipnosi, può constatare che in Elizabeth coesistono più personalità: la dolce e sensuale Beth, la smodata e immatura Betsy e la grossolana e avida Bess. Costoro a poco a poco stanno prendendo il sopravvento sulla povera Elizabeth, ormai stanca e senza più forza di volontà. La stanno annientando e soprattutto, invece di riunirsi, sembra che si stiano allontanando sempre di più, acquistando ciascuna di loro una propria personalità sempre più distinta. Le ragazze si fanno la guerra a vicenda.
Cosa ha scaturito il malessere nella protagonista? Da quando si è cominciato a manifestare il disturbo? Attraverso gli occhi del Dottor Wright e davanti alle sue stesse esitazioni, visto che si tratta di un caso clinico grave, ripercorriamo le vicende di Elizabeth, che vengono rammentate e accennate dalle altre ragazze, spesso bisticciando e tentando di venire allo scoperto in un turbinio di dialoghi inquietanti e bizzarri.
La Jackson è stata abilissima nel modulare i caratteri delle ragazze: ciascuna rappresenta una piccola parte della totalità della protagonista, ed ognuna ha un proprio modo di esprimersi, un proprio modo di comportarsi e di presentarsi. Sembra davvero che siano personalità completamente diverse tra loro e mai ci si aspetterebbe che un tempo fossero vissute in armonia nella mente di Elizabeth. Altro registro linguistico interessante è quello del dottore, il quale si confronta con noi lettori quasi confidenzialmente, ci svela di essere seriamente preoccupato per questo caso: lui stesso dubita sulla possibilità di guarigione della paziente, ma tutto questo lo dice senza comunque allontanarsi dal ruolo di medico che ricopre.
Lizzie è stata una piacevole scoperta, è straordinario lo stile della scrittrice, moderno per struttura e più classico invece per lessico. L’ho trovata una lettura interessante e particolare per il fatto di riuscire a mostrarci un medesimo fatto da più punti di vista, anche contrastanti tra loro; inoltre quando sembra che Elizabeth stia migliorando, i suoi progressi tutto d’un colpo si annullano e bisogna ricominciare daccapo, in un continuo senso di impotenza da parte di tutti e perciò non vediamo l’ora di sapere come andrà a finire. Senza dubbio consigliato a tutti, indipendentemente dal genere letterario preferito.