Lo spostamento del Rivellino assume importanza per la città non solo per le potenzialità e la qualità del nuovo depuratore, ma anche e soprattutto per la destinazione di quell’area, oggi occupata e domani completamente libera.
Su questa, come giovani, tendiamo a porre l’attenzione, nella speranza che sia funzionale a garantire una maggiore occupazione ai tanti ragazzi e alle tante ragazze senza lavoro presenti in città.
La nostra generazione è, infatti, cresciuta con il mito del “porto non sfruttato appieno” o di Livorno quale città operaia ma, nel giro di dieci anni, ci siamo più volte scontrati, semmai, con una desertificazione occupazionale i cui livelli non sembrano essersi ancora arrestati.
Il rapporto elaborato dalla Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno sull’andamento demografico delle imprese evidenzia, non a caso, come nel 2017 sia avvenuta una nuova diminuzione degli operatori economici presenti in provincia, accompagnata da un livello di nuove iscrizioni ai minimi negli ultimi dieci anni.
E i dati drammatici non sono finiti.
Sempre la stessa Camera di Commercio, all’interno del rapporto sulla 15° Giornata dell’Economia, segnala come “per Livorno, la situazione appare assai grave in quanto neanche “l‟effetto voucher”crea miglioramenti seppur fittizi. Difatti, nonostante il massiccio ricorso ai buoni lavoro, la provincia registra contemporaneamente un calo degli occupati ed un aumento dei disoccupati. Inoltre Livorno si differenzia sia da Grosseto che da Toscana ed Italia per l’aumento dei maschi in cerca di occupazione (2.000 unità in più in un anno), mentre sugli altri territori diminuiscono.”
Avviandoci verso la chiusura, il medesimo documento metteva in risalto come le nuove assunzioni fossero, nel territorio della Provincia, riconducibili per il 71% a contratti a tempo determinato e solo per il 15% a contratti di tipo indeterminato.
Tutto ciò ha un enorme impatto sulle prospettive materiali che ci consentono, a noi giovani, di rimanere sul territorio e di farlo crescere.
La nostra speranza, pertanto, è che la riqualificazione della zona dove sorge attualmente il Rivellino favorisca l’insediamento di nuove aree produttive, in grado di dare una risposta alla domanda dei nostri tempi: lavoro, lavoro, lavoro.