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Premio combat prize 2022: ha vinto Cratere, di Caterina Morigi

Uninfonews è felice di pubblicare gli articoli dei giovani aspiranti giornalisti che frequentano le università e le scuole superiori del territorio.

Oggi è il turno di Paola Perelli, della 4G dell’Istituto Tecnico Vespucci, indirizzo turistico.

Buona lettura!

 

I Granai di Villa Mimbelli, al Museo Fattori di Livorno, hanno ospitato la 73° edizione della mostra di arte contemporanea realizzata con le opere in gara per il Premio Combat Prize 2022, il concorso d’arte contemporanea che comprende ogni anno grafica, pittura, fotografia, scultura e installazione video.

Nonostante l’inaugurazione, avvenuta il 17 settembre 2022, sia stata in Italia la notizia è riuscita ad arrivare oltre: se ne può trovare la conferma notando anche dei finalisti internazionali.

Inoltre, per partecipare al concorso non è necessario essere maggiorenne e ciò mostra una grande possibilità anche per i giovani che vogliono cercare di affermarsi nel mondo dell’arte.

Gli artisti, nella piena libertà espressiva concessa dal bando, sono potuti passare da tematiche profonde ad altre più leggere, dando così la possibilità al pubblico di interpretare le opere in maniera personale e libera, senza essere influenzati da direttive specifiche.

Quest’anno è stato possibile anche per il pubblico votare le opere da considerare come vincitrici del concorso: ognuno poteva votare solo un’opera vincitrice e questo ha coinvolto molto di più chi ha visitato la mostra.

Quando ho visto la mostra ho avuto la riprova del fatto che, nell’arte, è fondamentale ciò che si sente e percepisce, ciò che un’opera ti trasmette anche nel caso ciò fosse lontano dai motivi che hanno spinto l’autore a realizzarla.

Fra le immagini proposte (fonte: PREMIO COMBAT 2022 PRIZE) vi sono alcune di quelle che mi hanno colpito di più e che spero stimolino una riflessione nel pubblico come l’hanno suscitata in me.

In “Atmospheres” di Oscar Isaias Contreras RojasIl, per esempio, il dipinto accompagnato da forme solide mostra quanto l’artista voglia evocare racconti e storie mitologiche di trasformazioni all’interno di ambientazioni paesaggistiche eteree.

Personalmente forse sono stata influenzata anche dal nome, perchè mi ha ricordato la leggerezza che possiamo sentire nei momenti dove è presente una “bella atmosfera”, come se stessimo fluttuando nell’aria, raggiungendo qualcosa di lontano e quasi perfetto e niente ci stesse tenendo ancorati a terra.

 

 

In “Amiche dell’infanzia” di Adelisa Selimbasic l’artista si fa carico invece di riflessioni sul corpo femminile nella società contemporanea, portando in discussione il limite tra gusto personale e quello imposto dalla società.

Sono qui dipinti corpi che hanno accettato la loro sensualità senza essere oggetto di fantasie sessuali: sono corpi femminili sì, ma non necessariamente provocanti.

I corpi vengono rappresentati al 100%, anche con quelle che vengono definite dalla società imperfezioni. Sono corpi sinceri e vivi che vanno a ricordare come, ormai, sia avvenuta una totale rimozione delle tracce lasciate dal passare del tempo, degli aspetti che vanno a testimoniare l’identità di una persona.

Essendo io una giovane donna ho sentito in modo particolare il significato di questo dipinto e penso che possa essere ritenuta un’opera che possa aiutare ad accettarsi. 

Process to shape the imaginary n2 -Camilla Gurgone

Questa installazione è formata da quattro rotoli di carta termica che scendono a terra, sostenuti da una barra in alluminio.

La scelta di utilizzare la stampa a calore nasce proprio da ciò che ha spinto l’artista a realizzare quest’opera: un sogno.

L’intento è, infatti, quello di rappresentare l’evanescenza della memoria i cui ricordi tendono a svanire lentamente. Ci si avventura, quindi, in una sequenza di attimi alla ricerca di una visione il più fedele possibile a ciò che Gurgone ha immaginato, fa quasi impressione come possa suscitare malinconia nel pubblico il significato dell’opera. Foto che scorrono, che vanno a ricomporre un ricordo, sono, forse, una rappresentazione di qualcosa che accomuna tutti noi: la paura di dimenticare.

A Dive Beyond -Beatrice Spadea

Questa è una delle opere della serie “Gateway”, sviluppata attorno al potenziale viaggio verso altri mondi.

Per l’artista, questo è il simbolo di possibilità inesplorate, di sensazioni profonde come esitazione, tentazione e desiderio. La prima linea invita lo spettatore ad attraversare il portale, mentre l’altra indica la direzione dello sguardo e la freccia rappresenta l’ago della bussola che indica la direzione del cammino.

Per me, questo è il simbolo dell’andare avanti con la consapevolezza che qualcosa rimarrà indietro, dal mio punto di vista, in questo caso, i fili che cadono dalla freccia che si allontana sono ciò che, anche se a malincuore, siamo costretti ad abbandonare per andare verso qualcosa di migliore.

 

Ma, di tutte le opere presenti, quali si sono guadagnate la preferenza dei giudici? Vediamo una breve rassegna dei finalisti.

 

Per la pittura, abbiamo due vincitori: Noemi Durighello con Daydream e Matteo Messori con La Mascella Di Caino.

 

Per la fotografia invece: Giulia Bernardi con Dinosauro.

Per la grafica: Guido Ravanelli con Autoritratto all’Eurospin.

Per la sezione scultura/installazione: Arianna Ferreri con RI-SUONO.

Per la sezione video: Anouk Laure Chambaz con Marica.

Ma l’opera vincitrice del Premio Combat 2022 è Cratere di Caterina Morigi:

La serie scultorea inizia dalla parola “cratere” che ha doppio significato: la pancia del vulcano e il vaso greco, utilizzato per mescolare acqua e vino durante i banchetti.

Con lo scopo di lasciare un’impronta tattile della texture magmatica, l’argilla è stata modellata con utensili di pietra lavica, diventando così un calco del vulcano.

In “Cratere” le forme si confondono tra le rugosità ed emergono conchiglie, falsi fossili, incrostazioni, esplosioni. I maniaci diventano orecchie, mani, organi non funzionali, strati minerali e contenitori.

 

Vi è poi anche la categoria del Premio Galleria, che perciò hanno ottenuto l’esposizione delle loro opere nei propri spazi espositivi o nelle proprie Gallerie.

Le opere vincitrici sono: Andrea Ceddia con La caccia alla lepre d’oro (Add-art di Spoleto); Francesco Fossati con Replica [Castagno] (IAGA contemporary Art); Noemi Durighello con Daydream (Labs Gallery); Lorenzo Modica con Limonata (Galleria Lunetta 11); Xinhan Yu con Occupied (Galleria Magazzeno);Meghan Shawnee Littlewood con Ingordigia (Marina Bastianello Gallery); Marilisa Cosello con Try #3 (Galleria Matèria); Camilla Gurgone con Process to shape the imaginary n2 (Spazio Indipendente SAC).

Il vincitore del Premio Poliart è Filippo Tappi con Link (2022)

E il vincitore per la giuria popolare:

Gianni Lucchesi con Il golfista.

Per quanto riguarda il premio della giuria popolare, ogni visitatore della mostra ha potuto votare la sua opera preferita. Io ho votato A Dive Beyond di Beatrice Spadea.

Ad oggi la mostra è terminata ma posso dire che è stata davvero molto interessante e bella e consiglio perciò a tutti di conoscere la realtà del Combat prize e di seguire la prossima edizione.

 

Paola Perelli.

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