AEROPLANO
Se tento
di raggiungere il cielo
la distanza rimane invariata.
M’avvicino
soltanto alle nubi.
***
FILOSOFIA
Parole e frasi sono gli intercalari del silenzio
che smette, ogni tanto,
di pronunciare il vuoto.
Allora qualche indizio di materia
deforma l’aria,
descrivendo le pause del nulla
prima che il silenzio
si richiuda.
(Le mani s’infrangono
contro un gesto incompiuto)
***
FRAMMENTO
A tratti nel buio
la filigrana di stelle
configura
la mia rabbia pensosa:
amore o incertezza, incertezza e amore.
***
VERANDE D’AZZURRO
I
Un laghetto di fumo nel cuore… Processioni di frasi lasciano calzature d’intelligenza
prima di entrare nella moschea delle bocche.
II
I profumi sorridono tra le maschere di foglie. E lettere serpentine
indossano pastrani di luce.
III
Un gregge di bagliori
alle pendici dei versi
nasconde l’Ulisse della mia ispirazione…
Canicola di gioia, tanfo d’allegria
negli sguardi ciclopici del solo occhio giornaliero. Spranghe di felicità
negli acuti del sole
e, fra verande d’azzurro, spaventapasseri di poesia…
IV
Tachicardia di vento nei vestiti: il vento, cuore del cielo…
Le nuvole sembrano covoni di luce, capanne di fieno
intorno al pagliaio del sole. Nel raspo degli alberi
festoni d’aria, e gli occhi sono brandelli di nostalgia tra festuche di tempo allegro.
Stelle filanti d’erba, pendii agitati fra la bonaccia della pianura…
V
Terra diroccata e baracche di collina. Villaggi di sole.
Dal lievito nullo di rocce azzime,
paesini salgono
pioli di luce.
***
POETI
Noi che visitiamo carmi di sole
brindiamo con versi e parole.
Scriviamo sorrisi
e sentimenti in codice;
insonni di vita
andiamo sposi
ai nostri occhi.
***
SE LA TUA VOCE
Se la tua voce desidera cullarsi
nel mio cuore,
troverò i sorrisi
con la mano di un giocoliere
e i miei minuti saranno il volto di acrobazie
che, da una mano all’altra,
volano fra una mano e l’altra.
***
PIRANDELLIANA
Vecchio! La vita?
Ti piaceva…
«Sissì… Beh
in fondo vivevo
solo per ricordare me stesso:
per non avere rimpianti
o rimorsi».
E la seguivi, allora.
La seguivi!
«Sissì…
Magari non per nobiltà
o entusiasmo
o speranza. Nonnò…
Per una ragione, invece,
molto più romantica:
perché non mi scacciava…
Ma sì! Poi l’eco di uno sguardo,
l’eco di uno sguardo
s’infrange nel cuore:
e tutto quello che resta da vedere
è il desiderio di guardare».
***
IL NULLA
I miei sogni leggeri, scanalati
fra ombre creole di tenera luce
e foglie di facciata
(ovvero blande
come ballerine
morse dal vento).
E quando l’incubo arriva
il nulla esce dal suo fuori
per annuire agli occhi del presente;
«io sono» – dice –
«un barbaglio di notti camuse
e la pioggia di quel che verrà:
del futuro mi rivelo
l’unica, insomma,
l(’)abile traccia!».
***
IL TRAVIATO
Nel vero senso del cimitero
e di un riposo ossessivo
non sa più divincolarsi
dalle materie (o macerie) di studio
che pian piano disimpara con pigrizia
nella vecchi’aia del suo podere.
Traviato da un senso malinteso d’allattamento,
al contrario dei fratelli
partiti allo sbaraglio
(coraggiosi inermi in armi),
lui cerca rifugio
nella casa di famiglia:
la masseria
prensile e sterrata.
***
MORTE ANTOLOGICA PERMANENTE
Siccome la vita
ci rovina la vita
(sempre!),
a giugno ho visitato
(un po’ turista, un po’ becchino
e un po’ parente sconsolato)
l’interessante morte
antologica permanente
delle mie speranze
migliori:
quanti sogni falliti
imbalsamati in bella mostra!
Li guardavo e piangevo
desolato nero,
dannandomi frenetico
la salute.
E adesso è soltanto
stanchezza rabbiosa
resistere ogni giorno
al ripetersi ingombrante del respiro
e della luce.
***
IL MONDO ANALIZZATO
Desideri esplosi nel cielo
mimano le stelle.
Regni abissali di morte,
fiorita nel respiro di Dio.
Leggende di anime affogate nel buio
sotto la volta di sentimenti castrati.
Malinconia: il pensiero animato di sole
rattrappito
nel sonno di una dolce tristezza.
E la morte vive all’inchinarsi del tempo
all’imbrunire della voce
in questa via del pensiero
ghiaiosa d’amore.
E gli uomini
(sogno di Dio, ossessione della morte)
spengono una scintilla
umida di storia;
ascoltano un nome
raggiato di follia.
***
DECOMPOSIZIONE PSICHICA
Musica come bava alla bocca:
e il cielo si gonfia tra le urla dei pazzi,
il loro sguardo è vento
che si perde nel labirinto di stelle.
Ogni parola è una stella
che splende di saliva: e cieli agitati
innevati di stupore
tramontano lontani,
evocati dalla morte.
Il mio cielo
è questo mio cervello
pieno di tralicci spezzati
e di barriere sventrate
e d’acque ferite
e di binari sradicati
che si mordono col ferro.
Dentro le vene,
aggrovigliate come un gomitolo
di dolore,
il sangue è un fiume abbandonato
terso di rumori prosciugati.
La morte è silenzio
stonato.