Questa estate verso fine luglio-inizio agosto ero a Malta ed, in un’escursione in barca, ho incontrato e conosciuto Cristiano Piccirillo. Dopo che mi ha parlato del suo lavoro, mi rendo conto di avere di fronte un “big” della ristorazione e per questo, una volta tornati entrambi in Italia, decido di intervistarlo per scoprire meglio questo mondo affascinante.
Ciao Cristiano, presentati brevemente ai Nostri lettori?
Sono Cristiano Piccirillo ho 22 anni, studio lingue e culture moderne al Suor Orsola Benincasa di Napoli e quasi a tempo pieno lavoro nel locale di mio padre, Vincenzo Piccirillo patron dell’Antica Pizzeria Masardona.
Come mai ti sei avvicinato a questo “mondo”?
Sin da piccolo sentivo un’attrazione verso l’arte lavorativa di mio padre tanto da maturare una sorta di vocazione; questo è per me, il mio lavoro: un’arte ed una vocazione! Spero che continuerà ad essere il mio lavoro.
Pregi e difetti nel tuo lavoro?
Il nostro pregio lo lasciamo dire alla nostra clientela. Il nostro difetto è forse quello di essere troppo esigenti nei confronti del personale e dei fornitori.
Che consigli daresti a chi vuole intraprendere un lavoro simile al tuo?
Il consiglio che mi sento di dare nel nostro lavoro, cosi come in tutti gli altri che riguardano la ristorazione, è quello di scegliere un lavoro alla cui base ci sia passione, amore e rispetto per i prodotti che vengono trattati
Quali sono le caratteristiche della tua pizzeria? Che significa Masardona?
Le caratteristica che contraddistingue la nostra dalla maggior parte delle pizzerie è che siamo tra le uniche rimaste in tutta Italia (di conseguenza figuriamoci nel mondo) a mantenere la vera tradizione antica di Napoli e di offrire alla clientela solo pizze fritte in un locale che è rimasto quello di un tempo. Ancora oggi, solleva alle 7,00 del mattino le sue saracinesche, per offrire la propria pizza ai primi avventori provenienti dai mercati generali.
La Masardona era una bambina, Anna, che venne soprannominata così da una donna del quartiere per aver portato, con gran puntualità e riservatezza, un suo messaggio a voce ad un’altra donna. Per questa “mbasciata” (messaggio) aveva meritato di rientrare nel rango dei masardoni, i messaggeri che rendevano possibile la comunicazione tra i briganti rintanati in montagna.
Qual è il Vostro piatto migliore?
La pizza più richiesta, che è al contempo la nostra preferita, è quella definita “la classica”, ovvero la pizza fritta così come nacque circa un secolo fa, preparata “cicoli”, ricotta di pecora, provola affumicata, basilico e una spolverata di pepe. Molto richiesta è quella senza ricotta, cioè con cicoli, pomodoro e provola, e quella con scarole saltate in padella, uva secca, pinoli e provola. Consigliata è quella imbottita di provola pomodorino fresco e qualche foglia di basilico, gusto sicuramente più estivo.
La vostra pizzeria è stata riconosciuta come eccellenza anche da alcune guide di ristoranti e pizzerie: quali sono i tuoi commenti a riguardo?
Da cinque anni a questa parte, in pizzeria viene gente da tutto il mondo per una serie di apprezzamenti. Siamo stati recensiti da guide di spessore mondiale come Lonely Planet, in
oltre abbiamo collaborato con la BBC e “siamo sbarcati” anche su Italia 1. A maggio, siamo stati premiati a Roma come campione regionale per la migliore pizza fritta da quello che è l’ente enogastronomico più importante d’Italia: Il Gambero Rosso. Il tutto è frutto di un lungo lavoro di sperimentazione e continua ricerca sulla nascit
Nella Vostra pizzeria talvolta vengono anche dei personaggi famosi. Hai qualche aneddoto da raccontarci a riguardo?a e lavorazione della pizza, nel nostro caso fritta
Non ci sono aneddoti particolari; posso dirti che la nostra pizza è mangiata spesso dal cantante Gigi D’Alessio e da Massimo Ranieri che spesso e volentieri se le fanno spedire a Roma, in quanto la pizza fritta, a differenza di quella al forno, riesce a mantenersi molto meglio.
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