La finale dell’Europeo era stata classificata come mission impossible ma mentre Tom Cruise alla fine ne esce vincitore, per l’Italia purtroppo non è stato altrettanto. Buona prestazione degli azzurrini ma la Roja è di un altro pianeta. Il verdetto del campo è stato duro, un 4-2 che non ammette repliche. È un risultato pesante che però non deve cancellare quanto di buono fatto dai ragazzi di Mangia durante tutto il cammino in questo Europeo. La Spagna era ancora una volta la favorita del torneo ed ora sappiamo il perché. Il primo tempo inizia in salita con il gol di Thiago Alcantara al 6′ al quale ribatte pochi minuti dopo la grande marcatura di Immobile. L’Italia prende coraggio e al 23′ Florenzi fa una magia, calcia, ma De Gea devia in angolo. Di qui in poi si susseguono una serie di miracoli del nostro portiere ma al 30′, a causa di un amnesia difensiva, Bardi viene nuovamente trafitto da Alcantara. Gli azzurri cercano di reagire ma al 36′ l’arbitro concede un rigore piuttosto dubbio ai nostri danni, il rigore viene trasformato ed è tripletta per il campioncino blaugrana. Nel secondo tempo inizia un’altra partita con ritmi più lenti, gli azzurri cercano timidamente di recuperare lo svantaggio ma è un monologo spagnolo, finché al 65′ Regini stende in area Montoya ed è rigore netto: Isco spiazza Bardi e sigla il 4 a 1. Le squadre si allungano e i giocatori spagnoli cercano la gloria personale ma al 79′ Insigne assiste Borini che al limite dell’aria insacca col destro. La Spagna si rilassa conscia dell’imminente trionfo e concede un po’ di campo ma gli azzurrini non riescono ad approfittarne. Nonostante il risultato, oggi non possiamo assolutamente parlare di demeriti, l’Italia ha semplicemente incontrato una squadra più forte. Mangia a fine partita fa i complimenti ai ragazzi e parla di un’unica pecca: l’inesperienza. Come dargli torto, l’organico della Spagna si divide quasi interamente tra giocatori appartenenti al Barcellona, Real Madrid, Malaga e Manchester United mentre i nostri per lo più sono impiegati in Serie B, insomma tutta un’altra storia. Ma questo discorso può essere fatto riguardo all’inesperienza e non in termini di valori assoluti poiché nella nostra formazione sono presenti grandi personalità, tanto che possiamo parlare di una piccola generazione di fenomeni che raramente potrà ricapitarci tra le mani. Per questa volta cerchiamo di vedere il bicchiere mezzo pieno, diamo ai nostri ragazzi tempo e fiducia e lasciamoli maturare poiché hanno bisogno solo di questo, con la speranza che il futuro possa essere roseo o meglio azzurro… Spagna permettendo!
Alessio Nicolosi